Milano negli ultimi anni è diventata sempre più internazionale affermandosi come principale porta d’ingresso per gli investimenti esteri in Italia e ben 4.700 aziende straniere hanno trovato casa nella nostra città. Ma cosa può fare Milano per migliorare ancora questo posizionamento competitivo nel futuro?
Olimpiadi Milano-Cortina 2026, Milano guardi alle esigenze delle imprese
Avendo lavorato in grandi multinazionali straniere ho assistito in prima persona al processo che porta un’azienda a scegliere dove investire e ho ben presente i molti fattori decisionali in ballo. Ci sono fattori politico-istituzionali, come la stabilità dei governi e i tempi della giustizia, aspetti economici, come gli incentivi fiscali e la presenza di altre aziende simili con cui creare cluster, e aspetti che riguardano più propriamente la forza lavoro, come la presenza di talenti e il mercato del lavoro in generale.
Olimpiadi invernali, Milano & Partners non basta
La prima cosa che la città deve fare è rendere facilmente reperibili le informazioni per gli investitori, scegliendo magari di interloquire con determinati settori competitivi. Al momento Milano&Partners, l’associazione fondata dal Comune e dalla Camera di Commercio che promuove l’immagine internazionale della città, offre un buon servizio in tal senso. Visitando il sito di Milano&Partners ci sono tante buone iniziative: mappe interattive per aiutare nella scelta di quartieri e progetti di riqualificazione urbana in cui investire, un portale unico per scoprire opportunità fieristiche, la lista degli incentivi fiscali disponibili e così via. Ma le informazioni non bastano. Quando gli investitori decidono di venire in loco, il Comune deve essere in grado di organizzare visite e sopralluoghi in tempi rapidi, introdurre gli stakeholder e le associazioni giuste, insomma avere un servizio dedicato a questo genere di accompagnamento.
E se l’investitore si decide a fare sul serio? Ecco che serve un supporto per aiutare chi arriva ad affrontare gli adempimenti e gli obblighi della burocrazia italiana, creando un legame costante tra istituzioni e privati che andrebbe mantenuto nel tempo, in un’ottica di crescita e di buone relazioni. Un investitore abbandonato a sé stesso non tornerà a investire.
Anche se la complessità burocratica ha origini di carattere nazionale, il Comune può intervenire sulla velocità di ottenimento di licenze e certificati. Serve digitalizzare e investire in tecnologia, come è avvenuto con la cittadella degli archivi, che grazie all’introduzione dell’archivista robot Eustorgio, ha reso più veloce l’erogazione delle pratiche urbanistiche del Comune.
Una proposta per il futuro di Milano
Nella giunta attuale non è presente un assessorato all’internazionalizzazione e credo che, anche alla luce delle olimpiadi invernali di Milano-Cortina, nel prossimo mandato sarebbe il caso di rimediare. Un’apposita struttura comunale, dotata di adeguate risorse economiche potrebbe fare sinergia con Milano&Partners, mettendo a sistema le risorse dei privati già in campo.
Sebbene non sia un’appassionata del controllo pubblico, credo che su un tema così importante sia importante investire e penso che il Comune potrebbe avere un ruolo centrale nel migliorare l’attrattività della città e nel mettere intorno a un tavolo i molti interessi esistenti.