Perchè leggere questo articolo? Dalle Alpi all’Etna, frenetica in queste settimane l’attività della Magistratura nei confronti di esponenti politici locali che finiscono al centro delle inchieste. Giunte pugliesi e baresi falcidiate, gli imbarazzi del capogruppo Pd in Piemonte per gli affari del padre, il ras delle preferenze della Lega in Sicilia nei guai… La mappa
This month has been crazy even by Italian standards. Parafrasiamo il nome di una nota pagina social dedicata alla sempre sorprendente cronaca politica italiana per sintetizzare le ultime intensissime settimane in cui letteralmente dalle Alpi all’Etna il Paese è stato attraversato da una raffica di scandali giudiziari con protagonisti nomi di primissimo piano nei governi regionali. Inchieste che, in modo bipartisan, stanno colpendo a destra e a sinistra. Proviamo a tracciare una mappa.
Puglia e Bari: ogni giorno un colpo di scena (giudiziario)
Le vicende che più hanno tenuto banco sono quelle pugliesi. Con l’emersione di un caso dietro l’altro. L’ultimo ha portato alla rimozione dall’incarico dell’assessore al Bilancio del Comune di Bari Alessandro D’Adamo. Iscritto nel registro degli indagati per truffa aggravata e falsa fatturazione. Secondo l’accusa avrebbe fatto ottenere tra il 2019 ed il 2022 ad associazioni riconducibili a lui ed alla sorella 8,8 milioni di euro di fondi europei per l’inserimento al lavoro di giovani. Il sindaco uscente Antonio Decaro (Pd) gli ha chiesto un passo indietro. Mentre diversi aspetti restano da chiarire. Una di queste associazioni, Kronos, potrebbe essere infatti stata usata come veicolo di scambio elettorale da Alfonso Pisicchio. Ex assessore regionale fresco di indagine per concorso in utilizzo di fatture false e turbativa d’asta.
L’arresto di Pisicchio ha seguito di pochi giorni le dimissioni dell’assessore pugliese ai Trasporti Anita Maurodinoia, indagata per corruzione elettorale. Tutte queste operazioni si sono concretizzate dunque a strettissimo giro. E fanno tutte seguito alla maxi operazione del 26 febbraio, che ha visto 130 arresti per un presunto intreccio tra mafia, politica e affari a Bari. Nel mezzo, aggiungiamoci pure l’improvvido racconto, fatto da un palco dal governatore pugliese Michele Emiliano, dell’incontro tra lui, il sindaco Decaro e la sorella di un boss di Bari vecchia. Nel capoluogo si va a brevissimo al voto. E la impressionante scia di inchieste ha fatto saltare in aria il campo largo, con i Cinque Stelle che hanno preso le distanze dal Pd. L’indagine a carico di D’Adamo rende inoltre ancora più complicato per i dem preservare l’immagine di Decaro (candidato alle Europee) lasciando più esposto alle critiche il governatore Emiliano, che Elly Schlein scaricherebbe forse più volentieri.
Voto di scambio in Sicilia, il passo indietro del leghista Sammartino
Nel frattempo in Sicilia si scoperchiava il vaso dell’inchiesta Pandora. Undici indagati e sei arresti per voto di scambio. Vicenda che parte dall’oscuro Comune di Tremestieri Etneo ma che ha finito per travolgere anche il vicepresidente della Regione Luca Sammartino, oggi uomo di punta della Lega ma con trascorsi in Udc, Pd e Italia Viva. Sammartino si proclama innocente. Ma si è dimesso dal ruolo di assessore ed è stato sospeso dal giudice da incarichi pubblici per un anno.
Echidna, gli affari del padre imbarazzano il dem piemontese Raffaele Gallo
A molti chilometri di distanza negli stessi giorni la Dda di Torino avviava l’indagine Echidna che ha portato alla scelta di Raffaele Gallo, capogruppo regionale del Pd, di ritirare la propria candidatura alle Regionali di giugno. Il motivo? Nell’inchiesta è coinvolto anche suo padre Salvatore Gallo, a sua volta importante esponente del Pd e proprietario di fatto dell’azienda autostradale della A32. Le indagini hanno portato a galla il coinvolgimento della ‘ndrangheta nell’assegnazione degli appalti per la manutenzione di strade e autostrade nel Torinese. Ma gli episodi contestati a Gallo senior, va detto, non riguarderebbero contatti con la criminalità organizzata. C’ è comunque abbastanza carne al fuoco da indurre il figlio a un passo indietro.
Avellino, il sindaco Festa ai domiciliari
Giovedì 17 aprile mattina ad Avellino è finito agli arresti domiciliari il sindaco Gianluca Festa, dimissionario. Ex Pd, poi alla guida di una coalizione di civiche. è coinvolto in una inchiesta in cui è accusato di associazione a delinquere finalizzata a reati contro la pubblica amministrazione, corruzione, falso, depistaggio, rivelazione di segreti, peculato e induzione indebita a dare e promettere utilità. L’avviso di garanzia lo aveva ricevuto il 26 marzo. Festa avrebbe favorito alcune aziende locali a ottenere appalti pubblici in cambio di sponsorizzazioni della squadra di pallacanestro DelFes. Indagata anche la vicesindaco Laura Nargi.
Basilicata in controtendenza: Pittella assolto
Un quadro complessivamente sconfortante. Proviamo a chiudere con una nota positiva spostandoci in Basilicata. Altra Regione al voto. Dove, l’1 marzo, l’ex governatore Marcello Pittella, imputato nel processo su presunte nomine pilotate nella sanità e arrestato nel 2018, è stato assolto anche in Appello. Perchè un conto sono le indagini e le contestazioni della Procura. Un altro sono poi le sentenze. Ma questa è un’altra storia…