I giorni delle serpi in seno. Questi giorni della battaglia del Quirinale verranno ricordati soprattutto per i tradimenti interni agli stessi partiti. Due quelli troppo evidenti e determinanti anche per l’esito finale della partita.
Presidente della Repubblica, Casellati “impallinata” dal fuoco amico azzurro
Il primo è quello con protagonista il presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati. La brutalità delle dichiarazioni di alcuni esponenti di Forza Italia contro la loro stessa candidata per la quinta votazione non lasciano spazio ad interpretazioni di salvataggio. L’attuale Presidente del Senato non è molto amata (per tutta una serie di motivi) da diversi parlamentari del suo partito. Tra i circa 60 voti mancanti del centrodestra sulla Casellati si dice in Transatlantico che almeno 20, ma forse 30, sono tutti interni agli azzurri.
Elezioni, presidente donna? La guerra interna al M5S tra Conte e Di Maio
Ma la guerra interna più importante di tutta la settimana si è combattuta dentro al Movimento 5 Stelle, nella drammatica ma decisiva serata di venerdì. Alle 19.50 Matteo Salvini dopo un vertice con Giuseppe Conte rinsalda la vecchia alleanza giallo-verde ed alla stampa dichiara a sorpresa: «Stiamo per dare all’Italia il primo presidente della Repubblica donna…». Pochi minuti dopo la medesima dichiarazione arriva da Giuseppe Conte, il capo politico del Movimento. Ma non basta. Qualche minuti dopo è Beppe Grillo con il suo famoso tweet «Benvenuta Signora Italia, ti aspettavamo da tempo #ElisabettaBelloni».
Ma chi ha stoppato questa candidatura, con tutti i timbri grillini? Proprio un grillino: Luigi Di Maio, da tempo a capo di una corrente interna in contrasto con Conte e Grillo. Il ministro degli Esteri, assieme al ministro della Difesa, Guerini, ha messo il primo freno a cui poco dopo si sono aggiunti quelli di Renzi e Forza Italia.
Resta solo da capire a livello interno come verranno gestiti questi rapporti.
Sarà un lunghissimo anno di campagna elettorale.