Perché leggere questo articolo? Il fatto che l’auto di ordinanza di Francesco Rocca sia diventata un’Audi da 75mila euro non è una notizia. Perché il Fatto la riprende con enfasi?
Francesco Rocca ha un auto nuova, un Suv da 75mila euro. Alla gogna! Su Il Fatto Quotidiano è partito l’attacco alla scelta del presidente della Regione Lazio di sostituire l’ex auto di ordinanza, appartenente a un parco di vecchie Fiat 500L, con un Audi Q5 ibrida dal valore di mercato di circa 75mila euro. La Q5 è stata presa con il meccanismo del leasing da parte la Pisana e il suo costo sarà spalmato dalla Regione Lazio in 48 rate che assommeranno un valore medio di circa 18mila euro annui.
Il Suv-gate del Fatto
Il quotidiano diretto da Marco Travaglio ha sottolineato il fatto con un cenno tutt’altro che velato di critica. Rocca ha preso un Q5 dopo aver fatto noleggiare un’Alfa Romeo Tonale da 45mila euro circa di valore di listino. Macchina, però, guastatasi rapidamente e sostituita. L’idea che presenta Il Fatto Quotidiano è che Rocca abbia, gradualmente, optato per la strada del gigantismo automobilistico. Addio alle umili Fiat, insoddisfazione per le borghesi Alfa Romeo, via libera alla sportivissima Audi.
La domanda è perché questo fatto dovrebbe far notizia. Perché si dovrebbe rendere conto del cambio di auto di un presidente di Regione. Il punto è chiaro: solleticare gli umori anti-casta del lettorato della testata di Travaglio. Dare un’idea degli sprechi della politica e dei suoi costi evitabili. Mostrarne le inefficienze e le regalie. Rocca entra subito in quel club di privilegiati in cui spesso sono messi, troppo rapidamente, i politici per i loro redditi e i loro bonus.
Però che Rocca abbia avuto un Suv come auto di ordinanza è, in fin dei conti, una non-notizia. Un atto come altri che passa sulla stampa col semplice intento di marcare come “casta” l’inquilino della Pisana. Tant’è che l’auto non sarà concessa nemmeno a Rocca come persona, ma alla presidenza della Giunta Regionale. L’ex presidente della Croce Rossa Italiana e esponente di Fratelli d’Italia, poi, ha visto il leasing effettuato in maniera trasparente.
Il vero problema di Rocca è il caso Eliseo
Le rate dovranno essere corrisposte entro il 30 novembre 2027, è specificata la controparte del contratto, la Società Leasys Italia Spa, ed è noto che il processo di noleggio dell’Audi è andata avanti attraverso regolare bando di gara nello sportello di acquisti pubblici presente sulla piattaforma nazionale Consip. A Via Cristoforo Colombo, certamente, l’Audi non sarà passata inosservata e certamente stiamo parlando di un veicolo certamente non alla portata del cittadino medio. Ma non deve stupire che un esponente istituzionale abbia un’auto di servizio comoda e capace di macinare strada.
Con la scusa del pauperismo si rischia di incentivare, in questo modo, una cultura antipolitica già radicata in questo Paese. E di convogliare energie mentali sui simboli fisici del potere e dei suoi inquilini. Dimenticando problematiche ben più strutturali. Ben più da giustificare dovrebbe ad esempio essere, da parte di Rocca, il tentativo della Giunta di portare la Regione ad acquistare l’immobile del Teatro Eliseo di Roma a una cifra triplicata rispetto all’ultima compravendita, pari a 24 miliardi di euro. Un vero e proprio salvataggio pubblico del teatro e del suo titolare, il conduttore Luca Barbareschi, che ha suscitato sdegno alla sola proposta e ha visto la rivolta di Fdi contro Rocca. Portandolo a archiviare il dossier. Di questo Il Fatto ha scritto, ma la documentata inchiesta sul tema rischia di essere depotenziata dalla critica politica che si è impuntata sul Suv. La priorità per il giornalismo che vuol incidere è saper scegliere le battaglie giuste. E se quella per la chiarezza sulle mosse di Rocca sull’Eliseo è sacrosanta, il Suv possiamo anche lasciarlo parcheggiato. Possibilmente, visti i problemi di parcheggio di Roma, non in doppia fila.