Scendiamo nel girone dei grillini che hanno già deciso di votare la fiducia a Mario Draghi. In Transatlantico girano i nomi dei deputati pronti a dire sì a Draghi, ma gli indiziati non si fanno vedere. E spesso non si fanno trovare al telefono. Fa eccezione il deputato Niccolò Invidia, che getta il cuore oltre l’ostacolo e spiega a true-news.it i motivi della sua scelta. Un sì alla fiducia, al netto delle decisioni che prenderà il suo leader, Giuseppe Conte.
Voterò sì ma non sono draghiano
“Io voterò sì alla fiducia senza dubbio. Guardi, è vero che in questo periodo si sta abusando della parola responsabilità, ma in questa situazione bisogna davvero essere responsabili. Perché ci sono delle emergenze economiche che l’Italia deve affrontare e non si può andare a votare a settembre in questa situazione”, spiega Invidia a true-news.it.
Il deputato precisa, quasi facendo il controcanto all’immagine della colla Coccoina pubblicata da Grillo, “che ovviamente non si tratta di mantenere la poltrona. Altrimenti non le parlerei così, non sono uno Scrooge che vota la fiducia per farsi qualche altro mese di legislatura”. Invidia non ci sta nemmeno a essere etichettato come “draghiano“. “Per me il sì alla fiducia non è un sì alla persona Draghi. Piuttosto si tratta di un sì alla continuità di governo, che è indispensabile in questo momento storico”, riflette il deputato del M5s.
Senza governo c’è il rischio bolla
Che si appella “alla maturità delle forze politiche. Perché sarebbe impossibile andare a votare a settembre o a ottobre, che è il periodo in cui si dovrebbe portare avanti la legge di Bilancio“. Quindi Invidia abbozza: “Si tratterebbe di stare mesi senza governo. Perché anche se dalle urne uscisse un risultato abbastanza chiaro non avremmo un nuovo esecutivo pienamente operativo prima di novembre o dicembre e questo non ce lo possiamo permettere”.
Il parlamentare grillino vede prospettive fosche per il futuro, soprattutto a livello economico. “Ci sono una serie di analisti, tra cui Citygroup, che prevedono lo scoppio di una bolla finanziaria internazionale tra qualche mese”. Una crisi come quella del 2008? “Sì potrebbe crearsi una crisi economica simile a quella del 2008“, risponde il pentastellato che vuole dare la fiducia a Draghi.
Speranze per salvare anni di lavoro
Invidia spera in un ravvedimento in extremis da parte di Conte: “Io spero che anche nel mio partito si risponda positivamente alle aperture e si riesca a trovare un accordo per evitare la fine della legislatura“. Un sì alla fiducia, quello di Invidia, che è motivato anche da ragioni legate al suo lavoro di parlamentare.
“Veda, io sono in Commissione Lavoro e da tre o quattro anni sto lavorando anche insieme ai miei colleghi degli altri partiti per portare in Aula una serie di provvedimenti frutto del nostro lavoro. Testi che dovrebbero arrivare in Aula proprio in autunno”, aggiunge. Insomma, la legislatura deve andare avanti anche perché altrimenti sarebbe sprecato il lavoro di tanti parlamentari, che per anni si sono impegnati nelle varie Commissioni.
Al massimo andiamo al voto a gennaio
“Ovviamente il motivo principale è che bisogna assicurare la continuità di governo in questo periodo. Guardi per me si potrebbe anche andare a votare a gennaio dopo l’approvazione della finanziaria. Ma è importante anche che non venga sprecato il nostro lavoro di anni per una crisi aperta per motivi confusi. Che ancora francamente non sono nemmeno chiari, dato che abbiamo consegnato anche un documento in nove punti a Draghi. Un testo su cui non ci aspettavamo risposte immediate“, conclude Invidia. Sì a Draghi, no all’instabilità.