Perché leggere questo articolo? Greta, bottiglie, Blablacar e nomi. Lo diciamo a ogni campagna elettorale, ma queste Europee sembra davvero ridefinire il concetto di peggio.
Stupido è chi stupido vota. Chissà cosa direbbe Forrest Gump nel vedersi liberamente citato in uno spot per le Europee. “La vita è come una cassetta delle lettere piena di santini” e poi esce il santino del candidato di +Europa Massimo Seri, che ha scelto lo slogan: Facciamo i SERI. Caro Forrest, la vita sarà anche una scatola di cioccolatini, ma noi temiamo di aver capito cosa abbiamo trovato dentro lo scatolone di queste Europee. Ogni volta andiamo ripetendoci che quella in corso è la campagna elettorale peggiore di sempre. Ma queste Europee sembra davvero ridefinire il concetto di peggio.
Il meglio del peggio delle Europee
Dai tweet di Borghi contro Mattarella, passando per i cartelloni di Fiocchi contro Greta Thunberg. I Blablacar di Calenda e le bottiglie di plastica della Lega. I palleggi di Renzi e i gioconi di parole di Conte. Solo in Italia si possono votare nomi di battesimo, cognomi di cantanti parenti e…un morto. Nella corsa alle Europee si è parlato di qualsiasi cosa, tranne che di Europa.
Mettiamo le mani avanti. C’è ancora tutta una settimana di campagna elettorale prima del voto delle Europee che potrebbe ulteriormente mettere in discussione il concetto di peggio. Un grosso balzo in avanti – o indietro, visto che più che di progresso, paiamo di fronte a un abisso da dragare – lo ha segnato nel weekend il senatore leghista Claudio Borghi, il re indiscusso di Twitter. Il suo post – uno dei 55 che quotidianamente in media vengono sfornati dal suo profilo X – contro Mattarella in difesa della sovranità italiana fa dubitare della capacità di comprensione del testo del senatore. E più in generale dell’opportunità che i nostri politici presidino i social. Noi ringraziamo e segniamo un punto sullo stupidario. Al momento sembra il non plus ultra del peggio che abbiamo visto a queste Europee.
Decima Mas e “Greta torna a scuola”: non c’è limite al peggio in queste Europee
A contendere la palma del peggiore a Borghi sono in molti. Talmente tanti che il favorito delle vigilia in questa corsa al ribasso ha dovuto faticare più del previsto per farsi notare. Già, questa orrenda campagna elettorale ha quasi messo in sordina il generale Vannacci. Quasi, perchè lui è un campione e ci ha messo lo zampino nel finale, tirando fuori dagli archivi polverosi nientepopodimeno che la X Mas. Non era facile, generalissimo: chapeau!
Vannacci se l’è dovuta vedere con una serie di degni avversari. C’è del genio in questa campagna elettorale. Pietro Fiocchi è il suo nome: abbiamo un vincitore. “Miss Thunberg, go back to school“, con tanto di foto dell’attivista svedese. L’eurodeputato lecchese di Fratelli d’Italia, nel ricandidarsi al parlamento di Strasburgo, ha scelto di tornare su un suo vecchio cavallo di battaglia: la contrapposizione ai movimenti ambientalisti. Lo slogan è una auto-citazione della frase che il 59enne disse in aula nel 2020 dopo che la stessa svedese aveva fatto un accorato intervento a favore di un cambio di politiche.
“Molti nemici, molti meme”. A osservare questa carrellata del peggio in vista delle Europee qualcuno si chiede cosa memiamo a fare?. Dopo aver visto Carlo Calenda girare l’Italia su BlaBlacar, Giuseppe Conte e Matteo Renzi sfidarsi a colpi di palleggi, davvero, ci si chiede quale sia il limite tra la politica e il trash. Poi è arrivato Leoluca Orlando, candidato di Alleanza Verdi e Sinistra, che dichiara: “Io sono razzista. Perché difendo la razza umana”. Quando vi chiedono cos’è il cringe, potete mostrargli questo spot.
Puoi votare un nome, un cognome storpiato e…un morto!
Che dire, è stata una campagna elettorale ricca di colpi di classe. Il centrodestra ha menato le danze, a suon di bottiglie di plastica e Intelligenza Artificiale contro l’Ue. Il centrosinistra ha provato a rispondere come meglio ha potuto: con Gualmini che ha scomodato Alberto Angela nel piacere di scoprirla e De Caro che parla in dialetto. Sarà sfida a suon di preferenze. In un paese, il nostro, che si conferma straordinario. Ma dove nel mondo puoi votare: un nome di battesimo (“Giorgia”), un cognome storpiato (Cecchi Paone si è fatto mettere “detto Pavone” sostenendo che molti elettori potrebbero ritenerlo un parente di Rita Pavone) e perfino un morto (la buon anima di Silvio Berlusconi)? Solo in Italia, solo in Italia.