“Conte un giorno sì e l’altro no chiede rispetto al Partito Democratico, l’intervista che ha fatto oggi è una mancanza di rispetto nei confronti del Partito Democratico, alla quale non ha senso rispondere perché non voglio alimentare polemiche”, dice il deputato del Pd Matteo Orfini a true-news.it. Si riferisce al colloquio, pubblicato oggi dal Foglio, in cui Giuseppe Conte dice che i dem sulla guerra stanno seguendo la linea tracciata settimane fa dal M5s e dallo stesso ex premier.
Pacifismo dettato dai sondaggi?
Sempre nel colloquio con Il Foglio, il leader grillino dice anche di non fidarsi del presunto approccio più morbido rispetto al conflitto mostrato dal Nazareno, con il Pd che secondo Conte si sarebbe messo a inseguire i sondaggi, una volta sondato che l’opinione pubblica italiana è contraria all’invio di armi a Kiev e all’escalation militare. L’avvocato che guida il Movimento crede che quelle dem siano posizioni “dettate dai sondaggi, ma restano poco convinte”.
“Bisognerebbe leggere con più attenzione le posizioni del Pd e cercare di strumentalizzare meno”, avverte Orfini, ex dalemiano, animatore dei cosiddetti Giovani Turchi, provenienza politica di sinistra. Il deputato dem contesta la narrazione secondo cui il suo partito avrebbe optato per “una correzione di rotta” rispetto alla linea iniziale sulla guerra in Ucraina.
Le stesse posizioni
“A me pare che abbiamo sempre sostenuto le stesse cose dall’inizio e gli eventi stanno dimostrando che sono scelte giuste, cioè noi dall’inizio abbiamo detto che ovviamente c’è un aggressore che è la Russia e che questo comporta il dovere di sostenere l’aggredito con tutti gli strumenti possibili, quindi anche attraverso l’invio di armi all’Ucraina” spiega Orfini.
“Abbiamo però sempre detto anche che serviva un’iniziativa forte dell’Europa perché la politica estera dell’Europa la fa l’Europa. Non la fa Nato, non la fanno gli Stati Uniti, che solo alleati strategici ma l’Europa è l’Europa”. Nessun cambio di rotta, dunque, quando il segretario Enrico Letta dice che non bisogna seguire a rimorchio gli Usa. “Abbiamo sempre sostenuto tutti i tentativi diplomatici messi in campo dai leader europei, come Macron”, aggiunge il parlamentare del Pd. “Noi rivendichiamo il ruolo dell’Europa e questa è sempre stata dall’inizio la posizione del Pd”.
Scelte sofferte di fronte alla guerra
E il Letta super-atlantista dipinto da alcuni politici e commentatori? “Sono state fatte delle polemiche politiche da avversari politici, ci sta ma la posizione che tutti abbiamo sostenuto è stata sempre questa. Sia nel dibattito parlamentare sia nelle interviste e nelle mozioni che abbiamo votato, non c’è nessuna correzione di rotta”, risponde Orfini.
Nel Pd, comunque, convivono anime diverse, anche sull’approccio al conflitto. “Abbiamo tutti dubbi e perplessità, dall’area cattolica e dall’area di sinistra di cui faccio parte. E’ chiaro che di fronte a una guerra abbiamo tutti dubbi e perplessità. Sarebbe da scemi non averne, abbiamo fatto scelte sofferte e anche dolorose, dopodiché siamo classe dirigente del Paese e dobbiamo fare delle scelte”, riflette il deputato.
Excursus storico
Che conclude con un excursus sul pacifismo e la storia della sinistra. “Nella storia della sinistra italiana c’è il pacifismo, ma c’è anche la consapevolezza che il sostegno militare in alcuni casi è indispensabile. Quante volte noi da sinistra abbiamo detto che bisognava sostenere, anche militarmente il popolo curdo quando combatteva l’Isis da solo? Quante volte abbiamo detto che di fronte a un’aggressione gli aggrediti andavano sostenuti e ci siamo lamentati che non si facesse? La storia della sinistra è articolata e complessa”, la conclusione di Orfini.