In Usa una bozza della decisione della Corte Suprema, che sarebbe stata votata a maggioranza dai cinque membri repubblicani dell’organo, chiede di annullare la protezione Costituzionale federale del diritto all’aborto. E Simone Pillon, senatore della Lega, orgogliosamente pro-life e antiabortista, dice a true-news.it che si tratta di “un’ottima notizia”.
In sostanza, i giudici, secondo un documento pubblicato dal giornale online Politico, si sono espressi per l’annullamento di una storica sentenza del 1973 (Roe vs Wade), integrata nel 1992 dal Planned Parenthood vs Casey che di fatto istituisce la tutela del diritto all’aborto a livello federale. Subito si sono scatenate le proteste degli attivisti di fronte alla sede della Corte Suprema, la cui maggioranza dei componenti è stata nominata dall’ex presidente Donald Trump. Un pronunciamento che, se fosse confermato dalla decisione definitiva da prendere entro giugno, entrerebbe di diritto nella storia degli Stati Uniti d’America e non solo.
La sentenza di Pillon
In Italia per il momento il dibattito è silente, ma un annullamento della protezione federale sull’aborto negli States potrebbe innescare reazioni anche nel nostro Paese. “Prima di commentare, aspettiamo però la conferma della notizia”, smorza Pillon al telefono. Il parlamentare infatti sospetta che dietro la pubblicazione della bozza del documento sottoscritto dai cinque giudici repubblicani ci sia una trappola ordita dai democratici americani.
“La Corte Suprema USA è stata hackerata – sostiene Pillon con true-news.it – la bozza della sentenza contro l’aborto è stata diffusa e data in pasto ai media, ci sono manifestazioni sotto il palazzo e lo stesso Biden è intervenuto per fare pubbliche pressioni”. Un escamotage dem per “aizzare la folla” contro la decisione della Corte, secondo Pillon.
“Una cosa è sicura: i ‘democratici’ sanno usare i sistemi informatici. Mi auguro che i giudici non cambino idea”, denuncia il senatore del Carroccio. Che insiste: “Quelli che ‘le sentenze si rispettano’ quando vanno dove vogliono loro, ora diventano quelli che ‘le corti si hackerano e si manipolano’. Davvero triste”.
Il tabù dell’aborto
Sempre senza peli sulla lingua, le posizioni di Pillon sui temi della famiglia, della bioetica e dei diritti Lgbt, hanno provocato negli anni polemiche politiche e dato vita a scontri tra il senatore con il papillon e personaggi dello spettacolo. Tra gli ultimi, il botta e risposta con il cantante Fedez sul Ddl Zan, la legge che inasprisce le pene contro l’omotransfobia.
“Sull’aborto c’è un tabù che va scalzato. Nel 2022 possiamo e dobbiamo proteggere la vita della madre insieme (e non a costo) alla vita del suo bambino”, incalza il parlamentare, cattolico neocatecumenale e tra i principali promotori dei vari Family Day contro l’estensione dei diritti per le coppie omosessuali. E la sua è una risposta implicita ad alcune reazioni italiane alla bozza dei giudici Usa, come le parole della deputata del Pd Laura Boldrini, che ha parlato di ‘picconate’ alla libertà delle donne e di ‘passo indietro’ di dieci anni”.
Anche in Italia si annuncia battaglia
Pillon è categorico sul punto: “La sinistra illude le donne, come se l’aborto fosse un loro diritto, quando in realtà è un peso che si lascia sulle loro spalle senza offrire alternative serie e credibili”. I tre giudici democratici della Corte Suprema stanno preparando una contro-bozza, ma se a giugno dagli Usa arriverà uno stop alla protezione federale costituzionale del diritto all’aborto sarà battaglia politica e civile anche in Italia. Pillon è già in prima linea.