Perché questo articolo potrebbe interessarti? Mattarella si appresta a diventare, nel febbraio del 2025, il primo presidente dal mandato decennale. Oggi è già il capo dello Stato italiano politicamente più longevo da quando è nata la Repubblica: “E questo – confessa una fonte diplomatica a true-news.it – all’estero piace, il Quirinale è sempre più sinonimo di stabilità”.
C’è già un record che, ad oggi, Sergio Mattarella può vantare: la sua è la presidenza più longeva dell’era repubblicana. L’attuale capo dello Stato infatti condivide con il predecessore, Giorgio Napolitano, il primato di aver ricevuto un secondo mandato. Ma mentre quest’ultimo si è dimesso dopo 22 mesi dal secondo giuramento, a distanza di due anni dalla sua rielezione Mattarella continua a risiedere al Colle.
La rielezione del gennaio 2022
E così l’attuale inquilino del Quirinale, nel febbraio del 2025, potrebbe diventare il primo presidente della Repubblica a raggiungere i dieci anni di mandato. Circostanza che, se sotto il profilo della politica interna potrebbe aprire non pochi dibattiti su non poche questioni, a livello di politica estera, al contrario, il “decennio mattarelliano” sembra ben visto: “Occorre considerare che la diplomazia internazionale ha dell’Italia l’immagine di un Paese dove ogni anno si cambiano governi – spiega a true-news.it una fonte diplomatica – dunque vedere al Quirinale la stessa persona per tanti anni è sintomo di stabilità e sta dando centralità politica alla figura del presidente”.
Mattarella è entrato in carica il 3 febbraio 2015, dopo essere stato eletto tre giorni prima al quarto scrutinio. Una consultazione, quella avvenuta nove anni fa, senza particolari scossoni politici: le dimissioni di Giorgio Napolitano, primo presidente a ricevere il secondo mandato, sono arrivate a gennaio ed erano nell’aria. L’allora presidente del consiglio, Matteo Renzi, non ha avuto molte difficoltà nel compattare la maggioranza attorno al nome di Mattarella.
Esperienza e spendibilità politica
Del resto, il giurista palermitano aveva due qualità molto richieste per salire verso il Colle: essere un nome spendibile politicamente e avere molta esperienza tra gli scranni di Montecitorio e Palazzo Madama. Nessuno però in quel momento pensava che Mattarella, da lì a breve, avesse battuto ogni record di longevità politica. La sua rielezione è avvenuta in uno dei momenti più drammatici della nostra storia repubblicana: era il gennaio del 2022, l’Italia ancora non era uscita dalla pandemia da coronavirus e la guerra in Ucraina era alle porte.
Molti leader politici sembravano pronti a puntare su Mario Draghi, all’epoca presidente del consiglio. Gran parte dei parlamentari tuttavia, sfruttando il segreto dell’urna, avevano fatto capire a chiare lettere di non voler vedere l’ex governatore della Bce salire al Quirinale. Un po’ per ragioni politiche e un po’ (soprattutto) per valutazioni legate a una probabile fine anticipata della legislatura in caso di addio di Draghi da Palazzo Chigi. Alla fine, dopo ben otto scrutini, il parlamento ha così preferito non cambiare squadra e puntare nuovamente su Mattarella. Il quale forse, prevedendo la situazione, ancora non aveva finito di preparare gli scatoloni per il trasloco.
“All’estero si fidano di Mattarella”
“L’opinione pubblica due anni fa era sembrata scettica a proposito della rielezione di Mattarella – ha ricordato la fonte diplomatica sentita da true-news.it – non tanto per la figura del presidente, quanto invece per l’incapacità della politica di scegliere un successore”. All’estero, al contrario, la permanenza dell’attuale inquilino del Quirinale è stata salutata positivamente.
“Tra le ambasciate straniere era emerso quasi un sollievo nel dover comunicare ai rispettivi governi che nulla era cambiato – ha proseguito la fonte – per scherzo molti dicevano che finalmente anche in Italia si può parlare con qualcuno senza temere, il giorno dopo, di dover cancellare il numero dalla rubrica”.
Non è certo un mistero che il nostro Paese, agli occhi della politica internazionale, sia spesso apparso di difficile comprensione e interpretazione. E la durata media di 18 mesi dei governi non ha mai affatto aiutato. “La permanenza oramai quasi decennale di Mattarella – ha proseguito la fonte – viene vista come sintomo di stabilità, quasi un’occasione più unica che rara di dialogare con una figura non destinata ad andare via in poco tempo”.
E poi, come ricordato dalla stessa fonte, di Mattarella all’estero “si fidano”. Anche perché l’attuale capo dello Stato, oltre ai record di longevità, ha forse anche il primato di disgrazie e crisi interne e internazionali che ha dovuto affrontare durante il suo mandato. Dal Covid alla guerra in Ucraina, passando per le attuali crisi mediorientali e le relative allerte sulla sicurezza. Il tutto, attraversando diverse stagioni politiche tutte diverse tra loro.
Mattarella, “re” per caso
Mattarella è infatti arrivato al Quirinale durante l’era Renzi, ma poco dopo si è imbattuto nell’esperimento di governo targato M5S e Lega, prima di assistere alla nascita dell’esecutivo giallorosso e di guidare, direttamente dal Colle, la regia che ha portato Draghi a Palazzo Chigi. Senza poi dimenticare, in ultimo, che Mattarella ha avuto un ruolo non certo secondario nella transizione tra lo stesso Draghi e l’esecutivo di centrodestra targato Giorgia Meloni.
“In questi frangenti, tra scossoni e cambiamenti, per la diplomazia internazionale è stato importante sapere di poter contare su un Quirinale rimasto in mano a Mattarella – ha voluto sottolineare la fonte – all’estero oramai il Colle ha acquisito centralità quando si parla di politica italiana”. Se prima, è l’impressione rivelata dalla fonte, un saluto al presidente della Repubblica era solo una formalità quando un leader straniero transitava da Roma, ora invece è una tappa considerata fondamentale in ogni visita di Stato.
Una longevità non casuale
La longevità del mandato di Mattarella sembra quindi aver ribaltato i contrappesi su cui si regge la Repubblica, con il Quirinale sempre più centrale nella vita politica e non ridotto al rango di mero osservatore. Il Colle del resto, ha come controbilanciato l’instabilità da molto tempo imperante lungo l’asse tra Palazzo Chigi e Montecitorio.
Mattarella, in poche parole, ha rappresentato e sta rappresentando un asse portante della politica italiana. La sua longevità politica, a prescindere se voluta o meno dal diretto interessato, non è frutto del mero caso. Il Quirinale ha costantemente ricucito gli strappi politici che hanno, nel corso dell’ultimo decennio, lacerato il quadro parlamentare italiano.
Un ruolo dettato dalle contingenze del momento e che forse finirà assieme al mandato di Mattarella. Quando cioè l’attuale capo dello Stato deciderà, rispettando la scadenza naturale del nuovo settennato oppure anticipando il momento del congedo dal Quirinale, di lasciare il Colle e consegnare definitivamente alla storia i suoi record di permanenza sul solco più alto della Repubblica.