Perché leggere questo articolo? Da giorni si parla della possibilità di un confronto televisivo tra Giorgia Meloni e Elly Schlein. Le trattative proseguono, ma la segretaria del Pd ha messo il veto su Bruno Vespa e sulla nuova Rai “meloniana”.
No alla Rai, ma soprattutto no a Bruno Vespa. Sì a Sky o La7. Ma anche a un confronto in un luogo “neutrale”, moderato da un parterre di direttori di estrazione diversa. Elly Schlein detta le regole per il confronto televisivo con la premier Giorgia Meloni. E avanza le sue pretese. Con una certezza: il dibattito non deve essere fatto nel contesto che dovrebbe essere il più istituzionale di tutti, ovvero la Rai del “meloniano” Vespa.
Schlein: No alla Rai, sì a Sky e La7
Non a caso, il conduttore di Porta a Porta e Cinque Minuti, dopo il sì di Meloni alla sfida lanciata da Schlein, si è affrettato a dire che lui era stato il primo a offrire la sua disponibilità per ospitare l’atteso match catodico tra la presidente del Consiglio e la segretaria del Pd. Una fuga in avanti, nel tentativo di spegnere sul nascere le perplessità di Schlein.
Dubbi che vertono sull’imparzialità di Viale Mazzini, ribattezzata al Nazareno come “Telemeloni”. Non solo Vespa, dunque, un giornalista che addirittura è apparso in alcune card sui social di Fratelli d’Italia e che non nasconde il suo atteggiamento benevolo nei confronti del governo. Ma il veto è su tutto il servizio pubblico. Fonti del Pd ricordano a True-News.it la performance del direttore degli approfondimenti Rai Paolo Corsini, che durante l’ultima edizione di Atreju ha rivendicato con orgoglio la sua militanza politica tra i Fratelli d’Italia. Con tanto di reazioni sdegnate e richieste di dimissioni da parte dei dem.
Il Pd e il veto sulla Rai, “Telemeloni”
Perciò dal Nazareno, seppure implicitamente, ci tengono a smentire la versione di Vespa. “Siamo stati contattati sia da Porta a Porta sia da Sky Tg24, ma ci sono anche altre opzioni”, dice a True-News.it una fonte vicina a Schlein. Insomma, la Rai non è arrivata per prima rispetto alla testata all news diretta da Giuseppe De Bellis. Il Pd e Schlein non vogliono la Rai, ma il veto viene espresso rigorosamente a taccuini chiusi, con l’obiettivo di non far naufragare la trattativa per il confronto televisivo con la Meloni.
D’altronde le alternative non mancano. Nelle ultime ore, a fronte di tanta competizione, è spuntata l’ipotesi di un dibattito “modello Zelensky”, moderato da una pattuglia di direttori e grandi firme di differenze estrazione politica. La contesa tv Schlein-Meloni potrebbe dunque ricalcare il modello dell’intervista al presidente ucraina a Porta a Porta del maggio 2023. Dunque, fuori dallo scenario di uno studio televisivo e con diversi giornalisti con opinioni differenti a intervistarlo. Così da assicurare la pluralità, ma forse al prezzo di una mancanza di ritmo del dibattito. Il tutto in un contesto “neutrale” ancora da definire. Scartata Mediaset, restano altre due alternative, entrambe accettate di buon grado da Schlein.
Le alternative: Sky o Mentana
La prima è Sky Tg24, che spesso ha ospitato confronti e faccia a faccia tra leader politici a ridosso delle elezioni. Una soluzione gradita al Pd, anche perché, secondo il Nazareno, la loro disponibilità è arrivata contemporaneamente a quella del filogovernativo Vespa. E poi ci sarebbe il Tg La7 di Enrico Mentana. Un direttore che ha moderato il primo storico faccia a faccia “all’americana” tra due leader italiani. Il celebre “Braccio di Ferro” tra Silvio Berlusconi e Achille Occhetto del 1994. Dopo trent’anni Mentana se la gioca. Ma per Schlein l’importante è che non sia la Rai, ovvero “Telemeloni”.