Perchè questo articolo dovrebbe interessarti? Stellantis chiuderà due stabilimenti in Italia se non dovesse ricevere aiuti da parto dello Stato. L’ultimatum è arrivato dalle parole dell’amministratore delegato del gruppo, Carlos Tavares. E a rischio sono tanti posti di lavoro. La sede di Pomigliano d’Arco, in provincia di Napoli, è uno dei due siti che potrebbe chiudere i battenti e così lavoratori, sindacati e forze politiche locali hanno fatto emergere tutta la preoccupazione per quelle che sono state definite delle vere e proprie “minacce”. True-News ha raccolto le voci di operai e sindacati: “A Pomigliano produttività cresciuta del 30%, Governo e Stellantis trovino un accordo”
Stellantis, il Ceo Tavares ricatta lo Stato
Tanti posti di lavoro sono a rischio in due stabilimenti in Italia del gruppo Stellantis. Preoccupanti sono state le parole dell’amministratore delegato del gruppo, Carlos Tavares, in una intervista a Bloomberg, indicando i due stabilimenti che potrebbero chiudere se non ci sarà l’intervento dello Stato: Mirafiori (Torino) e Pomigliano d’Arco (Napoli). “L’Italia dovrebbe fare di più per proteggere i suoi posti di lavoro nel settore automobilistico anziché attaccare Stellantis per il fatto che produce meno nel nostro Paese. Si tratta di un capro espiatorio nel tentativo di evitare di assumersi la responsabilità per il fatto che se non si danno sussidi per l’acquisto di veicoli elettrici, si mettono a rischio gli impianti in l’Italia”. Così l’ad di Stellantis.
Gli operai non ci stanno: “Serve un serio piano industriale”
Le conseguenze delle parole di Tavares e di una possibile diatriba con lo Stato disegnano un destino amaro per gli operai e per le loro famiglie. Nello stabilimento di Pomigliano d’Arco lavorano circa 4.550 persone che si sono fatte sentire dopo le parole dell’ad di Stellantis. In particolare, Alberto Palamese, dipendente del centro ricerche del sito napoletano, ha sottolineato, in esclusiva a True-News, l’importanza dell’indotto e la produttività più che positiva dello stabilimento di Pomigliano: “Ritengo che le dichiarazioni folli di Tavares hanno destato non poche preoccupazioni tra i lavoratori e non solo. Anche perché il sito di Pomigliano è stato sempre tra i più efficienti d’Italia e all’altezza di ogni aspettativa e di sfida industriale: basti pensare che nel 2023 ha avuto un incremento di produttività di oltre il 30%, oltre ad aver ricevuto premi e riconoscimenti negli ultimi anni. Abbiamo un centro ricerche (ex Elasis) con elevate competenze in un evidente stato di precarietà: un punto di forza per Pomigliano e tutto il sud, lì dove la ricerca rappresenta lo sviluppo e il futuro di un’azienda, del Paese e di tutto il territorio metropolitano”. Emerge, così, una situazione paradossale ma anche agghiacciante perché in questa “trattativa” non possono essere considerati primari solo i costi e la produttività ma anche la vita dei lavoratori, i loro diritti e tutto ciò che deriva dalla loro manodopera e competenze.
“Intanto auspico che Stellantis trovi con il governo una strada che non si fonda solo sui soliti incentivi, che ritengo siano una tregua transitoria; ma soprattutto spero che trovino una soluzione garantisca l’occupazione di migliaia di lavoratori con un serio piano industriale”, ha aggiunto Palmese.
Stellantis, opposizioni e i sindacati insorgono
Gli operai non sono soli perché a loro fianco sono scese sia le forze politiche di opposizioni, nazionali e locali, sia i sindacati. “I vertici di Stellantis devono ritirare dal tavolo inaccettabili minacce e il governo nazionale deve impostare un negoziato serio e responsabile, incentrato sulla priorità assoluta del lavoro e scevro da calcoli politici e tornaconti elettorali”, ha dichiarato la rete politica della Regione Campania PER. Una presa di posizione chiara al fianco degli operai e fuori da ogni “giochetto” politico.
Inoltre, la rete politica PER lancia anche un invito per lo stabilimento di Pomigliano d’Arco ai vertici istituzionali politici regionali e locali: “Chiediamo ai sindacati unità e lungimiranza. Chiediamo altresì un ruolo attivo ai tavoli istituzionali di Regione, Città metropolitana e Comune di Pomigliano. Chiediamo anche alle forze parlamentari di opposizione di contribuire con responsabilità alla vertenza senza trascinarla nel conflitto elettorale. Ci sono due inossidabili verità che possono e debbono incontrarsi: le fabbriche sono ricchezza per il territorio e non stanno in piedi altre tesi alternative dal punto di vista economico e sociale; i lavoratori di Pomigliano e delle fabbriche campane, e i lavoratori dell’indotto, sono ricchezza per Stellantis, come dimostra ogni tipo di indicatore”.
Per sensibilizzare e mobilitare cittadini e comunità, venerdì 16 febbraio alle ore 20.45, è stato organizzato un incontro via Meet libero e aperto a tutti con la presenza di Melicia Comberiati (segretaria provinciale Cisl Napoli) e Biagio Trapani (segretario provinciale Fim Cisl Napoli), introdotti da Giuseppe Irace e Nicola Campanile, rispettivamente segretario e presidente di PER.
I sindacati: “A Pomigliano produzione in crescita del 30%”
In vista anche dell’incontro, intervengono interpellati da True-News due rappresentanti sindacali. “Il GB Vico di Pomigliano è lo stabilimento del gruppo che ha avuto la crescita maggiore nel corso del 2023, raggiungendo la quota di 215.000 unità, in aumento del +30,3%. Dalla ripartenza della produzione della Panda nel 2011, Pomigliano non ha mai raggiunto queste produzioni. La crescita dei volumi rispetto al 2022 è costituita in gran parte dalla salita produttiva delle nuove produzioni, suv Alfa Romeo Tonale e del suv Dodge Hornet, che hanno raggiunto le 82.300 unità, a cui si sommano le 132.700 Fiat Panda. Le due linee di montaggio producono su 12 turni settimanali, mentre si effettuano i 20 turni su alcune aree del Plant come la lastratura, lo stampaggio, la verniciatura, la plastica e la logistica. A partire dal 1° gennaio 2024 termina l’utilizzo del CDS per lo stabilimento campano, un risultato storico per la Fim-Cisl e gli altri sindacati che hanno sottoscritto gli accordi nel 2011 con la partenza della produzione della Panda”, ha dichiarato il segretario provinciale Fim Cisl Napoli, Biagio Trapani.
“A Pomigliano non esiste un problema di produzione”
“È evidente come non esista oggi né un problema di mercato né un problema di produzione per cui l’AD sia stato spinto a fare quelle dichiarazione nei giorni scorsi, il dibattito sta assumendo sempre più una connotazione politica e polemica. Alle famiglie del sito di Pomigliano non serve avere un nemico da combattere ma una programmazione reale che si ponga l’obiettivo di gestire la transizione“, ha aggiunto.
Ecco, cosa è necessario per provare a trovare una soluzione: “Serve chiarezza sia dal Governo che dalla multinazionale. Diventa sempre più necessario stringersi intorno ad un tavolo e, “insieme”, studiare come affrontare le diverse esigenze perché il 2026 è dietro l’angolo e le famiglie dello stabilimento di Pomigliano non perdonerebbero scelte diverse da quelle di puntare su un settore che ha fatto la storia del manifatturiero italiano”. Inoltre, Trapani riporta anche il malumore degli operai dello stabilimento di Pomigliano d’Arco: “Circa il malumore operaio invece, dopo più di un decennio queste famiglie sono uscite dalla morsa degli ammortizzatori sociali, dal 1 di gennaio di quest’anno infatti si sono azzerati e ritrovarsi improvvisamente sulle prime pagine attraverso le dichiarazioni dell’Ad gettano nello sconforto“.
“Stellantis, cancellato tutto l’ottimismo di Pomigliano”
Preoccupazioni emerse anche nell’intervento della segretaria provinciale Cisl Napoli, Melicia Comberiati: “La preoccupazione corre veloce dentro e fuori dallo stabilimento: le parole del Ceo di Stellantis Carlos Tavares, che ha parlato espressamente di incognite per il sito campano senza accordo con il governo, hanno cancellato di colpo l’ottimismo che aveva accompagnato l’inizio del nuovo anno. E anche le assicurazioni del Gruppo a proposito della continuità produttiva di Panda, ma sempre fino al 2026, non sembrano bastare. È evidente che c’è una grande confusione sull’elettrico e anche da parte del governo c’è bisogno di una strategia convincente sul rapporto con Stellantis che, non dimentichiamolo, è un gruppo globale. Pensare che debbano essere solo gli italiani ad acquistare auto prodotte nel nostro Paese non ha senso. Perché, se declinato senza polemiche o strumentalizzazioni, può aprire nuovi scenari alle missioni dei singoli stabilimenti, Pomigliano in testa. Ad esempio, la possibilità che in Italia si producano anche modelli Peugeot, l’altro asset del Gruppo Stellantis”.
“Inaccettabile un disimpegno a Mirafiori e Pomigliano”
Dunque, Comberiati si rivolge al governo e al gruppo Stellantis: “Al governo la Cisl chiede di far partire subito, ma senza pregiudizi, un tavolo di confronto con l’azienda e le parti sociali e di mettere in agenda un piano di lungo periodo. I soldi in cassa ci sono e vanno usati”. Invece, a “Stellantis, come Cisl, chiediamo chiarezza. Vogliamo sapere quale è la mission produttiva, quali sono i progetti industriali dell’azienda nel nostro Paese, quali le prospettive occupazionali e produttive, quanti e quali modelli vuole produrre in Italia? Sarebbe inaccettabile un disimpegno negli stabilimenti di Mirafiori e Pomigliano. Nessuno vuole aprire conflitti o fare guerra ad una multinazionale. Ma nemmeno si possono accettare toni vicini al ricattato. Il muro contro muro non porta da nessuna parte. Si apra subito un confronto serio e di prospettiva che porti ad un patto tra governo, impresa e sindacati confederali per il rilancio del settore auto in Italia”.