Sono ore di alta tensione quelle che si stanno vivendo nei palazzi della politica. La partita del Quirinale infatti infiamma come ogni 7 anni corridoi, ristoranti, nottate, telefonini. Al momento non c’è una persona che sia una in grado di dire come andrà a finire, ma l’elastico si sta tendendo sempre di più con il passare del tempo.
A sbloccare tutto e a dare il via ai fuochi artificiali sarà ovviamente la risposta di Silvio Berlusconi.
Berlusconi non si è ancora arreso
Il leader di Forza Italia le sta tentando tutte e non si è ancora arreso. Le telefonate continuano, come continua anche l’appoggio mediatico delle sue tv che non a caso ieri, in tutti i tg, hanno riportato la famosa pagina dei quotidiani con i risultati a livello politico, professionale e sportivo ottenuti dal Cavaliere.
Se la risposta sarà sì ecco che lunedì alla prima votazione se ne vedranno delle belle; se sarà no Berlusconi vuole comunque essere il «King Maker», l’uomo che detta le fila della partita e quello che indicherà l’uomo forte del centrodestra per il Colle.
Nell’attesa si lavora sotto traccia, a tutti i livelli. E quello che emerge è lo stato di salute di ogni singolo partito.
La Lega ha ritrovato solidità e stabilità, Fratelli d’Italia fermi e compatti
La Lega, dopo mesi di difficoltà, calo nei sondaggi, divisioni interne, sembra aver ritrovato solidità e stabilità. Sono tutti con Salvini (anche perché Giorgetti, qualsiasi cosa succeda, ministro era e ministro rimarrà. Anzi. Secondo alcuni con Draghi al Quirinale potrebbe toccare a lui la poltrona di Palazzo Chigi) e tutti pronti ad obbedire al proprio numero 1. Niente da dire su Fratelli d’Italia, fermi e compatti. Diversa invece la situazione in Forza Italia.
In Forza Italia non tutti sono per Berlusconi
Al netto della candidatura di Berlusconi (a cui tutti per ovvie ragione applaudono, ma che non tutti condividono) l’anima contraria a Salvini (Brunetta, Carfagna e, dicono, anche Gianni Letta) si sta facendo sentire. Ci sono poi le tensioni private contro il «cerchio magico» (nella persona di Licia Ronzulli, che in realtà si trova in una posizione a cui ambiscono gli stessi che la criticano…) legate più che al presente al futuro del partito.
Il Pd sa che le danze le detta il centrodestra
Il Pd, il partito più diviso della storia della politica italiana, sta cercando di tenere il punto tra le varie correnti, che esistono (con visioni diverse ad esempio tra Draghi si e Draghi no al Quirinale) ma che sono tutte consapevoli di avere le carte peggiori in questa partita rispetto al centrodestra, che detta le danze.
Movimento 5 Stelle nel caos
Il vero caos è invece quello che sta agitando il Movimento 5 Stelle. I grillini già in fase di sfaldamento si sono ritrovati pure l’inchiesta su Beppe Grillo per presunto traffico di influenze illecite, di fatto il peggior reato possibile per i paladini dell’onestà politica.
In tutto questo è evidente come Giuseppe Conte non abbia in mano il partito. I parlamentari, la cui unica preoccupazione è quella di non andare al voto anticipato che significherebbe la loro scomparsa dalla vita politica. Ecco quindi che molti pentastellati in segreto si dicono disponibili a votare qualsiasi cosa per il Colle che non sia l’attuale premier, persino Berlusconi. O persino Pierferdinando Casini, ultimo nome della notte che racconta di un clamoroso contropiede dell’asse gialloverde, Lega-M5S.
La partita quindi è incerta, incertissima. Sarà Berlusconi a dare il via ai fuochi artificiali. Non resta che aspettare, questione di ore.