Perché leggere questo articolo? In America è epidemica la gravità della crisi degli oppioidi. Le morti per overdose in un anno sono il quadruplo di quelle di 50 in Italia.
Negli Usa quella delle morti per overdose è una vera e propria epidemia che scava nella disperazione sociale delle classi impoverite e messe ai margini dal sistema iper-competitivo degli States. Ma il “massacro americano“, perlomeno per ora, non è ancora sbarcato in Italia. L’abuso di oppiacei sta provocando un boom delle morti da overdose che nel 2021 hanno sfondato per la prima volta quota 100mila in un anno.
Morti per overdose, Italia e Usa imparagonabili
I numeri non sono neanche lontanamente comparabili a quelli italiani. Nel 2022 i dati della Direzione Centrale Servizi Antidroga stimano esserci stati 298 morti per overdose nel 2022, meno di uno al giorno. Un dato in linea con quello degli anni precedenti, contando che le morti da overdose erano state 294 nel 2017 e si erano poi stabilizzate tra le 250 e le 300 l’anno. Il decremento rispetto al passato è deciso. In quindici anni i morti per queste problematiche sono calati del 51%: erano 606 nel 2007.
Nel 2022 si osservano dai dati poco più di 3 decessi acuti correlati agli abusi di oppiacei come l’eroina ogni milione di residenti di età compresa tra i 15 e i 64 anni e 0,6 per l’abuso di metadone nell’analoga categoria. Un dato in diminuzione dal 2019. E complessivamente, anche contando l’età buia dell’eroina degli Anni Ottanta, i decessi per overdose complessivamente rilevati nell’ultimo mezzo secolo sono stati 26.749: dopo l’elevato numero di eventi letali registrato nel corso degli anni Settanta-Novanta, si osserva una progressiva e costante diminuzione della mortalità direttamente correlata all’overdose.
Il massacro americano
Questi dati impallidiscono al confronto dell’America. Quando la crisi degli oppioidi era ancora ben lontana dall’attuale livello di guardia sociale scatenato dall’abuso di droghe come il fentanyl, nel 2010, le morti per overdose annue erano già 21mila. Ovvero quasi quelle accumulatesi in quarant’anni consecutivi di storia italiana. Più di un milione di persone sono morte dal 1999 per overdose negli Stati Uniti. Un numero di decessi 143 volte maggiore a quello dei caduti americani nei due conflitti di Iraq e Afghanistan, inferiore ai 7mila. E, cosa più impressionante, maggiore di quello dei caduti delle forze armate a stelle e strisce in tutte le guerre del Novecento.
Gli ultimi dati consolidati e studiati di questo fenomeno devastante sono quelli disponibili per il 2021. In quell’anno il Committee for Disease Control, la suprema autorità medica degli States, negli Stati Uniti si sono verificati 106.699 decessi per overdose. Il 2022 lascia prevedere, secondo le prime stime, che si possa essere andati ulteriormente oltre, sicuramente almeno sopra quota 107.500. Il tasso di decessi per overdose aggiustato per età è aumentato del 14% dal 2020 (28,3 per 100.000 abitanti) in avanti (32,4 per 100.000). Insomma, è come se in Italia ogni anno una cittadina come Brescia conoscesse da sola 65 morti per overdose, ovvero oltre un quinto del totale italiano di un anno. Siamo su un altro pianeta, rispetto all’Italia, e nella crisi degli oppioidi i buoi sembrano ormai sfuggiti dalla stalla.
Oppioidi protagonisti negli Usa nelle morti per overdose
Il fentanyl, i derivati dell’ossicodone, l’eroina, i derivati della morfina rappresentano tre quarti del totale dei morti da overdose in America. Ma anche l’overdose di droghe come la metanfetamina stanno aumentando con e senza il coinvolgimento di oppioidi sintetici. In Italia predominano, nelle ridotte statistiche, l’eroina e le droghe simili. Ma in quest’ottica abbiamo una rete di salvataggio che protegge il Paese: il servizio sanitario nazionale. Vera garanzia contro il dolore e lo spaesamento che l’assenza di cure strutturate in America contribuisce ad aumentare per esclusi, emarginati e fragili. Chiamati a vivere contro una continua lotta alla depressione, che sta prendendo forme epidemiche negli Stati dell’America profonda e rurale, tra i maschi bianchi di mezza età degli Stati lontani dalle coste e nelle fasce più povere della popolazione. Gli esclusi della fase storica che tra incertezze, disuguaglianze economiche e impatti della pandemia e delle crisi globali sta condannando fasce della popolazione Usa a un’overdose di fragilità. Spesso letale.