La Commissione giustizia ha approvato la proposta di Giorgia Meloni di rendere reato la GPA (gestazione per altri) fatta all’estero. Un argomento su cui la destra e una parte della sinistra sono d’accordo. Un attacco alla comunità LGBTQ+ italiana pensato per la campagna elettorale secondo Alessia Crocini, presidente di Famiglia Arcobaleno.
GPA come reato universale
È stato approvato il testo base, che ha come prima firmataria la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, di una legge che mira a rendere reato la gestazione per altri anche se eseguita all’estero da parte di un cittadino o di una cittadina italiana. In Italia questa pratica è vietata dalla legge 40 del 2004, dove si legge che “chiunque organizza o pubblicizza […] la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro”. Il divieto, però, è legato al territorio italiano. Numerose persone, infatti, si recano in Paesi come gli USA o il Canada per accedere a questo servizio.
La proposta di Meloni vuole invece estendere il reato anche al di fuori del suolo nazionale, impedendo ai cittadini italiani e non di ricorrere alla GPA in qualsiasi occasione e luogo. Il testo base è stato sostenuto soprattutto da Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia. I partiti di destra sono quindi uniti nel contrastare la gestazione per altri.
La posizione della sinistra
Anche una parte della sinistra italiana, però, condanna la GPA. Alla base di queste posizioni c’è l’interpretazione della donna portatrice come “mezzo di produzione”, come sostiene Stefano Fassina (deputato LeU). In aggiunta si contesta l’alta tariffa da affrontare per accedere alla GPA, di cui una parte è devoluta poi alle portatrici coinvolte. Spesso questi elementi vengono interpretati come una compravendita e non come una modalità per coprire i costi delle prestazioni sanitarie.
Nemmeno i partiti che hanno votato contro la proposta di Meloni sono compatti su questo fronte. Sono note da tempo le posizioni di alcuni esponenti del PD come Emma Fattorini, che ritiene la gestazione per altri una “mercificazione di vite umane”. Oltre al PD, anche il Movimento 5 Stelle si è schierato contro la proposta di Meloni, allontanandosi dalla definizione di GPA come reato universale.
Il conflitto in Ucraina ha sicuramente contribuito ad alimentare quella parte della sinistra più contraria alla gestazione per altri. Si è a lungo denunciato infatti, lo stato di abbandono dei bambini nati con GPA non ricongiuntisi con i genitori intenzionali per via della guerra. L’Ucraina è infatti uno degli Stati più frequentati dalle persone italiane per accedere alla gestazione per altri. Un centinaio di coppie all’anno si recano nel Paese per diventare genitori e già nel 2020 avevano fatto discutere, anche in campo politico, i bambini bloccati al confine durante il lockdown.
La voce di Famiglie Arcobaleno
“È iniziata la campagna elettorale e queste destre fanno propaganda sulla pelle dei bambini delle famiglie omogenitoriali. Il tutto attraverso la GPA, che in Italia è vista solo come negativa” spiega Alessia Crocini, presidente di Famiglia Arcobaleno. Nei Paesi in cui è la GPA è legale, invece – come Canada e USA – tutte le persone coinvolte devono essere consapevoli del percorso, non in una situazione di disagio economico e prive di pressioni. Inoltre spesso si instaurano dei legami tra le persone portatrici e i genitori dei bambini nati tramite gestazione per altri.
“Questa è una proposta liberticida” commenta Crocini, “e ci fa capire la direzione che l’Italia potrebbe prendere se questi partiti avranno la maggioranza in Parlamento. La nostra posizione in Europa potrebbe essere sempre più vicina alla Polonia e alla Russia. Non a caso Meloni e Salvini hanno sempre sostenuto le misure anti comunità LGBT di questi Paesi”. Criminalizzare la GPA all’estero anche per chi non ha la cittadinanza italiana, inoltre, renderebbe l’Italia uno Stato a rischio per il resto del mondo.
Alla GPA non ricorrono solo le famiglie omogenitoriali
“Vorrei dire a chi ritiene la GPA sempre e solo uno sfruttamento di informarsi e di ascoltare chi vi ha ricorso, soprattutto le donne. La gestazione per altri non è mai stata un problema finché non hanno iniziato a utilizzarla le coppie LGBT. Le coppie etero che vi accedono dovrebbero parlarne” spiega Crocini.
Alla GPA, infatti, non ricorrono solo le famiglie omogenitoriali, ma anche quelle eterogenitoriali e le persone singole. Secondo Crocini la forte colpevolizzazione delle donne che non riescono ad avere figli si riversa anche sulla gestazione per altri. “Spesso le donne etero che vi accedono poi non lo raccontano. Simulano invece una storia diversa, una gravidanza, un parto. Bisogna smettere di condannare questa pratica e condannarsi se vi si ricorre. Quando una donna mente sulla sua gravidanza e sulla sua maternità, diventa una persona a rischio”.
Il femminismo contro la GPA
La condanna della GPA proviene anche da una porzione del mondo femminista. La tendenza di ridurre il dibattito sulla gestazione per altri al mero sfruttamento del corpo delle persone con utero, però, è spesso una strumentalizzazione della battaglia per la parità di genere. “In molti casi si infantilizzano le donne, si toglie loro la possibilità di scegliere per se stesse” precisa Crocini.
Famiglie arcobaleno ha depositato una proposta di legge per una GPA etica e solidale, perché “solo se regolamentata, può tutelare pienamente anche le persone portatrici”. La gestazione per altri è quindi un discorso complesso e la narrazione prevalente in Italia – in cui le persone portatrici sono viste come donne povere a cui vengono strappati i figli – rende difficile considerare questo modo di diventare genitori con consapevolezza e in profondità.