La Lega avanza la proposta di una legge costituzionale per affermare la prevalenza del diritto italiano su quello dell’Unione europea. Cosa dice la Giurisprudenza a riguardo
La Lega, con i parlamentari Igor Iezzi e Claudio Borghi, ha proposto una legge costituzionale che stabilirebbe la prevalenza del diritto italiano su quello dell’Unione Europea. Questa iniziativa è stata avanzata dopo la recente sentenza del tribunale di Roma, che ha riportato in Italia 12 migranti dalla Albania in base a una decisione della Corte di Giustizia Europea. Iezzi ha spiegato che, sebbene la proposta sia difficile da inserire nell’attuale iter legislativo, il ddl sulla separazione delle carriere dei magistrati offre un’opportunità per affrontare la questione.
La proposta, però, solleva questioni giuridiche e politiche. Da un lato, essa potrebbe essere interpretata come un modo per difendere la sovranità nazionale e i principi costituzionali. Dall’altro, è evidente che potrebbe creare conflitti con l’UE e mettere a rischio l’integrazione europea, che si basa sul primato del diritto comunitario. E dal punto di vista strettamente giuridico quali possono essere i punti a favore e contro rispetto ad una proposta di questo tipo?
Diritto italiano prevalente su quello europeo, argomentazioni a favore
Sovranità nazionale: I sostenitori della proposta, come Borghi, ritengono che la sovranità nazionale sia prioritaria rispetto agli obblighi comunitari. In situazioni come la recente sentenza del tribunale di Roma, dove decisioni giudiziarie sono state influenzate da norme europee, viene percepito che il diritto italiano sia in secondo piano. La proposta cerca quindi di garantire che l’Italia possa mantenere il controllo sulle proprie leggi interne, soprattutto in questioni critiche come l’immigrazione e la sicurezza nazionale
Difesa dei principi costituzionali: Alcuni giuristi hanno sostenuto che la Costituzione italiana deve essere la base ultima per garantire la protezione dei diritti fondamentali dei cittadini. La teoria dei “controlimiti” sviluppata dalla Corte Costituzionale italiana afferma che, in casi di conflitto tra il diritto europeo e i principi fondamentali italiani, deve prevalere il diritto nazionale. Questo principio è stato utilizzato in alcune sentenze storiche, come il caso Taricco, in cui la Corte Costituzionale ha respinto l’applicazione diretta delle norme UE che avrebbero violato la legalità penale italiana.
Diritto italiano prevalente su quello europeo, argomentazioni contrarie
Primato del diritto dell’UE: Il principio di supremazia del diritto europeo, stabilito in numerose sentenze della Corte di Giustizia dell’UE (come il caso Costa vs. Enel), prevede che le leggi dell’UE prevalgano su quelle nazionali in caso di conflitto. Questo principio è fondamentale per garantire l’uniformità giuridica e la coerenza tra i diversi Stati membri, un pilastro dell’integrazione europea. La proposta di Iezzi e Borghi potrebbe mettere l’Italia in contrasto con i suoi obblighi europei e portare a una possibile procedura d’infrazione
Rischio di isolamento legale: Modificare la Costituzione per dare prevalenza al diritto nazionale rischia di creare un conflitto permanente con le istituzioni europee, indebolendo la posizione dell’Italia all’interno dell’UE. La Corte Costituzionale, dal 2001, ha adottato un approccio collaborativo con il diritto europeo, incorporando l’articolo 117, che richiede che le leggi italiane rispettino i vincoli derivanti dalle leggi comunitarie. Ignorare tali obblighi potrebbe anche compromettere il funzionamento del mercato unico europeo e creare incertezze giuridiche.
La proposta di legge costituzionale avanzata dalla Lega pare di quelle destinate ad accendere il dibattito, toccando i delicati equilibri tra sovranità nazionale e integrazione europea.