E’ scappato dalla guerra in Ucraina, ma è italiano e non può essere considerato profugo. Questa è l’assurda storia di Pierluca Romano, 37 anni, e della sua famiglia, che non riescono a trovare assistenza in Italia. Ora sono ospiti della Caritas di Massa Carrara, ma da martedì saranno senza un tetto.
Fuga e quarantena
Pierluca, assieme alla sua compagna e al figlio di tre anni, sono scappati il 24 febbraio, il giorno dello scoppio del conflitto, da Frankivsk dove hanno attaccato l’aeroporto. Racconta a true-news.it: “Con un furgone, abbiamo pagato 150€ a testa, dopo 39 ore di viaggio, siamo arrivati a Massa Carrara dove vive mia madre”.
All’arrivo in Italia, l’intera famiglia è risultata positiva al Covid: sono quindi stati mandati in un Covid Hotel. Finita la quarantena, sono stati trasferiti in un altro albergo. “Andiamo in comune – continua il 37enne -e in prefettura per un aiuto in quanto profughi ma il Prefetto mi comunica che io non posso essere accolto come profugo perché italiano“.
Scaricabarile all’italiana
Il Prefetto ha contattato il comune di Massa: da palazzo di Città fanno sapere che Pierluca, moglie e figlio saranno ospitati per 5 giorni per poi trovare una sistemazione. Ecco dunque che va in scena il classico scaricabarile“: La Prefettura scarica al Comune, il Comune scarica alla Prefettura e infine ci accoglie la Caritas in un ostello. Ma, nel frattempo una Onlus di Carrara, Casa Betania, ci mette a disposizione un avvocato perché la situazione è assurda”.
La lettera dell’avvocato
Il legale, in una lettera indirizzata alla Prefettura di Massa, ha sollecitato l’intervento del Servizio Professionale Sociale del Comune di Massa. E ha allegato le indicazioni dell’Ordinanza n. 881 del 29/03/2022, del Dipartimento della protezione civile – Presidenza del Consiglio dei Ministri, che “è autorizzato a riconoscere alle persone richiedenti la protezione temporanea derivante dalla decisione di esecuzione (UE) 2022/382 del Consiglio dell’Unione Europea del 4 marzo 2022”.
Secondo l’avvocato, Romano e famiglia: “Avrebbero quindi diritto un contributo di sostentamento una tantum pari ad euro 300 mensili pro capite, per la durata massima di tre mesi decorrenti dalla data di ingresso nel territorio nazionale, convenzionalmente individuata nella data di presentazione delle richiesta di protezione temporanea ove non altrimenti determinabile, e comunque non oltre il 31 dicembre 2022. In presenza di minori, in favore dell’adulto titolare della tutela legale o affidatario, è riconosciuto un contributo addizionale mensile di 150 euro per ciascun figlio di età inferiore a 18 anni”.
Ospiti della Caritas, solo fino a martedì
Nel frattempo, la Caritas da martedì, in mancanza di fondi, non potrà più ospitare Pierluca e la famiglia. Rimarranno per strada, senza un tetto. “Avevamo trovato casa ma quando la proprietaria ha saputo che arrivavamo dall’Ucraina ci ha rifiutato la casa. Mia madre purtroppo non ha spazio e mio padre fa la dialisi.
“In breve – conclude Romano – scappiamo dalla guerra ed essendo italiano in Italia non merito assistenza. Ma questo si sapeva. Se decidessi di tornare in Ucraina per combattere per il paese che mi ha ospitato, commetterei un reato con minimo 6 anni di reclusione perché Italiano. Che devo fare?“.