Perché leggere questo articolo? Dopo i risultati delle amministrative, favorevoli al centrosinistra in tutti i capoluoghi più importanti al voto, dal centrodestra è arrivata la proposta di una legge elettorale “anti-ballottaggi” per le comunali. Fratelli d’Italia ha battezzato l’iniziativa con il presidente del Senato Ignazio La Russa. D’accordo anche la Lega. In scia Forza Italia, che però propone una soluzione sul modello della legge elettorale per i sindaci della Regione Siciliana. Niente ballottaggi dal 40% in su. True-News.it ne ha parlato con i deputati azzurri Alessandro Cattaneo e Giorgio Mulè.
Fratelli d’Italia chiama. La Lega risponde. Forza Italia si inserisce in scia e propone il “modello siciliano”. Ignazio La Russa, presidente del Senato, dopo i risultati dei ballottaggi di lunedì, ha lanciato l’idea di eliminare il secondo turno nelle elezioni comunali. A ruota è arrivato l’endorsement del deputato Giovanni Donzelli, pezzo grosso di Fratelli d’Italia. La Lega, invece, ci aveva già provato a marzo, con un blitz del capogruppo al Senato Massimiliano Romeo, per modificare in questo senso il Decreto Elezioni.
Forza Italia guarda alla Sicilia per i ballottaggi
Più tiepida Forza Italia. Che vuole abbassare la soglia per accedere ai ballottaggi. Dal 50% attuale al 40%. Come da legge elettorale regionale per i comuni della Sicilia. “Il modello siciliano del 40% è quello giusto”, esordisce il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè. “Bisogna evitare ciò che è successo in questi ballottaggi, dove sono stati eletti sindaci che al primo turno avevano preso meno voti dello sfidante”, continua Mulè. Dunque bisogna abbassare la soglia al 40% “Sì, possiamo farlo anche al 42 o al 43% e la modifica va fatta lontano dalle elezioni. Adesso potrebbe essere il momento giusto per cominciare a parlarne”.
Mulè e Cattaneo: “Con il 40% niente ballottaggi”
Gli fa eco Alessandro Cattaneo, che è stato anche sindaco di Pavia. “Io dico da tempo immemore che bisogna modificare la legge sui ballottaggi per l’elezione del sindaco”, spiega a True-News.it. “Anche io nel 2014 sono stato vittima di questo paradosso, perché il mio sfidante al secondo turno prese meno voti in assoluto di quanti ne presi io al primo, questo in virtù del grande astensionismo che c’è sempre ai ballottaggi”.
Cattaneo ne fa anche una questione culturale. “In Francia, dove c’è da sempre il ballottaggio anche per l’elezione del Presidente della Repubblica, il primo turno è considerato quasi come una sorta di elezione primaria, mentre al secondo turno aumenta notevolmente l’affluenza. Ed è ciò su cui punta Emmanuel Macron per battere Marine Le Pen, ma da noi al ballottaggio nei comuni non va mai a votare nessuno, anche perché il doppio turno a livello locale è stato introdotto in tempi relativamente recenti, con l’elezione diretta del sindaco”, ragiona il parlamentare di Forza Italia.
Per Fi “La sinistra non vuole affrontare il problema”
Come Mulè, anche Cattaneo prende a modello la Sicilia. “Secondo me quello della Sicilia, dove con il 40% non si va al ballottaggio, è un modello praticabile”, conferma Cattaneo. Poi va all’attacco del centrosinistra: “Ai ballottaggi l’affluenza è sempre drammaticamente bassa, solo che alla sinistra conviene, perciò preferiscono sempre non affrontare il problema”.