Le dimissioni di Spano arrivano in seguito alle polemiche relative al suo passato da direttore dell’UNAR, nonostante il supporto del ministro Giuli
Francesco Spano ha ufficialmente rassegnato le dimissioni da capo di gabinetto del Ministero della Cultura, in seguito alle pressioni derivanti dalle polemiche legate al suo passato. Nella lettera indirizzata al ministro Alessandro Giuli, Spano ha spiegato che le circostanze e gli attacchi personali non gli permettevano di mantenere la serenità necessaria per svolgere il suo ruolo con efficacia. Ha così scelto di dimettersi “nell’esclusivo interesse dell’Amministrazione”, nonostante l’onore di aver ricevuto la nomina.
La lettera di dimissioni: “Sgradevoli attacchi personali”
Spano ha scritto: “Egregio Signor Ministro, con sofferta riflessione mi sono determinato a rassegnarLe le mie dimissioni dal ruolo di Capo di Gabinetto della Cultura con cui ha voluto onorarmi. Il contesto venutosi a creare, non privo di sgradevoli attacchi personali, non mi consente più di mantenere quella serenità di pensiero che è necessaria per svolgere questo ruolo così importante. Nell’esclusivo interesse dell’Amministrazione, pertanto, ritengo doveroso da parte mia fare un passo indietro. Ciò non mi impedisce, evidentemente, di esprimerLe la mia profonda gratitudine per la stima ed il sostegno che mi ha mostrato senza esitazione.”
Spano e lo scandalo del 2017
Queste dimissioni arrivano dopo giorni di accese critiche, specialmente da parte dell’associazione Pro Vita e Famiglia, che aveva lanciato una petizione contro la sua nomina, citando uno scandalo del 2017. Nonostante Spano sia stato scagionato dalla Corte dei Conti, la vicenda continua a pesare sul suo operato.
Spano: il presunto conflitto di interessi del compagno nel servizio di Report
Francesco Spano ha rassegnato le dimissioni in un contesto di forti polemiche e pressioni crescenti. Oltre alla vicenda del 2017, legata al suo ruolo di direttore dell’UNAR, un nuovo caso è emerso in vista della trasmissione della puntata di “Report” prevista per il 27 ottobre. L’inchiesta si concentrerebbe sul Maxxi, il museo romano, dove Spano ricopriva il ruolo di segretario generale. Le accuse riguardano un presunto conflitto di interessi legato all’assunzione del compagno, ora marito, Marco Carnabuci, per una consulenza pagata. Questo periodo coincide con la presidenza del Maxxi da parte di Alessandro Giuli, oggi ministro della Cultura, anche se Carnabuci avrebbe lavorato per il museo già sotto la guida di Giovanna Melandri. Nonostante la difesa da parte di Giuli, l’inchiesta di Report è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, portando Spano alle dimissioni.
Le accuse omofobe in Fratelli d’Italia
Le dimissioni di Spano sono state anche influenzate da attacchi interni a Fratelli d’Italia. In una chat interna di FdI, con oltre 200 membri tra cui esponenti di primo piano del partito, sono emersi commenti omofobi contro Spano. In particolare, Fabrizio Busnengo, coordinatore del IX municipio di Roma, ha lanciato insulti pesanti contro Spano, riferendosi alle vicende del 2017 e definendolo un “pederasta” e criticando le sue posizioni sui diritti LGBTQIA+. Dopo queste affermazioni, Busnengo è stato rimosso dalla chat e ha presentato le sue dimissioni, in seguito a una ferma condanna da parte del coordinatore di Roma di FdI, Marco Perissa, vicino ad Arianna Meloni, sorella di Giorgia Meloni.