Dal nostro corrispondente a Odessa Ugo Poletti*
Odessa é citata spesso sui giornali tra gli obiettivi principali di una possibile invasione russa. La cittá fondata dal napoletano José de Ribas, emigrato alla corte di Caterina la Grande in cerca di gloria militare, e descritta da Isaak Babel (“Racconti di Odessa”) é una cittá strategica per il suo porto.
Da un punto di vista economico, rappresenta la porta delle esportazioni del granaio d’Europa. Da un punto di vista simbolico-culturale é una cittá di grande bellezza architettonica, che alcuni definiscono la Praga sul mare, ed é iconica nella storia della musica, della letteratura e dell’arte.
Ucraina orientale, porti bloccati dal 2014
Da quando la Russia ha occupato la Crimea nel 2014, il Mare d’Azov é stato militarizzato e da allora i porti dell’Ucraina orientale sono bloccati. Quando, a fine novembre 2018, due motovedette e un rimorchiatore delle forze navali ucraine tentarono di attraversare lo stretto di Kerch per riaffermare la nazionalitá di quelle acque, furono attaccate dalla marina russa, che catturó navi ed equipaggi.
Quindi, da un punto di vista di rotte commerciali, l’export dell’Ucraina passa quasi tutto dai porti di Odessa. Oltre al porto storico della cittá, costruito soprattutto da immigrati italiani (del Regno delle Due Sicilie) e greci, ci sono altri 6 porti nella regione. Se la flotta russa del Mar Nero bloccasse questi porti strangolerebbe l’economia dell’Ucraina, che é molto ricca di commodities alimentari (grano, mais, olii vegetali, soia) e minerarie (tra cui manganese, litio, cobalto, titanio).
Un blocco dei porti sarebbe, da un punto di vista militare, una soluzione senza spargimento di sangue, perché la flotta ucraina non dispone dei mezzi necessari per il contrasto e, come é ormai palese, non ci sono flotte americane o europee all’orizzonte per sfidare la flotta russa.
Perchè un blocco dei porti ucraini sarebbe molto rischioso per la Russia
Questa opzione, sulla carta molto realistica, sarebbe peró molto rischiosa per la Russia a causa del probabile contraccolpo diplomatico da parte dei Paesi che dipendono dalle forniture dell’Ucraina, o che hanno grandi investimenti in Odessa.
Ecco i principali:
Cina
La Cina è il principale partner commerciale dell’Ucraina. Primo importatore di mais e orzo ucraino (20% dell’esportazione totale nel 2021) e il secondo di olio di girasole (15%), dopo l’India (30%). Il sistema alimentare cinese praticamente dipende dall’approvvigionamento dell’Ucraina e sarebbe molto costoso e difficile trovare quelle forniture altrove. Inoltre, è il principale esportatore in Ucraina di prodotti di largo consumo (8,25 miliardi di dollari nel 2020). Il Consolato Generale della Repubblica Popolare Cinese a Odessa, non a caso, é più grande del corpo diplomatico locale.
Considerata l’importanza dell’attuale alleanza militare e tecnologica tra Russia e Cina, sarebbe politicamente imbarazzante colpire la popolazione cinese nei suoi consumi alimentari, nel contesto della contrapposizione Putin-Biden. E il governo cinese difficilmente rimarrebbe impassibile.
Germania
Il più grande investimento della Germania in Ucraina (insieme a Metro e Knauf) è il CTO-Container Terminal Odessa, controllata del gruppo HHLA, il principale operatore portuale tedesco. La quota di maggioranza della holding è del Comune di Amburgo, la capitale marittima della Germania, che fa rientrare la societá all’interno dell’interesse nazionale tedesco. Inoltre, sappiamo che Berlino è anche il principale cliente del gas russo, attraverso North Stream 1 (e presto North Stream 2). Se la Germania non è pronta ad aiutare militarmente l’Ucraina contro la Russia, certamente é determinata a difendere i suoi investimenti e il suo welfare state.
Dubai, Qatar
DP World è il campione della logistica degli Emirati Arabi Uniti (Dubai, Abu Dhabi) e un investitore estero strategico nel porto di Yuzhny, il primo porto dell’Ucraina (vicino a Odessa).
QTerminals, holding di logistica del Qatar, si è aggiudicata la gara per la concessione di 35 anni del porto di Olvia (ex Oktyabrsk) nella regione di Nikolaev, tra Odessa e la Crimea.
Questi Stati del Golfo Persico sono potenze finanziarie che investono fondi rilevanti per scopi politici. Ad esempio, il Qatar è un partner strategico della Turchia nella partita in Libia, in antagonismo alla Francia (l’Italia é fuori da questo gioco per complesso esistenziale). È molto pericoloso offendere degli attori con tali risorse finanziarie, che un giorno potrebbero vendicarsi su un altro scenario.
Svizzera
Ci sono due grandi investitori nei porti di Odessa che sventolano la bandiera svizzera: la Risoil S.A., holding di aziende agroindustriali e principale operatore logistico del porto di Chornomorsk, e la MSC S.A., la più grande compagnia di shipping del Mediterraneo. Entrambe le società hanno sede legale a Ginevra (anche se gli investitori fisici non sono svizzeri). Considerando quanti patrimoni dell’establishment russo sono gestiti in Svizzera, non è molto saggio stuzzicare un paese che ha il potere di dare informazioni sui conti dei suoi clienti soggetti a sanzioni internazionali.
Paesi Bassi
Louis Dreyfus Company (LDC) è uno storico investitore nel porto di Odessa, dove possiede un grande terminal. L’antica holding mercantile francese, che si occupa di agricoltura, finanza, trasformazione alimentare e spedizioni internazionali, ha sede ad Amsterdam e ufficio operativo a Rotterdam.
L’azionista principale di LDC è la vedova dell’ultimo capo della famiglia Louis-Dreyfus, la donna d’affari russa Margarita (Olegovna Bogdanova) Louis-Dreyfus di San Pietroburgo, laureata in giurisprudenza all’Università di Mosca. Un’altra relazione che puó influire nei rapporti con la Russia.
Bombardare Odessa non è una strada sensata per Mosca
Riguardo invece alle previsioni di eventuali attacchi diretti o insensati bombardamenti, va ricordato che Odessa é una cittá iconica per il mondo intellettuale russo, perché non é stata solo il grande porto commerciale dell’impero zarista, ma anche una capitale culturale che rivaleggiava con San Pietroburgo e Mosca. Inoltre, é stata la “Hollywood dell’Unione Sovietica”, dove Eisenstein ha girato la “Corazzata Potemkin” e molti altri film memorabili del cinema russo. Bombardare Odessa sarebbe quasi come bombardare una cittá storica come Napoli.
Quando hai giá molti Paesi ostili, non é saggio aumentarne il numero o scontentare alcuni alleati. Queste sono alcune considerazioni che inducono chi vive oggi a Odessa a non temere per il peggio, nonostante la campagna stampa tamburellante, che probabilmente é uno strumento del negoziato.
*Ugo Poletti, imprenditore italiano di Milano, vive a Odessa da 5 anni, dove ha fondato un giornale online in inglese, The Odessa Journal, dedicato a storia, cultura e affari a Odessa, la capitale marittima e la città più europea dell’Ucraina.