Perché questo articolo potrebbe interessarti? A Pontida domenica sarà presente anche Marine Le Pen, segno di come la Lega guardi già alle europee del 2024 e alle possibili alleanze. Senza risparmiare stoccate agli alleati proprio sul nodo delle consultazioni e dell’immigrazione.
Rispetto allo scorso anno la situazione sarà ben diversa. La Lega, nell’imminente evento di Pontida 2023, si presenta come forza di governo all’interno di una maggioranza di centrodestra. Dodici mesi fa, nel “pratone” che dai primi anni ’90 ospita il raduno del carroccio, il partito era nel pieno di una delicata campagna elettorale. Una campagna che lo ha portato ad avere un risultato al di sotto delle aspettative, culminata però con la nomina del leader Matteo Salvini come nuovo vice presidente del governo.
Gli umori quindi, nelle aree del comune della bergamasca allestite per l’evento, saranno molteplici. Da un lato, c’è chi chiederà un riscatto dal risicato 8% del voto nazionale di un anno fa. Dall’altro, c’è chi invece esprimerà la volontà di vedere la Lega imprimere sull’acceleratore su due temi decisivi per il suo elettorato: autonomia e immigrazione. Sul palco probabilmente i massimi dirigenti avranno lo sguardo proiettato al prossimo delicato test elettorale, ossia il voto per le europee del 2024.
L’attesa presenza di Marine Le Pen a Pontida
Non è un caso se la questione più importante relativa alla vigilia di Pontida 2023 riguardi “l’ospite d’eccezione” sul palco leghista. Ossia la leader della destra francese Marine Le Pen. Salvini ha come orizzonte le europee e vuole concretizzare le sue alleanze in vista del rinnovo del parlamento di Strasburgo.
L’annuncio della presenza di Le Pen è stato fatto già nei giorni scorsi. “Domenica 17 settembre non sarà una Pontida come le altre – ha scritto lunedì sui social il vice presidente del consiglio – Insieme a noi avremo anche una grande amica e alleata storica della Lega, Marine Le Pen, che arriverà direttamente da Parigi in aereo per rendere questa giornata di festa un momento di unione tra i popoli per un’Europa finalmente libera”. Dalla Francia, è stata la stessa Le Pen a confermare la sua presenza, con un altro annuncio social.
Tra i corridoi di Montecitorio e di Palazzo Madama, non è oramai un mistero il progetto che ha in mente Matteo Salvini per il dopo europee. Quello cioè di riunire l’intero centrodestra italiana in un’alleanza assieme a Rassemblement National e Alternative für Deutschland (AfD), il partito sovranista tedesco. Lo si intuisce anche dalle reazioni non certo entusiaste degli altri leader del centrodestra all’annuncio relativo alla presenza di Le Pen. “Noi non saremo mai alleati con lei”, ha tuonato il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani.
“Mal di pancia degli alleati? Fatti loro”
Ma anche all’interno del partito non mancano dei distinguo. Uno degli organizzatori del primo raduno di Pontida, Franco Rocchetta, su alcuni quotidiani veneti ha parlato di “fascistizzazione della Lega”. Sotto accusa il “centralismo” attribuito a un partito denominato Rassemblement National, a dispetto invece dei progetti di autonomia e federalismo sostenuti storicamente dalla Lega.
“Se i mal di pancia sulla presenza della Le Pen arrivano da quegli alleati che in Europa governano con il centrosinistra, con coloro che hanno approvato svariate leggi contrarie agli interessi dell’Italia – ha tagliato corto il senatore della Lega Stefano Candiani, intervistato da TrueNews – allora se ne facciano una ragione”. Secondo l’esponente del carroccio, l’attuale maggioranza in Europa è improponibile e non può essere riproposta nella prossima legislatura europea.
“Con la Le Pen – ha poi proseguito – abbiamo sempre avuto un rapporto basato sulla coerenza. Con lei vogliamo vincere le elezioni e governare in Europa, costruendo una maggioranza omogenea e non riproporre la maggioranza che sta reggendo l’attuale commissione”. Sui mal di pancia interni al partito invece, Candiani ha allontanato ogni spettro da lui definito “veterofascista”: “Non c’entra nulla il fascismo – ha sottolineato – sono discorsi molto lontani dalla realtà. Io dico invece che la presenza di Le Pen a Pontida sarà un valore aggiunto per lei in Francia”.
Il dossier autonomia infiamma la Lega
La sensazione, nell’immediata vigilia dell’evento, è che una parte consistente del partito voglia tornare ad affrontare quei dossier molto cari alla cosiddetta “base” della Lega. L’autonomia è senza dubbio uno di quelli più sentiti. Al senato in questo momento sono in fase di elaborazione i provvedimenti relativi al disegno di legge sull’ autonomia. Il provvedimento cioè con il quale il governo, su evidente spinta di matrice soprattutto leghista, vuole incidere su una maggiore autonomia delle regioni e degli enti locali. Attuando così uno dei progetti della prima ora della Lega.
L’iter parlamentare in corso è alquanto delicato per via degli equilibri interni alla stessa maggioranza. Il presidente del consiglio, Giorgia Meloni, ha più volte assicurato che il provvedimento è condiviso, ha sempre fatto parte del programma comune della coalizione di centrodestra e che quindi non ci sono motivi per temere eventuali blocchi da parte di Fratelli d’Italia. Tuttavia a Pontida non tutti si fideranno degli alleati. Per i dirigenti leghisti portare a casa la riforma prima delle europee è essenziale: in tal modo, potranno essere sfatati molti dubbi sulle intenzioni del partito e provare a rimontare sugli alleati meloniani almeno nelle regioni del nord.
Proprio per parlare di autonomia vorrebbe essere della partita a Pontida l’ospite che non ti aspetti, ossia il leader di Sud Chiama Nord, Cateno De Luca. “Vorrei parlare – ha dichiarato in una nota stampa – della vera autonomia, ma mi è stato impedito”. Il riferimento è alla nota della Questura di Bergamo che ha sconsigliato all’attuale sindaco di Taormina di recarsi al raduno leghista per motivi di ordine pubblico.
Le critiche alla gestione dei flussi migratori
L’altro tema spinoso riguarderà l’immigrazione. E su questo il senatore Candiani, sempre ai microfoni di TrueNews, non ha dubbi: “L’immigrazione a Pontida è un tema sempre presente, si è sempre affrontato e quest’anno sarà ancora più presente”. Il motivo è da ricercare ovviamente sugli attuali numeri degli arrivi, più che triplicati rispetto allo scorso anno.
Alla domanda su possibili critiche rivolte direttamente al governo, Candiani non smentisce questa eventualità: “Anzi – ha dichiarato – se si guardano i numeri e se si osservano alcune mosse fatte negli ultimi mesi, dove spesso è stata cercata una sponda in un’Europa che non aiuta, la critica non solo è inevitabile ma forse anche necessaria. Si è creata, all’interno della base che sarà rappresentata a Pontida, una certa frustrazione”.