Perché leggere questo articolo? Il progetto sull’educazione affettiva, voluto dal Ministro Valditara sull’ondata emotiva dei casi Caivano e Cecchettin, prende piede. Con solo 15 milioni di euro a disposizione, difficilmente si sarebbe potuto fare di più per la scuola italiana.
“Educare i ragazzi alle relazioni e contrastare i residui di cultura maschilista e machista che ancora inquinano il nostro paese“. Prende avvio l’educazione ai sentimenti e al rispetto uomo-donna nelle scuole italiane. Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, aveva in mente da tempo un piano per l’educazione affettiva nelle scuole italiane. Se n’era iniziato a parlare dopo il caso di abusi nel Parco Verde di Caviano, la scorsa estate. Ora è in dirittura d’arrivo un progetto che prevede 30 ore extracurricolare alle superiori. Con 15 milioni a disposizione era difficile fare meglio.
Il piano Valditara per l’Educazione relazionale nelle scuole
Il progetto si chiama ‘Educare alle relazioni’ ed è stato presentato nella giornata di giovedì 23 novembre, nella Sala Koch del Senato, dai ministri Giuseppe Valditara (Istruzione e Merito), Eugenia Roccella (Famiglia, Natalità e Pari Opportunità) e Gennaro Sangiuliano (Cultura).
Il progetto voluto da Valditara prevede l’introduzione di trenta ore di lezioni dell’insegnamento di “educazione alle relazioni” nelle scuole secondarie di secondo grado. Quindi nei licei, istituti tecnici e professionali, già a partire da questo anno scolastico sarà possibile avviare il progetto che punta a diffondere tra i giovani la cultura del rispetto, della parità di genere e del contrasto ad ogni forma di violenza. L’attivazione per il momento resta facoltativa. Prevede gruppi di lavoro tra studenti moderati da insegnanti ma anche esperti del settore, come psicologi, avvocati e rappresentanti delle associazioni in difesa delle vittime di violenza.
Il progetto curricolare ed extrascolastico
Il progetto si divide quindi in due filoni: uno curricolare e uno extracurricolare. La prima parte si svolgerà durante le ore di lezione e punta sull’educazione civica: “Si rivolge alle elementari, alle medie e alle superiori. C’è l’invito a far entrare la cultura del rispetto in tutte le aule e in tutti gli insegnamenti, dalla matematica all’italiano, all’inglese, per promuovere un cambiamento della mentalità”. Il progetto è tornato d’attualità con il femminicidio di Elena Cecchettin ma, ha ricordato Valditara, “ha preso le mosse già dalla scorsa estate, con gli stupri di Palermo e Caivano. E’ assolutamente inaccettabile che una donna debba subire violenze”.
La direttiva invita le istituzioni scolastiche ad attivare progetti che coinvolgano gli studenti in percorsi di maturazione educativa, prevedendo il loro coinvolgimento attivo in gruppi di discussione con l’obiettivo “di creare un ambiente favorevole allo sviluppo di una cultura di rispetto e contrasto alla violenza”. Ogni scuola coinvolta avrà un docente referente e formerà gruppi di discussione, con il consenso di genitori e studenti. Il Ministero ha potenziato il ruolo del Fonags (Forum nazionale delle associazioni dei genitori della scuola) che lavorerà per integrare le osservazioni e le esigenze dei genitori nei percorsi educativi sulle relazioni.
Con 15 milioni Valditara non poteva fare di più
La parte sostanziale del progetto, che vale 15 milioni di euro, è invece quella extracurricolare. “Parte in via sperimentale nelle scuole superiori di secondo grado e si sviluppa attraverso la creazione di gruppi di discussione composti dagli studenti stessi, i quali esploreranno le tematiche legate al rispetto reciproco e saranno edotti alle conseguenze legali derivanti da comportamenti inappropriati. I gruppi di discussione educheranno a questo. Rappresentano un incentivo a un cambio di mentalità. I docenti saranno moderatori e le riunioni tra i compagni avranno una durata di trenta ore complessive“, ha illustrato Valditara. Con il budget a disposizione, era difficile fare meglio.