Per gli appassionati di roccia come me non è facile trovare pareti su cui arrampicare in città. Ecco perché ogni volta che passo nei pressi del cavalcavia di via Monteceneri non riesco a non pensare a come sarebbe arrampicarsi su uno di quei colorati piloni. Sembra assurdo? Eppure a Toronto qualcuno ha pensato fosse una buona idea imbullonare ai cavalcavia cittadini delle prese da arrampicata e trasformare quei non luoghi in palestre di roccia!
Milano, lo sport non è solo San Siro. In città mancano spazi, cosa fare dopo le elezioni
Anche se ciò che succede sugli spalti di San Siro ha monopolizzato il dibattito sportivo meneghino, il maggior problema dei milanesi in materia di sport rimane quello di trovare luoghi dove loro e loro figli possano praticare attività. In una città di quasi un milione e mezzo di abitanti, infatti, la domanda è alta e si fatica a stare al passo di una richiesta sempre più capillare di strutture moderne, attrezzate, economiche e adatte a ogni tipo di sport.
Il sistema sportivo di Milano: 100 strutture in concessione
Negli ultimi cinque anni l’amministrazione Sala ha messo al centro del sistema sportivo cittadino gli impianti di proprietà del Comune. Già oggi 100 delle circa 130 strutture disponibili sono date in concessione a federazioni, enti di promozione sportiva, associazioni e società sportive dilettantistiche. Non male, dal mio punto di vista. Per questo motivo penso che la proposta di creare una Consulta dello sport permanente, avanzata dal candidato della destra Luca Bernardo, appaia piuttosto inconsistente.
Burocrazia, un ostacolo all’efficienza
Più che un ulteriore livello decisionale e di concertazione, il Comune sembra avere bisogno di meccanismi amministrativi più semplici e di realizzare di nuove strutture, magari pensate per intercettare la domanda di sport emergenti e di strada. Concretamente è necessario facilitare la vita ai gestori degli impianti comunali, semplificando e rendendo più veloce il rinnovo delle concessioni, anche rinforzando il personale specializzato negli uffici competenti.
Di fronte all’aumento di cittadini attivi avvenuto durante il lockdown dello scorso anno è, inoltre, sempre più necessario aumentare gli spazi dedicati allo sport. La futura amministrazione comunale dovrebbe dunque proseguire sulla strada tracciata dall’attuale, che nel 2020 ha stanziato ben un milione e mezzo di euro attraverso bandi di finanziamento, di cui una parte per i concessionari di impianti sportivi di proprietà del Comune e una parte a sostegno di associazioni, enti e società sportive senza scopo di lucro (oltre 300 realtà).
I cavalcavia di Toronto per fare sport, un’idea per Milano
Ma oltre al sostegno dell’esistente serve lavorare sul nuovo. Ovviamente non bastano il potenziamento e la realizzazione di nuovi percorsi di vita nei parchi comunali, come proposto di recente sempre da Bernardo (per altro già numerosi e perfettamente mappati sull’app Street sport). Oltre a sfruttare ogni singola palestra scolastica esistente (lavorando sul coordinamento tra scuole e associazioni), servono nuovi campi e palazzetti, da costruire laddove mancano, secondo il principio della Città a 15 minuti in cui tutto, incluso lo sport, è vicino a casa.
E poi è necessario re-immaginare gli spazi esistenti per valorizzarli in una chiave sportiva, come ad esempio ha fatto la città di Toronto con i suoi Underpass Park, utilizzando i cavalcavia cittadini per realizzare campetti, skate park, palestre di roccia e spazi in cui bambini e adulti possono giocare e fare attività fisica.
Le piste ciclabili
Il cambiamento passa anche dalle piccole cose. Un esempio? In fondo costruire piste ciclabili, sia urbane che di lungo corso, come quella che collegherà Milano e Malpensa, è un buon modo per dare modo ai milanesi di praticare attività fisica.
Ecco perché tra un mese, alle elezioni del 3-4 ottobre, i milanesi dovranno prestare attenzione al loro voto e ricordarsi che tra gli sfidanti in campo almeno una delle coalizioni ha paura a salire su una biciletta.