Non si ride più delle “barzellette” sul marito a cui conviene attendere la moglie con il motore accesso e investirla piuttosto che divorziare. Faceva ridere – è vero – mentre oggi su Piercamillo Davigo è calato il silenzio. Soprattutto da parte dei suoi più rumorosi fan.
Piercamillo Davigo e l’indagine a Brescia
Indagato a Brescia per rivelazione di segreto d’ufficio, l’ex membro del pool di Mani Pulite e del Consiglio Superiore della Magistratura, celebre per la domanda retorica (lui dice decontestualizzata) “un innocente è un colpevole che l’ha fatta franca?” e per l’asserzione “in carcere non ci va nessuno” (il che non spiega perché siano sempre piene) negli anni si era garantito sostegno e stima da parte di alcuni dei più insospettabili opinion maker d’Italia. Uno su tutti? Carlo Cottarelli.
Carlo Cottarelli, il fan numero uno di Davigo
L’economista ex Fondo Monetario Internazionale, e nel 2018 anche Presidente del Consiglio in pectore per qualche ora, più di una volta ha dichiarato o fatto intendere di essere vicino alle posizioni di Davigo. “La Ministra delle finanze finlandese ha dato le dimissioni per aver speso 56mila euro di soldi pubblici per un corso di comunicazione. Cose dell’altro mondo… Purtroppo…” twitta l’8 giugno 2020 l’ex commissario alla spending review.
Il contratto di governo giallo-verde nel 2018? “La parte che riguarda la lotta alla corruzione va bene e rispecchia quello che Davigo sostiene da anni” disse Cottarelli. Ma gli aficionados della politica lo ricordano intervenire a una Festa dell’Unità a Milano in epoca renziana. Durante la kermesse annuale del Partito democratico viene chiesto a Cottarelli se si identifica e cosa ne pensa della frase del magistrato sugli innocenti e i “colpevoli che l’hanno fatta franca”. Lui non batte ciglio: completamente d’accordo.
Del resto “Pieranguillo” (come lo ha battezzato negli scorsi mesi l’ex magistrato Alfredo Robledo) godeva di ottima stampa e soprattutto televisione. Ospite praticamente fisso di Di Martedì su La7 condotto da Giovanni Floris, la rete televisiva di Urbano Cairo lo celebrava anche in Non è l’arena di Massimo Giletti, tempio sul piccolo schermo del giustizialismo all’italiana.
Da Nicola Morra a Carlo Caselli, gli estimatori di Davigo in silenzio
Per non parlare dei colleghi in toga e gli estimatori nella politica. Dall’ex capo procuratore di Torino Gian Carlo Caselli, che imbastì la guerra ai No Tav con tanto di accuse di terrorismo per l’attacco al cantiere di Chiomonte in val di Susa, prima che la Cassazione mandasse l’ipotesi di reato a farsi benedire, fino al Presidente delle Commissione Antimafia, l’ex Cinque Stelle Nicola Morra. Non si hanno notizie di loro dichiarazioni in merito all’indagine bresciana che ha coinvolto Davigo nell’ambito del “caso Eni” e i verbali dell’avvocato Piero Amara. Sono tutti molti silenziosi. Staranno rispettando anche loro il segreto istruttorio?