Perchè questo articolo potrebbe interessarti? True-news.it ha seguito la notte elettorale a stretto contatto con i principali partiti in corsa. La debacle del Partito democratico a livello nazionale non sembra essere avvertita in maniera prepotente dal Pd milanese. Al Circolo Arci di Lambrate notabili locali e militanti non sembrano vivere lo sconforto del partito di Enrico Letta.
La notte elettorale più buia della storia del Partito democratico nazionale non è così nera a Milano. Al Circolo Arci di Lambrate il Pd milanese ha seguito lo spoglio della notte elettorale in un misto tra attesa e speranza. Alla vigilia candidati e militanti fanno previsioni. “La speranza è che la notte sia lunga, perchè se è lunga allora ce la giochiamo“.
Le reazioni del Pd alle prime rilevazioni
“A livello nazionale per l’una dovrebbe essere tutto chiaro – dicono i giovani attivisti che popolano il circolo dal pomeriggio. “A noi interessano i collegi territoriali: quelli si scoprono dopo le due”. Poi arriva il primo exit poll: una pioggia di “pensavo peggio”. C’è quasi ilarità per la tenuta del secondo posto, il mancato sorpasso del Movimento 5 stelle è un sollievo. Dal bunker in cui sono chiusi candidati ed esponenti politici si alza un boato di risate.
Contattata telefonicamente – anche se a pochi metri dalla nostra postazione – la vicesindaca Anna Scavuzzo poco dopo le 23:30 dichiara di non voler commentare. “Gli exit poll sono attendibili come i tarocchi” commenta su WhatsApp, con un’emoticon che ride. Le fa eco Alessandro Capelli, vicesegretario della segreteria milanese. “Al momento non abbiamo dati consolidati”. Le facce però tradiscono una certa serenità. Qualcuno brinda, addirittura.
L’asticella minima per perdere bene: il 25 per cento
I notabili rimangono rinchiusi nella war room. Memori delle “lezioni” delle precedenti politiche del 2013 e 2018 – quando le illusioni dei primi exit pool erano scomparse rilevazione dopo rilevazione – non rilasciano dichiarazioni. In giornata la segretaria metropolitana Silvia Roggiani aveva fissato l’asticella di salvezza per il partito. “Sopra il 25% a Milano si può considerare il risultato del Pd locale soddisfacente”. Soglia minima che viene confermata nel corso della serata, anche qualora dagli uninominali non dovesse arrivare alcun seggio per i candidati dem.
Con i dati della rilevazioni non ancora definitivi, ma ben avviati è possibile cantare vittoria. O meglio, non sconfitta; invertendo – almeno a livello locale – la non vittoria di Bersani, passata alla storia nel 2013. La soglia del 25% sembra essere raggiunta e dall’ecatombe degli uninominali a Milano il Pd tiene.
Misiani: un successo importante
Nonostante i ritardi, verso l’una e mezza arrivano i primi segnali di timida schiarita. “Antonio Misiani nel collegio del centro città è in vantaggio”. E’ lui la vera speranza della notte del Pd milanese. Di fatto l’unica in una serata difficile per i dem, ma che riserva una delle poche gioie proprio a Milano.
La festa all’Acli di Lambrate è tutta per Misiani, che – stanco ma soddisfatto – commenta a True-news.it. “Se i dati di Milano saranno confermati, si profila un successo importante. Perché non era scontato, a maggior ragione di fronte al risultato record del Terzo Polo, stiamo mantenendo il vantaggio sul centrodestra”. Questo per il responsabile Economia e Finanze del partito “è frutto della credibilità del Pd. Delle settimane di lavoro pancia a terra, nelle strade e nei quartieri della città”.
Il Pd a Milano ha una storia di successi che viene da lontano
Rispetto al dato nazionale per il quasi certamente confermato senatore Misiani “il Pd a Milano è diventato una realtà sempre più forte, elezione dopo elezione”. Un successo che “arriva da lontano: con il buon lavoro amministrativo, con Pisapia prima e ora con Beppe Sala”. Ma anche figlio del radicamento di un partito sul territorio che – come ho visto in questa campagna elettorale – è riferimento in tutti i municipi. Nelle aree periferiche come nel centro città”.