“Navalny? Potrei darvi una delusione, ma sappiamo che è morto per un coagulo sanguigno. E’ sostanzialmente confermato“. Le dichiarazioni non giungono da qualche esponente del Cremlino, ma da Kyrylo Budanov, il capo dell’Intelligence della Difesa ucraina. Quindi qualcuno che sicuramente non ha alcun interesse a scagionare Putin per la morte del suo principale oppositore politico. Da quando dieci giorni fa si è diffusa la notizia della morte del 47enne Aleksei Navalny, da tre anni detenuto nella colonia penale n. 3 dell’Okrug autonomo di Yamalo-Nenets, molte erano state le speculazioni su quello che potesse realmente essere accaduto. E ampia è stata la mobilitazione, con la vedova di Navalny in prima linea, per ottenere verità e giustizia.
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— hromadske (@HromadskeUA) February 25, 2024
Navalny non è stato giustiziato: le parole di Budanov fanno il giro del mondo
Ma parlando con i cronisti nella giornata di domenica, Budanov ha fornito una ricostruzione che in parte cambia le prospettive. Nessun avvelenamento, nessun incidente, nessuna esecuzione sommaria. Ma un fatale problema di salute. Scenario compatibile con quanto da subito raccontato dal dipartimento regionale del servizio penitenziario federale russo, che aveva parlato di un malore durante una passeggiata. Le parole di Budanov sono state riprese inizialmente dal sito hromadske.ua e da lì sono state rilanciate dalla Pravda. Per poi fare il giro del mondo.
La detenzione di Navalny in una prigione nel circolo polare artico
Detto questo. Se un coagulo del sangue può essere stata la banale causa della morte di Navalny, va da sè che quella dell’oppositore politico di Putin non può comunque considerarsi una morte normale. O del tutto accidentale. E’ evidente che le condizioni di vita in un penitenziario all’interno del circolo polare artico possono debilitare qualsiasi organismo rendendolo più esposto a deficit e malori. E a loro esiti fatali. Ed è altrettanto evidente che questo possa essere un metodo di detenzione che intenzionalmente aumenta il rischio per i prigionieri di incorrere in gravi problemi di salute. Più naturali di un proiettile in testa. Ma non per questo meno innocenti.
Morte naturale? Un vecchio metodo dei gulag…
Interessante, a titolo di esempio, il dibattito che è nato tra alcuni utenti di Reddit: “E’ un vecchio metodo da gulag. Tieni la persona in costante movimento. Non può fermarsi, viene fatta dormire pochissimo, la dieta è terribile. Nessuno sa nemmeno dove si trova realmente per metà del tempo. E in definitiva provoca stress corporeo e con un un sistema di difese già indebolito dall’avvelenamento, era solo questione di tempo prima che il suo corpo cedesse”, ha commentato un utente. Situazione così sintetizzato da un altro: “La morte per cedimento degli organi è ciò che naturalmente segue all’abuso fisico, alla malnutrizione ed alla mancanza di sonno”.