Carta d’identità elettronica sbagliata, appuntamenti molto distanti l’uno dall’altro, tempi lunghi per accedere al bonus bebè. Succede nella efficiente Milano, precisamente nel Municipio 4. Segno che i disservizi degli uffici comunali, in questi mesi alle prese con lo smart working, alberghino anche a Milano molto più di quanto si creda. A raccontare a True News la sua Odissea nella Pubblica Amministrazione è Gianpaolo La Rosa, cittadino milanese residente in zona 4.
Carta d’identità elettronica, foto e firma sbagliate
La vicenda più curiosa che lo ha coinvolto riguarda la sua carta d’identità. Rilasciata cartacea allo sportello comunale (per ragioni di emergenza personali) é poi giunta al richiedente anche in forma elettronica. Peccato però che, oltre ad essere un doppione, il nuovo documento riportasse dati errati. Nome e cognome, nello specifico, erano giusti, ma la foto e la firma no. Erano di una giovane donna, in coda allo sportello prima di lui. Che fare dunque? “Mi sono subito attivato per fare la segnalazione – ha raccontato a True News – perché si trattava di un documento importante, chiave di accesso anche all’Inps o all’Agenzia delle Entrate. Risultava, infatti, che avevo due carte d’identità e la situazione andava risolta il prima possibile. Dai dipendenti comunali non ho avuto molto interesse per il mio caso, anzi, spesso mi hanno fatto spallucce. Alla fine abbiamo risolto ma, terminata questa vicenda, solo il dirigente si è scusato“.
Pubblica amministrazione zoppicante in più occasioni
Una vicenda che, per quanto grottesca e paradossale, non è stato l’unico disservizio. La Rosa infatti ha avuto problemi anche con gli appuntamenti allo sportello (cancellati e poi riprenotati), con la procedura del cambio di residenza (rimasta in sospeso per mesi) e ha incontrato difficoltà burocratiche anche per l’accesso al bonus bebè. “Se ho avuto difficoltà io ad accedere ai servizi comunali, che sono una persona tecnologica – ha commentato – figuriamoci chi non lo è. Molti cittadini soprattutto anziani, in questo periodo, non hanno accesso ai servizi fondamentali e la macchina burocratica milanese funziona a mezzo servizio. Eppure parliamo di un servizio essenziale e lo smart working non può e non deve essere una scusa”. Insomma, non proprio una “Pubblica Amministrazione vicina al cittadino”.