Perché può interessarti questo articolo? Le tensioni interne a Forza Italia possono favorire la fuoriuscita di un gruppo di malpancisti, a cominciare da Licia Ronzulli, che però al momento smentisce. Ma il Terzo polo ha iniziato il corteggiamento e nel centrodestra si teme qualche incidente parlamentare causato ad hoc…
Nessuna scissione, nessuna fuoriuscita da Forza Italia. La linea ufficiale è stata dettata in alcune dichiarazioni dalla capogruppo al Senato, Licia Ronzulli, diventata a tutti gli effetti il punto di riferimento della “corrente degli scontenti”. Al momento non c’è una vera e propria struttura correntizia, ma solo dei malumori che alimentano il desiderio di allontanarsi dal partito di Silvio Berlusconi. E che uniscono un po’ di parlamentari e dirigenti, alcuni dei quali restano al coperto in un clima di sospetti reciproci.
Malumori in Forza Italia
La sostituzione del presidente dei deputati, Alessandro Cattaneo, con Paolo Barelli, fedelissimo del vicepremier, Antonio Tajani, ha rappresentato uno “sgarbo non solo a Cattaneo, ma a tutti quelli che a Montecitorio hanno apprezzato il suo modo di lavorare”, riferisce una fonte interna, di solito molto allineata con le scelte del Cavaliere. Il vento tuttavia sta cambiando. “La verità è che sta venendo giù tutto, Fascina si è messa in testa di fare la stratega politica senza aver alcuna esperienza. E Tajani gioca a fare il factotum, assommando una serie incredibili di ruoli di governo e di partito”, si sfoga un esponente degli azzurri.
Allora ecco che mentre viene smentita la tentazione di fuoriuscita, si vocifera di una decina di nomi pronti a lasciare il partito, tra Camera e Senato. Ma farlo ora sarebbe una scelta insensata: la vendetta andrà servita al momento opportuno. “Magari quando si può creare un incidente parlamentare per la maggioranza”, osserva un parlamentare del centrodestra, di rito meloniano, che osserva con preoccupazione i sommovimenti interni a Forza Italia. Insomma, per paradosso la “melonizzazione” degli azzurri può rappresentare un problema.
Chi può uscire da Forza Italia
La prima a lasciare sarebbe ovviamente Ronzulli. Solitamente sulle sue posizioni si è spesso ritrovato un altro senatore, Alberto Barachini, che però è anche sottosegretario all’Editoria. Difficile che possa fare il favore di andare via e garantire una poltrona a qualcun altro. Attende al massimo di essere dimissionato, nel caso. Tra i “ronzulliani” storici ci sono poi Dario Damiani e Roberto Rosso. Alcuni rumors, però, li danno in riavvicinamento al corpaccione del partito che riconosce in Tajani la guida politica, decisamente a trazione Meloni.
Di sicuro ha preso le distanze dalla capogruppo il ministro della Funzione pubblica, Paolo Zangrillo, attento a salvare l’incarico governativo. E infatti nella compagine ministeriale e tra i vari sottosegretari, con l’incognita Barachini, nessuno si sogna di mettere in discussione le decisioni provenienti da Arcore. «È stato sempre così, ascoltiamo il presidente», è il mantra degli azzurri che cercano di allontanare le ombre ronzulliane intorno.
La corte di Renzi ai parlamentari di Forza Italia
Ma i mal di pancia non mancano tra chi teme che l’appiattimento sulle posizioni di Fratelli d’Italia porti Fi alla scomparsa dai radar politici. Per questo motivo, i più liberali si guardano intorno e al loro fianco trovano una sola soluzione: il Terzo polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi, molto più logico di approdare nella piccola formazione dei Moderati capeggiati da Maurizio Lupi. Chi esce da Forza Italia, è in sintesi il ragionamento fatto, lo fa per lasciare questo centrodestra, più vicino al sovranismo – seppure mitigato – di Meloni e Salvini, che alla rivoluzione liberale della prima ora.
Nei Palazzi si vocifera di una corte iniziata da Renzi per portare Ronzulli dalla propria parte. Anche in questo caso senza alcuna fretta, andando incontro a una serie di smentite ufficiali. Ma lo sguardo è rivolto ai prossimi mesi per comprendere come andranno le cose, con l’orizzonte delle Europee sullo sfondo. E con un’idea manifestata in privato dalla “corrente degli scontenti” di Forza Italia: “Si può dare può fastidio restando all’interno, che lasciare campo libero fin dall’inizio”. Un punto sembra comunque fissato: “Non è finita qua”.