Il Comitato olimpico internazionale (CIO) e l’Unione internazionale di sport sul ghiaccio (ISU) stanno considerando di alzare la soglia d’età per poter competere nel pattinaggio a 17/18 anni. Le motivazioni riguardano la pressione sulla salute mentale delle giovani atlete e, se la misura viene approvata, entrerà in vigore nei prossimi Giochi Olimpici invernali di Milano-Cortina.
Il caso di Kamila Valieva
L’evento che ha scatenato la discussione è avvenuto nelle Olimpiadi invernali di Pechino. La quindicenne Kamila Valieva, atleta russa fino a quel momento imbattuta in tutte le gare junior e senior, ha svolto una performance rovinosa ed è stata accolta con freddezza e astio dal suo entourage, allenatrice compresa. La discussione sulla tutela verso le pattinatrici minorenni e su metodi di allenamento discutibili si è riaccesa. Non è una riflessione nuova. Ritorna infatti ciclicamente in discipline come il pattinaggio o la ginnastica artistica, che puntano su atlete e corpi sempre più giovani, sottoponendoli a forti tensioni. Il parziale ritiro di Simone Biles da Tokyo 2020 l’ha dimostrato.
La reazione del CIO è stata mettere in discussione il regolamento. Alzare, cioè, il limite d’età per partecipare a grandi eventi internazionali – come le Olimpiadi di Milano-Cortina – a 17 o addirittura a 18 anni. L’Italia e la sua Federazione Sport del Ghiaccio (FISG) si sono dimostrate favorevoli. Thomas Bach, presidente del CIO, ha dichiarato di “essere rimasto molto, molto turbato quando ho visto la gara [di Kamila Valieva] in TV”. Gli enti che regolano le grandi manifestazioni sportive si stanno rendendo conto che alla salute mentale delle atlete va data sempre più attenzione.
Che cosa ne pensando le atlete italiane?
L’abbiamo chiesto a Lara Naki Gutmann, pattinatrice sul ghiaccio italiana che ha appena fatto ritorno dalle Olimpiadi invernali di Pechino e negli ultimi due anni si è aggiudicata il titolo di campionessa italiana di pattinaggio di figura.
Cosa ne pensi della possibilità di alzare la soglia d’età per la partecipazione alle competizioni internazionali a 17/18 anni? Credi che possa portare dei benefici alle pattinatrici o frenarne la carriera?
Basandomi sulla mia esperienza posso dire che si cambia categoria spesso quando si è molto giovani. Io a 12 anni facevo Junior e a 15 ero già Senior. Ho visto la differenza su me stessa con il trascorrere del tempo, da quando ero più giovane a ora che ho 19 anni, quindi proprio a cavallo del limite d’età di cui si sta discutendo. Il fisico è diverso, le modalità per allenarsi e anche il tempo da dedicare alla disciplina devono essere diversi. Forse alzare il limite d’età è davvero la scelta giusta. Alcune pattinatrici, anche talentuosissime, una volta cresciute vengono frenate, mentre altre giovanissime vengono incentivate a gareggiare. C’è uno squilibrio dovuto proprio all’età e alla forma fisica, a come si presentano i nostri corpi. Non credo che questa misura possa frenare la carriera. Le ragazze giovani potranno eccellere nella loro categoria e nelle loro competizioni. In caso contrario, invece, le donne più adulte sono ostacolate proprio per via della loro età.
Quanto pesano, soprattutto sulle più giovani, lo stress e la pressione? Credi che questa possibilità consideri anche la salute mentale delle atlete?
Lo stress e la pressione pesano tanto e non solo sulle più giovani, anche se con più esperienza si riescono a gestire meglio questi fattori. Alzando il livello d’età si considera sicuramente anche la salute mentale delle atlete. Nonostante ciò bisogna considerare che, se tutto ciò entra in vigore, il livello Junior si alzerà e la pressione sarà comunque presente, anche se in misura minore.
Che ruolo hanno le prossime Olimpiadi Milano-Cortina nella formulazione di questa proposta?
Sicuramente le prossime Olimpiadi giocano un ruolo centrale. Per discutere di questa possibilità si è aspettata non a caso la fine di Pechino 2022. In vista dei prossimi Giochi si dovrà decidere come gestire il limite d’età così da arrivare pronti. C’è tempo affinché questa nuova regola, se approvata, venga normalizzata.