Perché leggere questo articolo? Entrambe hanno preso parte all’Internazionale dell’estrema destra organizzato da Vox. Ma a tre settimane dal voto delle Europee sembra chiaro: Meloni non è Le Pen. Conservatori e sovranisti marciano divisi.
Si è chiusa la tre giorni di Madrid, sul palco dell’Palacio Vistalegre ha avuto luogo l’Internazionale dell’estrema destra. Santiago Abscal, leader di Vox, ha chiamato a raccolta i leader dei principali partiti amici per provare a cambiare il volto della politica del Vecchio Continente. Marin Le Pen è accorsa dal vivo, Giorgia Meloni si è limitata a inviare un video messaggio. Prove di riavvicinamento a tre settimane dal voto europee, ma le due madrine della destra restano distanti.
Meloni resta distante da Le Pen
“La sfida a Bruxelles è costruire una maggioranza diversa da quella degli ultimi cinque anni. Vorrei rifare quello che abbiamo fatto in Italia”. Così Giorgia Meloni nell’intervento da remoto che ha consegnato alla convention “Viva24″di Vox. Meloni torna a guardare a destra, lanciando un amo agli alleati-rivali sovranisti. Un assist raccolto da Le Pen: “Con Giorgia Meloni ci sono punti in comune“. Questo ha detto la leader Rassemblement National, partito considerato il netto favorito alle elezioni europee in Francia.
Il riavvicinamento arriva a meno di un mese dal voto delle Europee, ma tra Meloni e Le Pen la distanza rimane. Sono passati meno di due da quando Le Pen aveva duramente attaccato Meloni in un intervento pre-registrato inviato alla manifestazione di Identità e democrazia (il gruppo europeo a cui aderisce Rn) organizzata a Roma da Matteo Salvini. Un passaggio che ha compromesso i rapporti tra Meloni e Le Pen, che non si sarebbero mai interrotti. I punti di distanza tra le due leader della destra europea, però, restano.
Conservatori non sovranisti
Per prima cosa Meloni e Le Pen fanno parte di due “famiglie” europee diverse. Fratelli d’Italia è affiliato a ECR, Conservatori e dei Riformisti Europei (ECR). Rassemblement Nation è invece dentro ID, Identità e Democrazia, alleato della Lega di Matteo Salvini. I primi sono conservatori, i secondi sovranisti. Differenza che suona leggere, ma non “di lana caprina“.
A dividere Meloni e Le Pen ci sono alcuni fondamentali dossier della politica europea. Su tutti, la guerra in Ucraina. ECR e Meloni hanno posizioni tendenzialmente ostili alla Russia, anche perchè del gruppo fa parte il polacco Diritto e Giustizia di Mateusz Morawiecki, acerrimo nemico di Putin. ID, invece, vanta al suo interno partiti fortemente euroscettici e che negli anni hanno strizzato l’occhio alla Russia, come la Lega ma anche Alternative für Deutschland.
Tra Meloni e Le Pen c’è di mezzo von der Leyen
A far emergere le distante tra conservatori e sovranisti sono i popolari. La figura di Ursula von der Leyn in questo riesce a essere divisiva, creando una spaccatura tra Meloni e Le Pen. Quest’ultima non ha risparmiato bordate nei confronti della presidente della Commissione Europea, in odore di rielezione. Cosa che Giorgia Meloni si è guardata bene dal fare. “A decidere la politica europea sono anche le maggioranze al parlamento, non solo la Commissione“. Una giustificazione che sa di distinguo netto. E di monito per il futuro, visto che i sondaggi danno come possibile la riproposizione di una maggioranza Ursula tra popolari, socialisti e liberali. Tutti contro “ideologia gender” e immigrazione, ma quando c’è da venire a temi concreti tra Meloni e Le Pen le distanze rimangono.