A Palermo si è tenuta l’udienza del processo Open Arms, in cui Matteo Salvini è imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio, accusato di aver impedito, nell’agosto del 2019, lo sbarco di 147 migranti salvati dalla nave dell’Ong spagnola.
Il leader della Lega, che all’epoca dei fatti ricopriva il ruolo di ministro dell’Interno, non era presente in aula, ma per lui l’accusa ha richiesto sei anni di reclusione. Sul caso abbiamo intervistato l’europarlamentare Paolo Borchia: “Sconvolgente che un ministro possa rischiare una pena così severa per aver semplicemente svolto il proprio dovere. Anche l’Europarlamento è ostaggio della sinistra, speranzosa nella condanna del nostro leader”
Open Arms, il Pm chiede 6 anni di reclusione per Salvini. Meloni: ‘Totale solidarietà al ministro’. È d’accordo con le parole di Meloni?
Condivido pienamente le parole della premier Giorgia Meloni, che ha espresso totale solidarietà al vicepremier Matteo Salvini in merito alla richiesta di sei anni di carcere per la vicenda Open Arms. È sconvolgente che un ministro possa rischiare una pena così severa per aver semplicemente svolto il proprio dovere di proteggere i confini del nostro Paese. La difesa dei confini non può e non deve essere considerata un reato. Questo è un attacco non solo a Salvini, ma anche al principio stesso di sovranità nazionale e sicurezza. Un ministro che lotta contro gli scafisti e riduce le morti in mare andrebbe premiato, non condannato!
La Rai è finita nel mirino dell’opposizione per aver mandato in onda il monologo del ministro. Cosa risponde alla “sinistra” che ha condannato il servizio pubblico televisivo?
Riguardo alle polemiche sulla trasmissione dell’intervento di Salvini da parte della Rai, credo che sia fondamentale garantire un pluralismo informativo. La sinistra, che per anni ha avuto il monopolio sul sistema mainstream mediatico, critica la scelta della Rai di mandare in onda il video, ma dobbiamo ricordare che ogni voce deve avere spazio nel dibattito pubblico. La Rai deve essere un luogo di confronto e non di censura. È inaccettabile che si accusi il servizio pubblico di asservimento alla maggioranza, quando invece si sta semplicemente dando voce a un ministro che sta difendendo le proprie azioni.
Come viene vista a livello europeo la richiesta del Pm?
Ancora una volta, l’Europarlamento è ostaggio della sinistra, speranzosa nella condanna del nostro leader. Le elezioni si vincono con il voto, non nelle aule dei tribunali. Oggi mi rammarica vedere che, nonostante a livello europeo la richiesta del PM di condanna per Salvini sia stata vista con preoccupazione da molti leader, tra cui Viktor Orbán, numerosi deputati hanno deciso di rigettare un dibattito proprio sulla condanna a Matteo Salvini in Eurocamera, un luogo in cui il confronto democratico dovrebbe sempre essere tutelato.
Cosa ci insegna questo fatto?
Mentre c’è chi, come il leader ungherese, definisce Salvini “un patriota coraggioso”, altri non aspettano altro che vederlo in carcere, per aver fatto solo ciò che il buon senso imponeva: fermare l’immigrazione illegale e clandestina. Questa situazione evidenzia una frattura crescente tra le visioni politiche in Europa. La solidarietà espressa da figure come Orbán dimostra che la lotta per la sovranità e la sicurezza dei confini è una battaglia condivisa da molti partiti in un’Europa sempre più frammentata e ipocrita.
Ritiene problematico sul fronte della sovranità nazionale la richiesta dei Pm per Salvini?
La richiesta del PM non mette in discussione solo l’operato di Salvini, ma anche i principi fondamentali su cui si basa la nostra sovranità nazionale, all’interno di un’UE che predica bene, ma razzola male. Basta guardare a cosa sta facendo la Germania in queste ore: da oggi Olaf Scholz ha adottato politiche anti-immigratorie con l’obiettivo dichiarato di combattere l’immigrazione illegale e garantire la stessa sicurezza nazionale che Matteo Salvini voleva assicurare. Due pesi e due misure dunque?