Perché leggere questo articolo? “L’Ohio d’Italia”, un’invenzione giornalistica che torna in auge durante ogni elezione regionale. Secondo un’analisi però, una regione si avvicina a questo ambitissimo titolo. Parliamo del Piemonte che potrebbe rappresentare la tomba del Campo Largo.
Oramai qualsiasi regione italiana viene chiamata l'”Ohio d’Italia”. Ogni qual volta una regione va al voto, le viene dato questo esotico appellativo. Ultimamente è successo con la Sardegna, con l’Abruzzo e già molti giornali parlano della Basilicata – fra qualche settimana al voto – come l’Ohio d’Italia. Questo termine viene utilizzato dai media per indicare una particolare regione che potrebbe anticipare la tendenza di voto a livello nazionale. Niente di più falso. Ne abbiamo parlato più volte, il termine viene abusato giornalisticamente ma i dati parlano diversamente. L’Ohio esiste solo nella testa dei giornalisti nostrani.
L’Ohio non esiste neanche più negli Usa
Anche perché l’Ohio non esiste neanche più negli Usa. È da anni che i dati elettorali dello Stato del Midwest non corrispondono con i dati effettivi a livello nazionale statunitense. Un esempio lo troviamo nelle ultime elezioni. Trump ha vinto nello Stato nel 2020 ma ha perso la sfida per la Casa Bianca.
Questo riferimento giornalistico all’Ohio nasce all’inizio di questo millennio, quando nelle elezioni presidenziali statunitensi era considerato il più decisivo e indicativo dei cosiddetti “swing states”, stati in bilico. Da ormai più di dieci anni però, l’Ohio non in stato in bilico neanche per sbaglio. È a maggioranza saldamente repubblicano.
L’analisi di Pagella Politica: forse esiste una “Ohio italiana”
Se quindi è vero che l’Ohio è puramente un’invenzione giornalistica, è interessante però capire effettivamente quale delle venti regioni italiane potrebbe avvicinarsi all’ambito titolo di “Ohio d’Italia”. E no, non stiamo parlando dell’Abruzzo né tantomeno della Basilicata. Parliamo invece del Piemonte, regione con i fari puntati nelle ultime settimane a causa della campagna elettorale che si sta accendendo in vista delle regionali. Regionali che si svolgeranno l’8 e il 9 giugno, insieme alle elezioni europee.
Pagella Politica ha svolto un’analisi comparata dei voti di ogni singola elezione regionali con quelli delle elezioni nazionali dal 1948 fino al 2022. La regione che in media si è avvicinata è proprio il Piemonte, seguita dalla Liguria e dal Lazio. “Solo” quarta è l’Abruzzo. Nello specifico il Piemonte ha votato in modo più simile all’Italia per ben quattro volte, nel 1948, 1968, 2006 e 2013. Per la metà delle elezioni inoltre il Piemonte si è classificato massimo al terzo posto.
Le regioni italiane che si discostano maggiormente
Fanalini di coda nelle regioni che più si avvicinano ai dati delle elezioni nazionali con le rispettive regionali sono invece Valle D’Aosta e Trentino Alto Adige. Per questi due territori però pesa il fatto che nelle elezioni raccolgono molti voti i partiti regionalisti, che non si candidano nelle altre regioni. Altre regioni che si discostano molto sono due delle meno contendibili d’Italia: Veneto ed Emilia Romagna. La prima si classifica quindicesima mentre la seconda diciottesima nella media dal 1948 al 2022. I dati rimangono simili anche se facciamo il paragone tra regionali ed europee. Il Piemonte rimane al primo posto, ultimi sempre Trentino e Valle D’Aosta.
Piemonte: la tomba del Campo Largo
Il Piemonte si presenta quindi come la vera prova del nove. Non solo per il centrodestra che con la conferma di Cirio potrebbe allontanare l’aria di crisi causata dalla sconfitta in Sardegna. Ma anche e soprattutto per il Centrosinistra. Il campo di battaglia del Piemonte si sta mostrando molto più impervio del previsto. Con il centrodestra unito con Cirio, una delle poche possibilità di vittoria del Campo Largo era presentarsi uniti e compatti.
Ma così non sarà. Schlein e Conte non sono riusciti a trovare un’accordo e si presenteranno separati in una battaglia già complessa in partenza. Potrà festeggiare il centrodestra. Il Piemonte potrebbe rappresentare per il centrosinistra la sconfitta definitiva. Rimanendo in tema Usa, l’Ohio d’Italia potrebbe essere la Little Bighorn per Pd e 5 Stelle.