Perché leggere questo articolo: su Israele e Hamas diverse strategie nei partiti per diverse visioni. Ne parliamo, per capirle, con il professor Lorenzo Castellani della Luiss di Roma
Giorgia Meloni tira dritto anche su Israele contro Hamas e sposa l’occidentalismo. Elly Schlein e Giuseppe Conte seguono di più le proprie basi: per Lorenzo Castellani, politologo e saggista della Luiss, la crisi tra Israele e Hamas è una nuova prova anche per i partiti italiani. Chiamati alla necessità di fare scelte e di capire se seguire o guidare il proprio elettorato. Parlando con True-News Castellani evidenzia la continuità della premier anche contro il proprio bacino elettorale. E mostra invece le diverse tattiche delle opposizioni.
Prima l’Ucraina, poi Israele. Meloni tira dritto sulla linea occidentale: la linea può reggere in termini di consolidamento dei rapporti politici con gli alleati e accreditamento della premier?
Il terreno di gioco dell’Italia tra Ue e Nato è chiaro. Il posizionamento occidentalista di Meloni può dare al governo voce in capitolo nelle trattative per i vertici di UE e NATO del 2024?
Quanto pesa in quest’ottica su questo atteggiamento in continuità con l’era Draghi la moral suasion del Quirinale?
Chi sembra divisa invece è l’opposizione. Soprattutto su Israele-Hamas, ennesima faglia anche tra M5S e PD. Come si possono inquadrare le accuse, poi ritirate, di antisemitismo al M5S contestate dal presidente Conte e la fretta di Schlein nel difendere Israele nel quadro del posizionamento dei due partiti?
Si può, magari semplificando, sostenere che i partiti seguano le loro basi anche nell’agenda estera? Quella dem è filoisraeliana ma solidale con la causa palestinese e anti-Netanyahu, quella M5S più “terzomondista”: c’entra con l’atteggiamento dei leader?
Infine, il Terzo Polo sulla politica estera e le cause di Israele e Ucraina segue la linea Meloni in continuità con Draghi. Possiamo pensare su questi temi spazi di convergenza con la maggioranza?