Parlare di coraggio è davvero difficile, ma essere coraggiosi è una sfida per la natura umana. Ne approfitto, quindi, per accennare al percorso che ha generato la fiera milanese. Un format nato per merito di alcuni imprenditori che, con una grande intuizione, hanno deciso di sfidare il mondo.
“Il Salone del Mobile necessario per la ripartenza di Milano”
L’idea della fiera milanese ha avuto origine da una decisione coraggiosa degli imprenditori e dell’allora sindaco Giampiero Borghini. Nel 1993 infatti, in un periodo della storia di Milano opaco e difficile decise di far costruire la fiera non a Lacchiarella, bensì a nord di Milano. Grazie a quella scelta, in collaborazione con il lavoro del presidente della fiera Luigi Roth, è nato il più grande polo fieristico italiano, tra i più grandi del mondo. Un format che ha consentito a quattro milioni di businessman e businesswoman di operare con trenta mila espositori da tutto il mondo. Una decisione coraggiosa tanto quanto lo è stata, a mio parere, quella dei colleghi del Salone del Mobile. Credetemi, quando ci è stata la discussione se fare o non fare il salone è stata una scelta sofferta ma ciò ha permesso di far ripartire Milano. Ora però serve guardare a nuove sfide.
“Milano ritrovi il ruolo di città metropolitana”
Per la Fiera il prossimo scoglio da affrontare sarà quella della tecnologia. Se ne parla da tanti anni, ma oggi è diventata protagonista. La Fiera di Milano, così come la Fondazione e anche Milano stessa, non possono prescindere dal farci i conti. Un nostro obiettivo dei prossimi anni, per quanto ci riguarda, è portare non uno ma due grandi progetti al Portello che potranno davvero riconfigurare quella zona. In questo modo anche il quartiere, grazie a questi interventi, potrà amalgamarsi meglio alla città. Ma la vera sfida di Milano nel futuro è ritornare ad essere una città metropolitana: solo così potrà competere alla pari con Parigi, Berlino o Londra.
Il valore della collegialità nelle decisioni
L’altro obiettivo coraggioso che dobbiamo darci è non lavorare mai da soli ma con collegialità e responsabilità. Solo lavorando insieme possiamo prendere le decisioni più giuste e opportune, senza la presunzione di voler raggiungere la perfezione.