Perché questo articolo potrebbe interessarti? Il Movimento Cinque Stelle è uno dei partiti più delusi dalla tornata per le europee, i grillini non sono andati oltre il 9%: “Abbiamo subito un’informazione fraudolenta – dichiara il neo eletto Gaetano Pedullà a TrueNews.it – ma adesso pensiamo a ciò che ci unisce con le altre forze progressiste, abbiamo tre anni per costruire un’alternativa al governo delle destre”.
Il sogno, fino a poche settimane fa, era quello di raggiungere il Pd. O, quantomeno, incalzarlo da vicino su questioni molto care a sinistra. Basti pensare, giusto a titolo di esempio, alle battaglie contro la cancellazione del reddito di cittadinanza e a favore del salario minimo. Poi qualcosa evidentemente è andato storto perché in effetti il Movimento Cinque Stelle, trainato da Giuseppe Conte, nei sondaggi si è progressivamente staccato dai dem. Fino a scendere, secondo i dati delle elezioni europee di domenica, sotto il 10%.
“Informazione fraudolenta prima delle europee”
“Vede, ci hanno dipinto come amici dei fannulloni – ha dichiarato Gaetano Pedullà a TrueNews.it – ed è per questo che molti sono scappati. Hanno detto che diamo soldi a chi non vuole lavorare, ci hanno accusato di dilapidare denaro pubblico con la storia del bonus 110%, è chiaro che poi in tanti si allontanano dal Movimento, soprattutto al nord“.
Pedullà è tra i pochi grillini che oggi può sorridere. Nella circoscrizione nord ovest è risultato più votato nella lista Cinque Stelle e, grazie alle oltre 15.000 preferenze espresse a suo favore, si è guadagnato il seggio per Strasburgo. Lo raggiungiamo telefonicamente in un pomeriggio caotico, fatto di messaggi di auguri e congratulazioni, ma anche di impegni e di attività figlie dell’onda lunga della campagna elettorale.
“Adesso è finita – ha detto ai nostri microfoni – ma ora inizia una fase ancora più importante”. Sul perché il Movimento ha raccolto un risultato ben al di sotto delle aspettative, il neo deputato sembra avere le idee abbastanza chiare: “C’è stato un problema legato all’astensionismo – ha dichiarato – quando in molti non vanno a votare, i partiti di opinione sono i più penalizzati. E il Movimento è un partito di opinione, non essendoci clientele al nostro interno”.
E poi c’è il discorso legato all’informazione: “Se ci dipingono in un certo modo, molti scappano – è il ragionamento di Pedullà – ma noi non abbiamo fatto alcun errore di comunicazione. Semmai, abbiamo subito quella che io definirei un’informazione fraudolenta. Non stiamo simpatici a molti, non abbiamo canali informativi nostri, quando parte una campagna negativa è difficile rispondere”.
Campo largo dopo le europee?
Pedullà ha quindi sottolineato come in Italia il problema legato all’informazione sia generale e non riguardi solo i grillini: “C’è un discorso relativo al pluralismo che, finita la campagna elettorale, va affrontato – ha proseguito su TrueNews.it – del resto, nelle classifiche sulla libertà di informazione, l’Italia è in fondo e fa addirittura compagnia al Burkina Faso. Tutto questo credo basti a confermare che un problema c’è ed è anche molto profondo”.
Ma adesso è tempo di pensare al dopo. Tramontato il sogno, non così nascosto fino a pochi mesi fa, di duellare con il Pd per il primato nel centrosinistra, ora per i grillini è il momento di capire cosa fare. Serve recuperare il terreno e riguadagnare consensi, in modo da tornare subito alla doppia cifra percentuale. Ma occorre anche capire il posizionamento da dare al Movimento.
Se cioè pensare al campo largo, come accaduto in Sardegna e in altre occasioni, oppure se agire da soli in attesa di un quadro politico più chiaro: “Io credo che il Movimento non ha mai chiuso del tutto la porta al dialogo con il Pd e non solo – ha voluto sottolineare Pedullà – siamo aperti al confronto con tutte le forze progressiste per costruire un’alternativa ai governi delle destre”.
“Dobbiamo ripartire – ha continuato il neo eletto grillino – da ciò che ci unisce alle altre formazioni progressiste. Ciò che ci divide lo sappiamo già, ma ciò che ci unisce lo dobbiamo coltivare. Abbiamo tre anni di tempo per farlo, non sarà semplice ma di sicuro sarà piuttosto stimolante”.
“Vogliamo un presidente della commissione di pace”
Tra non molto, Pedullà e tutti i neo eletti dovranno prenotare un aereo per Strasburgo e prendere confidenza con l’aula parlamentare che ospita l’assise continentale. Spontaneo quindi chiedere cosa farà l’esponente grillino una volta varcata la soglia dell’emiciclo che ospita i 720 eurodeputati: “Per prima cosa siamo tutti chiamati a eleggere un nuovo presidente della commissione – è la risposta dell’esponente grillino – ci sono molti nomi in ballo, sappiamo che quello di maggior peso riguarda Ursula Von Der Leyen, vedremo cosa accadrà”.
Il presidente della commissione sarà indicato dal consiglio europeo, ossia l’assemblea che riunisce tutti i capi di Stato e di governo dei 27: “Noi vorremmo che uscisse il nome di un presidente di pace – ha concluso Pedullà – qualcuno che impegni l’Europa a proseguire nei suoi ideali di pace. Vorremmo questo come obiettivo principale”.