La speranza siamo noi quando non chiudiamo gli occhi davanti a chi ha bisogno, quando non alziamo muri ai nostri confini, quando combattiamo ogni forma di ingiustizia. Auguri a noi, auguri alla nostra speranza”
Si aprono con una citazione di David Sassoli, compianto ex Ex Presidente del Parlamento europeo, le 35 pagine con cui il Pd presenta il suo programma per le elezioni del 25 settembre.
Inflazione, costo materie prime, energia: le emergenze da affrontare
E poi un richiamo a Papa Francesco per trattare la pandemia e la guerra in Ucraina: “Dal trauma della pandemia, ancora presente nelle nostre vite, ci siamo rialzati imparando, per dirla con le parole di Papa Francesco, che nessuno si salva da solo, ci si salva soltanto insieme. Questa lezione è altrettanto attuale oggi, con una guerra feroce, quella di Putin, alle porte dell’Unione Europea e con le conseguenze del conflitto nelle nostre vite e nella nostra economia: con l’aumento dell’inflazione, del costo delle materie prime ed energetiche, col persistere di profonde disparità economiche, sociali, generazionali, di genere, ambientali, territoriali. La crescita abnorme di queste disuguaglianze è il principale problema che sta indebolendo le democrazie occidentali dall’interno. Partire da questi divari è indispensabile per affrontare tutte le altre sfide cruciali del nostro tempo, a cominciare dalle trasformazioni del lavoro e dalla transizione ecologica e digitale”.
La legge elettorale e lo spauracchio della destra alleata con Orbàn e Putin
Sul piano prettamente politico, viene tirata in ballo la legge elettorale per giustificare l’ascesa nei sondaggi dei partiti di centrodestra: “La legge elettorale con la quale andiamo a votare, in questo delicatissimo passaggio della nostra vita democratica, può permettere alla coalizione delle destre, che, fino a ieri, si sono divise tra partecipazione e opposizione al governo Draghi di unità nazionale, di trovare un collante, tanto effimero quanto opportunista, per tentare di aggiudicarsi molti seggi nella parte del sistema elettorale che segue la regola maggioritaria. La nostra sfida è presentarci in una coalizione che affronti una scelta di campo tra l’Italia dei grandi Paesi europei e un’Italia alleata con Orban e Putin”. Ancora una volta, come si sta ascoltando e leggendo in questi giorni, viene agitato lo spauracchio di un governo alleato dei sovranisti e della Russia nonostante Giorgia Meloni abbia più volte ribadito il sostegno al patto atlantico.
I tre pilastri per l’Italia 2027
Tre i pilastri su cui poggia il programma del Pd per l’Italia 2027: sviluppo sostenibile e transizioni ecologica e digitale; lavoro, Conoscenza e giustizia sociale e Diritti e cittadinanza. Si legge nel documento: “Sono tre pilastri perché se anche uno solo di essi cade o viene gravemente danneggiato la nostra democrazia collassa. Affermare dunque – come da anni fanno le destre estreme di Giorgia Meloni e Matteo Salvini – che occuparsi dei diritti non è mai urgente, o che la sostenibilità ambientale può essere rimandata a domani e poi al giorno dopo, vuol dire non comprendere la fragilità della nostra democrazia o, semplicemente, disinteressarsene”.
Lavoro, i richiami all’”agenda Draghi”
“Dobbiamo dire basta – proseguono i Dem – al precariato, al lavoro povero e al lavoro nero, intervenendo drasticamente sulle diverse cause che alimentano i processi di una disuguaglianza radicata, diffusa e inaccettabile. Vogliamo applicare al più presto in Italia il salario minimo previsto dalla Direttiva europea, riprendendo il percorso interrotto da chi ha fatto cadere il Governo Draghi, proprio alla vigilia della sua possibile approvazione. Nell’affrontare i temi del lavoro, dobbiamo costruire un Paese nel quale la lotta alle diseguagianze sociali sappia coniugarsi con la lotta ai mutamenti climatici, forieri di un’altra forma di disuguaglianza: quella tra le generazioni presenti e quelle future, alle quali abbiamo il dovere di consegnare un mondo migliore.
I diritti: dallo ius scholae al ddl Zan
Dallo ius scholae alla legge Zan, il capitolo dedicato ai diritti ricalca proposte già trattate, e mai approvate, nelle precedenti legislature. “Abbiamo la ferma intenzione di affermare il pieno riconoscimento dei diritti civili delle persone LGBTQI+ e di approvare una nuova legge sulla cittadinanza per le bambine e i bambini che studiano in Italia, ponendo così fine alla lunga storia di discriminazioni dolorose e fuori dal tempo”. Si parla di “pronta approvazione del ddl Zan e della legge per il matrimonio egualitario”.
Il Pd vuole ripartire da quanto (non) fatto nei precedenti anni di governo. Toccando anche il tema del fine vita, della libertà di espressione e delle fake-news.
Le proposte per cambiare l’Unione Europea
“La possibilità di riformare l’Unione Europea oggi c’è. La Conferenza sul Futuro dell’Europa, fortemente voluta da David Sassoli e dai democratici europei, ha permesso a più di 700.000 cittadini e cittadine europei di partecipare e far sentire la propria voce, immaginando l’Europa di domani. È dai risultati della Conferenza che dobbiamo partire, perché abbiamo la responsabilità di dare piena attuazione a quelle istanze. Le cittadine e i cittadini europei hanno indicato chiaramente la direzione: l’UE di domani dovrà essere una forza di pace e prosperità, equità e progresso, un’Europa sociale e sostenibile, premurosa e coraggiosa”, si legge nel programma.
La nuova legge elettorale
Torna il cavallo di battaglia della legge elettorale, che il Partito ha avuto modo di cambiare, nel corso degli anni al governo, ma senza successo. Ed ecco la solita promessa. “La pessima legge elettorale con la quale andiamo a votare deve essere cambiata, perché le liste bloccate sviliscono il ruolo del parlamentare, ne condizionano i comportamenti. Ci impegniamo a proporre, lungo queste linee, una nuova legge elettorale al Parlamento sin dai primi mesi della prossima legislatura per superare la frammentazione, il trasformismo, per ridurre gli effetti distorsivi sulla rappresentanza legati al taglio dei parlamentari e per favorire la costruzione di forze politiche stabili e dotate di una riconoscibile identità”.
Capitolo tasse, il no alla flat tax: “E’ propaganda delle destre”
Argomento di discussione di questi caldi giorni di campagna elettorale è la flat tax, sostenuta, in particolare, dalla Lega. E contro cui il Pd si oppone. “Un sistema fiscale equo e progressivo è alla base del nostro patto di cittadinanza. Le flat tax proposte dalle destre sono propaganda elettorale sulla pelle di chi ha meno: avvantaggiano solo i redditi più alti e sottraggono risorse per il welfare. Dobbiamo migliorare i rapporti tra Stato e i contribuenti, semplificando drasticamente gli adempimenti attraverso il Codice tributario unico, lo sviluppo del fisco digitale, l’abolizione delle micro-tasse, e attuando la riforma della giustizia tributaria”.
Le proposte per il lavoro e le pensioni
Per quanto riguarda il mondo del lavoro, tra le proposte, spiccano posizioni contrarie all’automazione e slancio allo smart working: “L’anticipazione dell’intervento dell’UE sui lavoratori delle piattaforme online, assicurando trasparenza sul funzionamento degli algoritmi, “che devono essere oggetto di contrattazione collettiva e non possono sostituire l’essere umano nell’assunzione delle decisioni sulle condizioni di lavoro. Porre in capo alle piattaforme l’onere della prova circa l’identificazione del tipo di rapporto di lavoro, che si presume subordinato; la promozione dello smart working, anche ai fini di favorire le esigenze di conciliazione dei tempi di vita e lavoro, ridurre le emissioni di agenti inquinanti e di migliorare, nel contempo, la vivibilità dei centri urbani e rivitalizzare i piccoli borghi sempre più spopolati”.
Le pensioni sono al centro del dibattito dopo la proposta di Silvio Berlusconi di aumentarle a mille euro al mese. Il Pd vuole “ favorire una maggiore flessibilità nell’accesso alla pensione, a partire dai 63 anni di età, da realizzarsi nell’ambito dell’attuale regime contributivo e in coerenza con l’equilibrio di medio e lungo termine del sistema previdenziale. Va inoltre introdotta per le nuove generazioni una pensione base legata alla contribuzione per le persone che svolgono attività lavorative povere o discontinue”.
Obbligo scuola d’infanzia e stipendi per gli insegnanti
Si legge: “Vogliamo rimettere al centro la scuola e restituire al mestiere dell’insegnante il ruolo di dignità e centralità che merita, garantendo una formazione adeguata e continua e riportando, nei prossimi cinque anni, gli stipendi in linea con la media europea. In Italia un bambino su dieci non frequenta la scuola dell’infanzia (3-5 anni), iniziamo a lasciarli indietro prima ancora di insegnargli a leggere e scrivere, creando le prime odiose diseguaglianze nell’accesso a un sistema educativo idoneo e ad un’alimentazione sana. Ciò crea le prime odiose diseguaglianze, già in tenerissima età, nell’accesso a una formazione idonea e a un’alimentazione sana. La scuola, invece, deve accompagnare tutti i genitori, le bambine e i bambini, dai primissimi anni di vita. Intendiamo quindi questa discriminazione tra bambini rendendo obbligatoria la scuola dell’infanzia e garantendone la gratuità nell’accesso”.
Sanità: medicina di prossimità, Case di Comunità, riduzione liste d’attesa, piano straordinario per la salute mentale
“Investiremo, sulle Case della Comunità come modello in grado di farsi prossimo alle esigenze di tutta la popolazione, in un’ottica di prossimità e multidisciplinarità. Finanzieremo un nuovo piano di assunzione di Medici di Medicina Generale, perché nessuno si ritrovi solo quando ha bisogno di assistenza, senza sapere a chi rivolgersi. Lanceremo un piano straordinario per la salute mentale, per promuovere presa in carico e inclusione attraverso lo sviluppo di modelli organizzativi di prossimità, con Centri di Salute Mentale di piccola scala, fortemente radicati e integrati nelle comunità. E approveremo la riforma della non autosufficienza con un incremento del finanziamento pubblico per l’offerta di interventi e servizi. Ci impegniamo a dimezzare al 2027 i tempi massimi delle liste di attesa per esami diagnostici e interventi, riformando l’attuale Piano Nazionale Governo Liste d’Attesa con l’introduzione di un sistema di incentivi- sanzioni e di mobilità tra strutture sanitarie”, propongono i Dem nel programma.
Cannabis legale per uso terapeutico e personale e giustizia riparativa
“Nell’ambito delle politiche di contrasto alle mafie e alla criminalità organizzata, riteniamo sia arrivato il momento di legalizzare l’autoproduzione per uso personale e fare in modo che la cannabis terapuetica sia effettivamente garantita ai pazienti che ne hanno bisogno. Vogliamo valorizzare gli strumenti di giustizia riparativa anche per superare l’impostazione di un sistema penale incentrato prevalentemente sul carcere, sfruttando le potenzialità delle misure alternative e di comunità. Da questo punto di vista, riteniamo si debbano rendere strutturali le misure emergenziali applicate durante il Covid e immaginare nuove modalità di esecuzione della pena, che prescindano dalla detenzione in carcere e garantiscano contemporaneamente sicurezza e dignità”.