Perché leggere questo articolo? Alla Camera si prevedeva un ordine del giorno poco divisivo, con l’istituzione della commissioni di inchiesta Antimafia e su quella sui rifiuti. Ma le parole di Giovanni Donzelli hanno infiammato la polemica in Aula, creando tensioni che mai si erano viste in questa legislatura.
Paura e delirio alla Camera. Il calendario si annunciava infatti sonnolento, quasi un “prefestivo”, prima dello stop ai lavori in vista delle Regionali nel Lazio e della Lombardia. All’ordine del giorno c’era giusto l’approvazione di due commissioni di inchiesta in un unanime accordo, come l’Antimafia e quella sui rifiuti, ma in mezzo si è inserita la polemica politica più infuocata da quando è iniziata la legislatura.
Per la prima volta dall’insediamento del nuovo Parlamento, maggioranza e opposizione sono arrivate davvero ai ferri corti. Con scene che non si vedevano da tempo e con il coinvolgimento del giurì d’onore, organismo che fino a ieri era pressoché ignoto pure a chi frequenta abitualmente il Palazzo. Questo per rendere l’idea della portata dei fatti.
Camera, l’antimafia e la polemica di Donzelli
L’innesco è stato l’ormai celebre intervento in Aula alla Camera di Giovanni Donzelli, deputato di spicco di Fratelli d’Italia, che ha insinuato un possibile sostegno del Partito democratico con mafia e terrorismo. E nella foga del momento ha rivelato atti inediti, probabilmente secretati, su cui il Ministero della Giustizia ha avviato un’indagine. In poco tempo si è scatenato il putiferio. Il Transatlantico ha ricevuto una scarica di adrenalina.
Alcuni esponenti della maggioranza, principalmente di Forza Italia e Lega, cercavano di svicolare dalle domande dei giornalisti per l’imbarazzo di un attacco “oggettivamente esagerato”, come qualcuno ha ammesso dietro la promessa di poter parlare a microfoni spenti. “Diciamo che l’istituzione della commissione Antimafia dovrebbe arrivare con ben altro spirito“, si è limitato a sottolineare un altro deputato di centrodestra.
Camera, l’unità delle opposizioni di fronte alla maggioranza
L’effetto è stato per certi versi straniante: l’unità delle opposizioni di fronte alla maggioranza. Per una volta sia i terzopolisti di Carlo Calenda e Matteo Renzi che il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte hanno manifestato la propria vicinanza al Pd, vittima dell’affondo di Donzelli. Il brusio anti-donzelliano è stato vibrante. Così, proprio la capogruppo dem a Montecitorio, Debora Serracchiani, chiamata in causa in prima persona dal coordinatore nazionale di Fratelli d’Italia, è parsa determinata a replicare alle pesanti parole rivolte nei suoi confronti in Aula. Fino ad arrivare in Tribunale. “È diffamazione”, è il mantra che si diffondeva dai capannelli del Pd.
Camera, Donzelli superstar
Tuttavia, al netto delle “vittime”, in Transatlantico la vera star era proprio Donzelli con i cronisti che hanno fatto in modo di intercettarlo per ottenere la retromarcia chiesta proprio dal Pd. E lui, il diretto interessato, non ha fatto alcun passo indietro, anzi confermando in tutto e per tutto quanto affermato pochi minuti prima.
La pacata giornata di concordia si è trasformata in una battaglia con lo slittamento dei lavori. Il rinvio della discussione è stato solo un timeout, nell’attesa del mercoledì di fuoco in cui il vero appuntamento era l’informativa urgente del ministro Nordio alla Camera. Ma il centro non era il caso Cospito, motivo ufficiale della sua presenza a Montecitorio, bensì la vicenda Donzelli-Delmastro.
Quasi passato inosservato il passaggio del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti
Così è quasi passata inosservato il passaggio del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, uno dei protagonisti del question time pomeridiano, così come è finita fuori dai radar la presenza di Roberto Calderoli, titolare del dossier sull’autonomia differenziata, che intercettato dai cronisti ha fatto sfoggio d’ironia. “C’è un consiglio dei ministri domani? Non so nulla“, ha affermato con sorriso sornione. Uno dei pochi tra esponenti di centrodestra concentrato su altre questioni: gli altri, specie dalle parti di Fdi, sono principalmente preoccupati a far sgonfiare la polemica. Per salvare la coppia Delmastro-Donzelli.