Perché leggere questo articolo? Pietro Patton, senatore del gruppo Autonomie, ha salvato il governo sul voto in Commissione Finanze al Senato per il Superbonus. Ex dirigente del Comune di Trento e più ricco parlamentare trentino. Dopo la pensione è presidente di un consorzio di vini.
George Smith Patton era il “generale d’acciaio”. Pietro Patton è “il pensionato dei vini”. Il primo ha salvato l’Europa dalla morsa nazista durante la Seconda Guerra Mondiale. Il secondo ha salvato il governo durante il voto in commissione sul Superbonus. La sua astensione ha salvato Meloni, in una giornata di enorme tensione tra le fila della maggioranza in Senato. Il voto in Commissione Finanze degli emendamenti al Decreto legge Superbonus è passato proprio grazie al “non voto” di Pietro Patton. Ecco chi è il senatore delle Autonomie che ha salvato il governo.
Chi è Pietro Patton
Due anni aveva sconfitto Meloni, ieri l’ha salvata. Il 25 settembre 2022, giornata della disfatta del Campo Largo, Pietro Patton era stato tra le poche note festanti del centrosinistra. Candidato al Senato, nel collegio uninominale Trentino-Alto Adige – 01 (Trento) per la lista Alleanza Democratica per l’Autonomia, riesce dove in molti suoi colleghi caddero: sconfiggere il centrodestra. Sostenuto dai partiti della coalizione di centro-sinistra, con tanto di Terzo Polo, risulta il primo della circoscrizione. Con il 41,10% dei voti, superando Martina Loss del centrodestra (36,58%) e Patrizia Pace di SVP-PATT (8,43%).
Pietro Patton diventa così senatore, a sessantacinque anni suonati. “Sono nato a Meano, figlio di un contadino e di una maestra. Ho 65 anni, una volta si sarebbe detto terza età, oggi si può parlare di età della maturità” recita il suo sito. Dopo una vita e una carriera tranquilla è assurto alle cronache nazionali, evitando uno scivolone al governo con la sua astensione al voto sul Superbonus.
Il pensionato amante dei vini che ha salvato il governo
Patton si è laureato in Economia Politica e ha iniziato a lavorare per il Comune di Trento. E’ stato Dirigente in vari settori e per oltre tredici anni (dal 1999 al 2012) Direttore Generale. Nel frattempo, si è anche laureato in Giurisprudenza. Una carriera ordinaria, ma remunerativa. La dichiarazione dei redditti che ha presentato alla Tesorieria del Senato, fa di lui il politico trentino più ricco. Ha dichiarato un patrimonio lordo di 178mila euro.
Dopo il pensionamento e prima della politica, nel 2016 accetta la sfida di guidare la Cantina LaVis. Nel corso della Presidenza Patton ha contribuito al salvataggio dell’azienda fondata nel 1948. Quella per i vini del territorio è un’autentica passione. Tanto che Patton nel 2019 è stato nominato Presidente del Consorzio Tutela Vini del Trentino.
Cosa fa e cosa pensa Patton
Per aver, come lui stesso afferma, “l’età della maturità”, va dato atto al senatore Patton di essere piuttosto tecnologico. Il suo sito, ordinato e graficamente curato, è uno ottimo esempio di trasparenza di un politico nei confronti degli elettori. La sezione “Cosa faccio” aggiorna i principali disegni di legge di cui Patton è Firmatario, gli emendamenti che presenta e rimanda alla scheda attività in cui consultare il resoconto della attività parlamentare. La sezione “Come la penso” è suddivisa in sei macro-temi. Famiglia, Lavoro, Sicurezza, Sanità, Sostenibilità e Giovani. Essendo candidato con il Gruppo Autonomie, veniamo alla questione centrale. Vicino al gruppo Campobase, movimento trentino di centrosinistra che punta a una maggiore autonomia, Patton sull’autonomia dice: “Il problema è quello dei rapporti tra il governo provinciale e la delegazione parlamentare trentina a Roma. Questi sono rapporti che possono e devono migliorare, in vista della revisione, con legge costituzionale, dello Statuto di Autonomia”. Ecco forse spiegato il motivo dell’astensione con cui Patton ha salvato il governo.