Perché leggere questo articolo? Michelle Obama è candidata alla Casa Bianca. Ma solo a leggere i giornali italiani. La stampa nostrana ha preso – forse anche consapevolmente, il che sarebbe anche peggio – un granchio sulla corsa alla Presidenza dell’ex First Lady. Una lezione sulle fonti autorevoli, per evitare di incappare in bufale.
Preparatevi al Trump 2.0. Il Financial Times lo andava dicendo da tempo. Dopo il disastro di Biden nel primo dibattito tv, la rielezione di The Donald alla Casa Bianca prende decisamente piede. Ecco allora che i media italiani tirano fuori dal cilindro una notizia semplicemente assurda. Quella della candidatura per le Presidenziali 2024 di Michelle Obama. La fonte? E’ sempre la stessa: il New York Post. Fate attenzione al nome, perchè è davvero un falso amico. E i giornali italiani ci sono cascati in pieno.
L’eterno ritorno della candidatura di Michelle Obama alla Casa Bianca
Tornano i rumors sulla presunta discesa in campo dell’ex first lady. Il bello è che le voci ritornano praticamente solo nel nostro Paese. Ci risiamo. Dopo la debacle di Biden, torna il “fantasma” di Michelle Obama, data come papabile per la discesa in campo democratico, cercando di ipotecare la nomination di fronte al ciclone Trump, che miete vittime tra i suoi compagni di corsa. Il canovaccio – di quella che è a tutti gli effetti una bufala – si ripete.
Artefice dell’operazione “Michelle Obama alla Casa Bianca” sarebbe il marito Barack. Il 44esimo Presidente degli Stati Uniti – e primo inquilino afroamericano della White House – sarebbe preoccupato che il suo ex vice e attuale POTUS possa essere sconfitto da Donald Trump. “Obama ha sondato il terreno con i suoi donatori in favore di Michelle”. Questa la diceria che i quotidiani – anche autorevoli – italiani mettono nero su bianco. Nulla che non è stato già detto e sentito. E’ la stessa identica storia della precedente campagna elettorale del 2020. Le speranze accarezzate dall’elettorato dem – desideroso di rivivere la “stagione del 2008”, quella dello “Yes, We Can” – sarebbero in realtà pure e semplici illazioni.
Il New York Post è spazzatura
L’ipotesi della candidatura di Michelle Obama circola da diversi anni. Era emersa per la prima volta – senza fonti accreditate – già nel 2016, quando il marito abbandonò la Casa Bianca dopo due mandati. Era riemersa nel 2020 e infine due anni fa. Nell’estate del 2022 erano emerse indiscrezioni secondo cui l’ex First Lady, durante un incontro con importanti amministratori di azienda, avrebbe potuto annunciare la discesa in campo. Poi puntualmente non avvenuta.
L’ex First Lady Usa, per i tabloid potrebbe essere già al lavoro per candidarsi alla Casa Bianca. A scriverlo – e qui veniamo al punto – è il New York Post. Non il New York Times o il Washington Post. Il NYP è una fucina inesauribile di bufale, sparate, illazioni. L’equivalente americano di un tabloid inglese o della Bild tedesca. Il New York Post rientra tra quelle testate che non vanno prese come fonte, nemmeno per sbaglio. Qualche volta ha anche dato anche informazioni corrette, ma quando lo fa è sensazionalismo puro, il trionfo del clickbait.
Ma ai media italiani sta bene così
Ora, il New York Post sulla candidatura di Michelle Obama sostiene di avere “fonti attendibili, a cui pochi hanno accesso e di quelle che di solito non parlano con i giornalisti”. Fonti che però non vengono rivelate, su una notizia che è tutt’altro che verificabile. Secondo quanto riferito, “Obama ha fatto un sondaggio tra i donatori” e anche la strategia sarebbe già decisa: Biden annuncerà a maggio la non ricandidatura e alla convention democratica di agosto verrà incoronata la moglie di Barack Obama. Praticamente un periodo ipotetico di quarto grado: siamo nel regno dell’irrealtà. Eppure i media italiani ci hanno creduto. Oppure, peggio ancora, hanno scelto di volerci credere – pur conoscendo l’inattendibilità della fonte. A rilanciare la notizia è Repubblica, che riprende una nota Ansa. Da lì, il pasticciaccio brutto della notizia-che-non-è-una-notizia è stato ripreso in lungo e in largo da tutta la stampa nostrana. Non ci credete? Provate a digitare “Michelle Obama”. Ve ne pentirete sicuramente.