Il 2021 è l’anno del riscatto per le aziende del comparto moda.
Moda, la spinta di Stati Uniti e Cina
La ripresa dei consumi personali di lusso, grazie al mercato cinese, alla ripresa degli Stati Uniti e all’esplosione del digital porta l’EBITDA delle imprese del settore in crescita del 30%. Questo in sintesi quanto emerso dal “Monitor Altagamma Bain & Company” sui mercati mondiali, e dell’”Altagamma Consensus 2021”, elaborato dalla Fondazione con il contributo dei più importanti analisti internazionali del settore. Trend confermato anche dall’analisi fatta da “True News” sui bilanci semestrali 2021 delle più importanti case di moda mondiali.
Una ripresa trainata dal gigante asiatico e dagli Stati Uniti. “Grazie alla loro reattività e intraprendenza, nell’annus horribilis 2020 – afferma il Presidente di Altagamma, Matteo Lunelli – le imprese di alta gamma hanno lavorato non solo per contenere i danni, ma anche per costruire da subito le basi della ripresa. I primi segnali dell’anno sono molto positivi: gli investimenti sul digitale e la razionalizzazione dei propri modelli gestionali e di business stanno portando i loro frutti e, soprattutto per la forte ripresa di Cina e USA, le nostre imprese possono già guardare al futuro prossimo con moderato ottimismo”.
Moda: tengono i gioielli, in ripresa pelletteria e cosmetica
L’aggiornamento dell’Altagamma Consensus 2021, elaborato in collaborazione con 21 analisti internazionali, ha rivisto in leggero rialzo le stime di ripresa del comparto per il 2021, con una media di incremento dei consumi dei beni di lusso per la persona intorno alla doppia cifra sull’anno scorso, ma verosimilmente ancora in flessione rispetto al 2019. La Cina si conferma il motore del mercato, gli USA sorprendono nella velocità di ripresa e solo l’Europa procede più̀ lentamente. L’abbigliamento, molto sofferente nel 2020, è previsto in forte recupero, guidato da un fenomeno di “revenge spending” in diversi Paesi; i gioielli tengono, in virtù del loro profilo di bene rifugio; tra gli accessori bene la pelletteria e la cosmetica si giova delle ottime performance dello skin care. I canali distributivi, sempre più omnichannel, sono stati rimodellati, e così pure l’ecosistema dei media e l’innovazione di prodotto: domina l’online dove metà delle vendite sono in capo a multistore digitali, sostenuti anche dal second hand.
Moda: cresce il Personal Luxury (e i marchi si digitalizzano)
Le stime degli analisti dell’Altagamma Consensus vedono per il 2021 un incremento dei consumi dei Personal Luxury Goods del +18%. L’EBITDA tocca il +30% trainato dai consumi domestici, in particolare quelli cinesi e americani, e dall’esplosione delle vendite online, la cui quota sul totale è stimata passare dal 23% al 30%. La ripresa dei viaggi non sarà rilevante per il 2021 e il travel retail continuerà a soffrire. Tiene il Retail fisico e – fra le categorie di prodotto – accessori e abbigliamento segnano una crescita significativa. Migliori le performance dei marchi che, per dimensione e capacità finanziaria, hanno potuto investire sulla digitalizzazione così come su un maggiore controllo del pricing, in un ecosistema distributivo fluido e in continua evoluzione”.
Mentre la Cina si conferma il motore della ripresa, grazie al continuo rimpatrio degli acquisti e all’accelerazione della spesa domestica, gli Stati Uniti si rivelano una sorpresa: la rinnovata fiducia dei consumatori, unita ad un contesto macroeconomico favorevole e alla veloce somministrazione dei vaccini hanno reso possibile che i consumi di beni di lusso siano tornati a crescere. L’Europa rimane invece indietro, per la mancanza ancora di turismo internazionale.
Nel 2019 il mercato dei personal luxury goods a livello mondiale aveva raggiunto un valore complessivo di 280 miliardi di euro. “La perdita del 23% nel 2020 a causa di Covid-19 ha portato il mercato a 218 miliardi di euro, la prima decrescita di questa entità negli ultimi 20 anni per questo comparto”, spiega l’update del consensus Altagamma. “La seppure rilevante crescita delle vendite, mediamente del 18%, non parrebbe sufficiente ad una ripresa entro il 2021”. In forte crescita invece i dati relativi all’ebitda che dovrebbe passare da un +23% del Consensus di novembre 2020 all’attuale +30% di quello attuale, “grazie ad alcuni fattori esterni molto favorevoli: l’accelerazione delle campagne vaccinali in quasi tutti i Paesi, grandi riserve di liquidità per HNWI e una graduale ripresa dei viaggi”, spiega il documento.
Bene abbigliamento e pelletteria
Abbigliamento e pelletteria sono le tra categorie che hanno ottenuto il maggiore rimbalzo, passando rispettivamente da un +14% previsto per il 2021 nel precedente consensus all’attuale +19% e dal +16% al +22% nell’update. Anche calzature e gioielleria che avevano risentito pesantemente della pandemia, vivono gli effetti del revenge spending. Le prime passano dal +14% di novembre al +18% di oggi e la seconda dal +13% al +18 per cento. Più difficile la situazione degli orologi che, con un +15%, riconfermano una certa sofferenza “pur sviluppando un’accentuata ricerca del “fatto a mano” o del pezzo unico come forma di investimento”.
Cresce l’e-commerce (anche nella moda)
A livello di canali distributivi, l’onda lunga del digital proseguirà anche nel 2021. La quota dell’online era del 12% nel 2019, balzata al 23% nel 2020 e la stima per il 2021 è che si giunga al 30 per cento. Il retail digitale crescerà del 29%; negozi fisici segnano un +18% mentre il wholesale fisico ha sofferto con la pandemia più degli altri canali soprattutto a causa della mancanza di turisti e delle restrizioni sulle aperture. Dimezzate qui le crescite rispetto al digitale con un +11% e le previsioni non sono positive considerato il trend di decrescita nei confronti di questo canale soprattutto tra le nuove generazioni. Il 50% degli acquisti online viene fatto sui multistore digitali che registrano un forte miglioramento delle performance rispetto alle stime di novembre con un +21%, un trend favorito dal successo del second-hand.
I bilanci dei grandi gruppi della moda e del lusso, rielaborati da “True News”, confermano questo trend di crescita:
CAPRI HOLDINGS LTD
La “Capri Holdings Limited” che detiene i brand Versace, Jimmy Choo e Michael Kors, ha chiuso il consolidato a giugno 2021. Nel primo trimestre 2021-22 ha visto crescere i ricavi da 451 milioni di euro del 2019-20 a 1.253 milioni di euro del 2020-21 con un incremento di ben 802 milioni di euro con Versace che pesa per il 19%, Jimmy Choo per l’11,5% e Michael Kors per il 70%. Una crescita del fatturato sostenuta per quasi il 60% dagli Stati Uniti, per il 24% dall’area EMEA e per il restante dall’Asia. Il boom sui ricavi ha inciso in maniera positiva sull’utile netto che è passato, nel trimestre di riferimento, da – 180 milioni di euro a +219 milioni di euro.
HERMÈS INTERNATIONAL
“Hermès International” è specializzata nella produzione e commercializzazione di prodotti di lusso quali pelletteria, beni in seta e tessuti, profumi, orologi, scarpe, abbigliamento, borse e accessori, così come articoli per la tavola e altro.
Nei primi 6 mesi dell’anno il colosso del lusso francesce ha segnato ricavi per 4,235 milioni di euro, segnando un + 70,2% sull’esercizio precedente. Vola anche l’utile netto che passa da 334 milioni di euro a 1,177 milioni di euro. A trainare i ricavi l’area asiatica che pesa ben il 50%, seguita da Europa con il 20% e America con il 16%.
HUGO BOSS AG
HUGO BOSS AG è un produttore e venditore di abbigliamento per uomini e donne ed accessori a livello internazionale con i brand: BOSS, BOSS Orange, BOSS Green, HUGO.
Nei primi 6 mesi del 2021 l’azienda ha registrato ricavi per 1.126 milioni di euro in crescita del 35,7% rispetto allo stesso periodo del 2020. A trainare il mercato l’area EMEA con il 60%, seguita da America e APAC entrambe al 18%. La società torna in utile con 17 milioni di euro contro una perdita sui 6 mesi dell’anno precedente di oltre 200 milioni di euro.
LVHM
Louis Vuitton Moet Hennessy SE, nota come LVMH, è un’azienda del lusso che offre i seguenti prodotti:
Champagne, vini e liquori con i marchi: Ao Yun, Ardbeg, Belvedere, Bodega Numanthia, Cape Mentelle, Chandon, Château Cheval Blanc, Château d’Yquem, Cheval des Andes, Clos des Lambrays, Clos19, Cloudy Marchi Bay, Dom Pérignon, Glenmorangie, Hennessy, Krug, Mercier, Moet & Chandon, Newton, Vineyard, Ruinart, Terrazas de los Andes, Veuve Clicquot, Volcan de mi Tierra e Woodinville.
Moda e pelle con i marchi: Berluti, Celine, Christian Dior, Emilio Pucci, Fendi, Givenchy, Kenzo, Loewe, Loro Piana, Louis Vuitton, Marc Jacobs, Moynat, Nicholas Kirkwood, Pink Shirtmaker e Rimowa.
Profumi e cosmetici con i marchi: Acqua di Parma, Benefit Cosmetics, Fenty Beauty by Rihanna, Fresh, Parfums Givenchy, Guerlain, Kat Von D Beauty, Kenzo Parfums, Maison Francis Kurkdjian, Make Up For Ever, Marc Jacobs Beauty , Parfums Christian Dior e Perfumes Loewe;
Orologi e gioielli con i marchi Bulgari, Chaumet, Fred, Hublot, TAG Heuer e Zenith;
Altre attività quali la vendita al dettaglio selettiva (tra cui Sephora e Starboard Cruise), l’editoria con il quotidiano Les Echos, la progettazione e costruzione di yacht di lusso e la gestione del parco di divertimenti Jardin d’Acclimatation.
Il primo semestre di quest’anno ha visto segnare ricavi per 28.665 milioni di euro, in crescita rispetto all’anno precedente del 55,8%. La pelletteria pesa sul ricavi per quasi la metà, seguono il retail esclusivo e la orologeria. L’utile netto è schizzato da 544 milioni di euro del 2020 ai 5.576 milioni di euro del primo semestre.
KERING
Kering SA sviluppa, produce e vende a livello globale abbigliamento e accessori con i marchi Gucci, Saint Laurent, Bottega Veneta, Alexander McQueen, Balenciaga, Brioni, Boucheron, Pomellato, DoDo, Qeelin, Girard-Perregaux, Ulysse Nardin e Kering Eyewear. I prodotti offerti comprendono: i prêt-à-porter per uomo e donna, scarpe, articoli in pelle, comprese borse e portafogli, occhiali, accessori tessili, profumi, cosmetici, gioielli e orologi.
I ricavi del primo semestre del 2021 sono stati pari a 8.047 miliardi di euro, in crescita del 50% rispetto allo stesso periodo del 2020. A trainare i ricavi il brand Gucci con il 55% del fatturato, seguito da YSL e Bottega Veneta. Per il gruppo Kering l’Asia è il primo mercato con il 42%, seguito da Nord America con il 24,6% e Europa occidentale con il 21%.
MONCLER
Moncler Spa è una società italiana che disegna, produce e distribuisce abbigliamento ed accessori attraverso il marchio Moncler.
Nei primi 6 mesi dell’anno il brand italiano ha segnato ricavi per 621 milioni di euro, in crescita del 54% rispetto allo stesso periodo del 2020. Ricavi per il 40% provenienti dall’Asia, per il 30% dall’area EMEA e per il 15% dall’America. La società torna in utile con 50,6 milioni di euro contro una perdita dei primi 6 mesi del 2020 per 31,6 milioni di euro.
PRADA
Prada Spa è la maison italiana quotata a Hong Kong che progetta e produce e distribuisce articoli in pelle, borse, calzature, abbigliamento e accessori in Europa, America, Asia Pacifico, Giappone, Medio Oriente e Africa con i marchi Prada, Miu Miu, Church’s, Car Shoe. L’azienda fornisce anche occhiali e fragranze in licenza, opera nel settore alimentare con il marchio Marchesi 1824, si occupa del settore immobiliare e gestisce negozi duty-free.
Nei primi 6 mesi di quest’anno la maison ha registrato ricavi per 1.501 milioni di euro, rispetto ai 937 del 2020. Una crescita trainata dal mercato asiatico che pesa per il 43%, seguito da Europa con il 24,8% e America con il 17,5%. Sembra dimenticato il primo semestre 2020 quando erano state registrate perdite per 183 milioni di euro. I primi 6 mesi 2021 segnano invece un utile netto di ben 96,9 milioni di euro.
FERRAGAMO
Salvatore Ferragamo S.p.A. è una società italiana impegnata a livello mondiale nel settore della moda, in particolare nell’ambito delle calzature, pelletteria, abbigliamento e accessori per uomini e donne. I prodotti della società comprendono anche profumi e occhiali a marchio Salvatore Ferragamo e a marchio Ungaro su licenza.
I primi 6 mesi dell’anno hanno visto ricavi per 523,8 milioni di euro, in crescita del 44% rispetto allo stesso periodo del 2020. Crescita trascinata dall’Asia (42%), Nord America (26%) ed Europa (18%). Utile netto a 37,3 milioni di euro rispetto alla perdita di 83,5 milioni di euro dei primi 6 mesi 2020.
TOD’S
Tod’s S.p.A. è una società italiana che opera nel settore del lusso creando, producendo e distribuendo calzature, pelletteria, accessori e abbigliamento con i suoi marchi: Tod‘s, Hogan, Fay e Roger Vivier.
I primi 6 mesi del 2021 hanno segnato una crescita del 55% rispetto ai primi 6 mesi del 2020 toccando quota 398 milioni di euro. Anche per questo brand il mercato principale è l’Asia che pesa
il 40%, seguita dall’Italia con il 22% e il resto d’Europa con il 18%.L’utile netto è in rosso a -20,7 milioni di euro, ma meglio rispetto al 2020 quando aveva toccato quota – 81 milioni di euro.