Perché leggere questo articolo? Di Battista torna in campo dopo i risultati deludenti alle europee del Movimento 5 Stelle. In molti già lo vedono pronto ad insidiare Conte come leader del Movimento. “Ipotesi plausibile ma per adesso poco probabile”. Ma tutto potrebbe cambiare nei prossimi mesi. L’intervista a Gianni Balduzzi di Termometro Politico.
Movimento 5 Stelle in crisi. Dopo la deludente prestazione alle elezioni europee, la leadership di Conte è stata confermata. Ma ora spunta l’incognita Di Battista, storico volto del partito, che pare essere tornato in campo con una raccolta fondi a favore del riconoscimento della Palestina. Ma quanto potrà cambiare gli equilibri il ritorno in campo di “Dibba”? E quanto la leadership di Giuseppe Conte è effettivamente sicura nonostante l’incondizionato supporto dei deputati e senatori grillini? L’abbiamo chiesto a Gianni Balduzzi, sondaggista di Termometro Politico.
Lo “snaturamento ineluttabile” del Movimento 5 Stelle
Subito dopo il crollo delle europee, Virginia Raggi ha parlato di “ritorno alle origini” necessario per il partito. “Che si sia snaturato Il Movimento 5 Stelle è chiarissimo. Il punto è capire se questo snaturamento era ineluttabile o è stato qualcosa di creato artificialmente”. Balduzzi è pero convinto che sia qualcosa di inevitabile “perché in assenza di una grande crisi sistemica, naturalmente gli elettori si dividono a destra e a sinistra a maggior ragione se c’è un governo con una connotazione chiara di destra”.
Le storiche questioni “né di destra né di sinistra” e l’essere contro la casta non c’entrano più. “Nel momento in cui c’è la destra al governo, cosa dici? Chiaro che nel momento in cui l’elettorato si è diviso, i 5 Stelle hanno dovuto prendere una posizione”. Posizione sostanzialmente di sinistra. “La connotazione originaria di essere al di sopra delle definizioni si è inevitabilmente persa”, ha aggiunto.
Il ritorno in campo di Alessandro Di Battista
Ed è proprio in questo clima di crisi elettorale che torna uno storico volto del Movimento, Alessandro Di Battista. L’ex deputato ha infatti convocato la sua piazza per il riconoscimento della Palestina. “Probabilmente Di Battista con la sua posizione ha maggiori chance di successo rispetto alla posizione originaria di Grillo che aveva 10 anni fa”, ha affermato Balduzzi. Quella del Dibba è infatti una posizione marcatamente a sinistra.
“Sarebbe comunque una sinistra ancora di più alternativa e radicale rispetto a quella attuale e quindi bisogna vedere che tipo di elettorato può avere in un contesto in cui ci sono già soggetti come Avs, come Santoro o parte del Pd stesso che già ricoprono le stesse posizioni”. Il suo essere notevolmente anti-sistema però potrebbe aiutarlo.
Conte vs Di Battista? “Plausibile ma per adesso poco probabile”
Conte, almeno per ora, sembra però godere di ampia fiducia da parte dei suoi deputati e senatori. Fiducia che però potrebbe iniziare a traballare nei prossimi mesi. Balduzzi vede l’ipotesi Di Battista alla guida del partito al posto di Conte “plausibile ma per adesso poco probabile”. Le decisioni devono essere infatti prese da chi al momento è elettore del Movimento. “Alla fine le decisioni le prendono chi rimane quindi è ovvio che se si andasse a vedere cosa ne pensano tutti coloro che hanno votato almeno una volta nella storia i 5 Stelle (che arrivò fino al 32% di preferenze), allora magari Di Battista potrebbe essere più popolare di Conte”.
L’attuale presidente però gode di grande popolarità all’interno dell’elettorato pentastellato. “Tra coloro che sono rimasti Conte ha ancora presa”. Ma questa presa potrebbe svanire da un momento all’altro. La possibilità di Di Battista alla guida del partito “non è una prospettiva del tutto impossibile”, ha affermato.
Il ritorno di Di Battista e la probabile scissione nel Movimento 5 Stelle
L’ipotesi del Dibba che faccia uno sgambetto al presidente Conte quindi diventa col tempo sempre meno un’utopia. Questa situazione però potrebbe portare ad un momento critico all’interno del partito. Con la possibilità di una scissione. “Questo dipende molto dai sondaggi che ci saranno nei prossimi tempi”, dichiara Balduzzi. Questa ipotesi è infatti plausibile nel caso in cui i risultati elettorali del Movimento dovessero continuare a crollare. Pensare ad una possibile scissione “solo con un risultato delle europee è un po improbabile”.
I prossimi mesi e i prossimi sondaggi saranno quindi di fondamentale importanza. Solo quelli potrebbero scalfire la leadership di Conte. Leadership che non viene messa in discussione a causa “dell’assenza di altro leader”. E questo, secondo Balduzzi è la ragione per la quale i leader non cadono.
M5s, la collocazione a sinistra “è necessaria”
A causa di questi risultati elettorali sotto le aspettative, nella mente dei grillini di vecchia data riecheggiano le famose parole di Grillo. “Parlare di sinistra e di destra è come parlare di ghibellini e guelfi”. Negli anni invece il Movimento si è avvicinato sempre di più ad un elettorato di sinistra. Ma questa volontà di spostarsi sempre di più a sinistra gioca un ruolo positivo o negativo? “Rispetto ad adesso è un dato di fatto. Non potrebbero prendere altra posizione più accettabile al momento”, afferma lapidario il sondaggista. Rispetto ad un tempo invece gioca un ruolo negativo.
Ma i tempi nei quali il Movimento gravitava intorno al 30% sono tempi ormai irripetibili. A meno che non arrivasse qualche crisi. “Per cui questa collocazione è necessaria più che positiva e negativa”. Il Movimento è ormai un partito più tendente alla sinistra. “Una volta che la connotazione di sinistra è affermata ci si gioca sul tipo di leadership, di comunicazione che viene fatta e su temi”, conclude Balduzzi.