Perché questo articolo potrebbe interessarti? Giorgia Meloni non ha ancora risolto il rebus cinese dell’Italia. Roma sta lavorando per scrivere un nuovo capitolo nei rapporti diplomatici con Pechino. Continuano tuttavia a pesare l’uscita dalla Via della Seta e l’incertezza fin qui mostrata dall’esecutivo. La Cina, nel frattempo, sembrerebbe essersi orientata stabilmente verso altri partner europei. Su tutti: Francia e Germania.
Pare che la fumata bianca sia alla fine arrivata. Giorgia Meloni dovrebbe visitare la Cina nel corso dei prossimi mesi. Presumibilmente a luglio. Circa 30 giorni dopo la fine del G7 in programma a Borgo Egnazia, in Puglia, dove la premier si siederà al tavolo dei principali partner dell’Italia.
Il quotidiano Il Foglio è sicuro che Meloni farà tappa all’ombra della Città Proibita in piena estate, quando il clima (non solo quello atmosferico) potrebbe preannunciarsi torrido.
Già, perché nel frattempo da Roma è partita una delegazione del Gruppo interparlamentare di amicizia Italia-Taiwan diretta a Taipei. Il gruppo, guidato da Gian Marco Centinaio, e formato anche dalla vicepresidente del Senato Licia Ronzulli e dalla senatrice Daniela Ternullo, atterrerà sull’isola per partecipare al giuramento del nuovo presidente taiwanese William Lai, in calendario il 20 maggio.
Considerando che la Cina rivendita Taiwan come parte integrante del proprio territorio – da annettere addirittura con la forza nel caso in cui dovesse ritenersi necessario – la presenza di una delegazione italiana a Taipei potrebbe non facilitare la successiva missione di Meloni a Pechino.
L’obiettivo di Meloni
Torniamo al presunto viaggio di Meloni. Sembra che i preparativi per la trasferta istituzionale siano quasi terminati, ma al momento da Palazzo Chigi non sono arrivati comunicati ufficiali o conferme.
Le voci erano comunque nell’aria da tempo. Una visita di Meloni in Cina era in programma già dallo scorso anno, ma sarebbe stata rinviata più volte a seguito dell’uscita dell’Italia dalla Nuova Via della Seta. Adesso, per rilanciare il dialogo con il Dragone, l’Italia avrebbe insistito affinché Meloni ricevesse un altro invito formale a visitare il Paese quest’estate.
I temi sul tavolo? In caso di vis a vis tra Meloni e il presidente cinese Xi Jinping, i temi saranno sicuramente economici. Anche perché, se diamo un’occhiata alle uscite pubbliche effettuate della premier italiana nell’ultimo, il dossier Cina/Indo-Pacifico non è quasi mai stato sfiorato.
Il motivo è semplice: una volta accantonata la Via della Seta, il governo Meloni vorrebbe scrivere un nuovo capitolo nelle relazioni con il gigante asiatico. Puntando sulla storia, sulla cultura, sugli anniversari. Il partenariato strategico globale tra Italia e Cina, ad esempio, compirà 20 anni nel corso del 2024, e proprio da qui vorrebbe (ri)partire Roma.
La Cina si allontana
La Cina, però, non è rimasta ferma ad aspettare Meloni (per altro invitata, invano, nel 2022, nel corso del G20 di Bali, da Xi in persona). Pechino ha preso atto della scelta italiana di abbandonare la Via della Seta e ridefinire i rapporti diplomatici, e ha preferito guardare altrove.
Sia chiaro: le relazioni tra il Dragone e altri Paesi europei – vedi Francia e Germania – erano già più solidi rispetto a quelli italiani. Adesso lo sono diventati ancora di più. Emmanuel Macron e Olaf Scholz, presidente francese e cancelliere tedesco, hanno ad esempio più volte incontrato il leader cinese occupando, di fatto, la prateria economico-diplomatica che avrebbe potuto essere a disposizione di Meloni.
Certo, la Cina non ha chiuso la porta in faccia all’Italia. Da settimane si parla della possibile volontà cinese di realizzare una linea di produzione di auto elettriche in Italia, nonché di come Roma possa riequilibrare i rapporti con il Dragone.
Il 2023, per la cronaca, si è chiuso con un risultato positivo dell’export italiano oltre Muraglia, in crescita del +16,8% e dal valore di 19,2 miliardi di euro. Nello stesso periodo, il valore aggregato dell’import italiano dalla Cina è stato pari a 47,6 miliardi di euro, in calo del 17,8% rispetto al 2022.
Il pragmatismo messo in campo dal governo italiano per riconquistare la Cina potrebbe però non essere sufficiente. Soprattutto considerando episodi come il citato viaggio della delegazione italiana a Taiwan. Taiwan: per Pechino una linea rossa da non superare per nessun motivo al mondo, come ha avuto modo di spiegare Xi a Joe Biden nel corso dell’ultimo loro incontro.