Aleksei Navalny è morto nella colonia penale n. 3 dell’Okrug autonomo di Yamalo-Nenets. Nel circolo polare artico, a oltre 2mila chilometri da Mosca. Il principale oppositore politico di Vladimir Putin era stato arrestato tre anni fa per ragioni ritenute “politicamente rilevanti”. Aveva 47 anni. A dare notizia del suo decesso il dipartimento regionale del servizio penitenziario federale
La morte di Navalny durante una passeggiata: “Vani i tentativi di rianimarlo”
“Il 16 febbraio di quest’anno, nella colonia correzionale n. 3, il detenuto Navalny A.A. si e’ sentito male dopo una passeggiata, perdendo quasi immediatamente conoscenza. Gli operatori sanitari dell’istituto sono immediatamente arrivati ed e’ stata chiamata una squadra medica di emergenza”, si legge nel comunicato. “Sono state eseguite tutte le misure di rianimazione necessarie, ma non hanno dato risultati positivi. I medici del pronto soccorso hanno confermato la morte del condannato. Si stanno accertando le cause della morte”. Così anche le agenzie russe.
Dmitri Peskov, portavoce del Cremlino, ha affermato che le cause della morte saranno chiarite dai medici: I medici devono capirlo in qualche modo”.
Navalny: dal blog alla lotta contro la corruzione in Russia
Nato a Butyn il 4 giugno del 1976 e laureatosi in Legge, dal 2000 si era dedicato alla politica attive tra le fila del partito di opposizione Yabloko. Partito da cui uscì nel 2007. Nel 2008 l’apertura del suo blog personale, con il quale iniziò a denunciare episodi di corruzione all’interno del Paese. E’ questa attività che gli porta grande popolarità tra gli oppositori del governo Putin, da lui direttamente attaccato. Nasce una stagione di grandi proteste di piazza che culminano nel 2011. Due anni dopo, Navalny si candida a sindaco di Mosca e ottiene il 29,24% dei consensi, dietro al vincitore Sergei Sobyanin, sindaco uscente.
Gli arresti e i processi. Il malore e l’avvelenamento
Inizia per Navalny una lunga serie di arresti e processi. Già nel 2012 è condannato a tre anni e mezzo, su denuncia della multinazionale russa Yves Rocher. Quindi nel 2017 viene arrestato durante una manifestazione a Mosca e poi ad un’altra protesta anti corruzione. A settembre è ancora imprigionato con l’accusa di aver organizzato eventi pubblici non autorizzati.
Risale al 20 agosto 2020 il misterioso malore durante un volo dalla Siberia a Mosca. Navalny finisce in terapia intensiva: “Ha subito un avvelenamento tossico”, denuncia la sua portavoce Kira Yarmysh.
Il 22 agosto del medesimo anno viene trasferito dalla Russia in Germania. Dove gli viene riscontrato un avvelenamento da Novichok. Viene dimesso dall’ospedale dopo 32 giorni e resta inizialmente in Germania. Poi la scelta di tornare in Russia e l’immediato arresto all’aeroporto Sheremetyevo di Mosca, per strascichi legati all’affaire Yves-Rocher. Condannato a quasi tre anni di carcere, inizia uno sciopero della fame. I medici del carcere gli diagnosticano una tubercolosi per la quale potrebbe morire “in qualsiasi momento”
Nel febbraio 2022 un nuovo processo, per appropriazione indebita, con condanna a nove anni. Quindi una nuova accusa di “estremismo” e una ulteriore condanna ad altri 19 anni. Dalla fine del 2023 si trovava in una cella singola.