Tre giorni, uno per il voto, uno per lo spoglio, uno per il post-voto. Una staffetta a distanza, telematica e fisica, a inseguire le sezioni da Baunei a Oristano, da Olbia al Sulcis nell’infinito scrutinio del 26 febbraio. Due nomi, Alessandra Todde e Paolo Truzzu, divenuti ormai famigliari. Un’attenzione al singolo seggio e a possibili ribaltamenti che neanche le presidenziali Usa 2020 hanno riservato. In Sardegna sono andate in scena le elezioni regionali più pazze della recente storia italiana. Mancava solo un possibile Stop the count di Truzzu in prossimità del sorpasso di Todde per avere il quadro completo.
Su True-News abbiamo raccontato rumors, indiscrezioni e prospettive politiche del voto sardo, prima, dopo e durante lo spoglio. Perché sì, forse questo voto è stato sopravvalutato. Ma un voto locale ha un’importanza nella misura in cui lo si rende di crescente rilievo. Il governo Meloni non cadrà per la Sardegna. Ma se dell’isola dei nuraghi, unica nella sua storia dai Fenici a Gigi Riva, tutti stanno parlando un motivo ci sarà. Nel nostro piccolo, abbiamo provato a fare del nostro meglio. Ecco la cronaca di True Sardinia, la “campagna” della nostra testata per raccontare il voto.
Voto disgiunto, corsa serrata e all’ultimo voto
Nel nostro piccolo possiamo rivendicare di aver letto in anticipo alcune tendenze: parlavamo di voto disgiunto e del suo peso, risultato decisivo. Abbiamo, discutendo con il politologo Roberto Weber, sottolineato l’importanza di ogni singolo voto quando l’idea della corsa aperta ancora non dominava le agende mediatiche e politiche.
Abbiamo seguito lo spoglio per l’intera giornata del 26 febbraio, alternando la nostra squadra a cacciare ogni piccola sezione, ogni spostamento di trend. La “maratona True” ci ha portati a capire che un seggio scrutinato a Oristano favoriva Truzzu, che Cagliari invece era terra infedelium per il suo sindaco e che a Nuoro Todde, padrona di casa (qui raccontiamo la parabola dell’imprenditrice divenuta candidata pentastellata), era inespugnabile. Ci siamo interessati al boom di Forza Italia a Olbia, alla prestazione negativa di Renato Soru.
Col senno di poi, abbiamo parlato con Alessandro Faggiano di Termometro Politico per capire i fattori decisivi del voto. Per Faggiano, essenzialmente, tre: la scelta di un nome forte a sinistra; la non secondaria propensione di Todde a capire l’importanza della partita degli agricoltori in Sardegna. Last but not least, il risvolto nazionale dell’indignazione per le manganellate di Pisa dello scorso weekend, che in una corsa decisa per meno di 3mila voti possono pesare.
Le voci della politica a True-News sulla Sardegna
La politica si è molto interrogata sulla Sardegna. Che, lo ripetiamo, non cambia i destini dell’Italia. Ma qualcosa varrà. Tutti ne parlano. Molti lo hanno fatto ai nostri microfoni. Alessandro Cattaneo, di Forza Italia, ha ricordato che in gioco non c’era il governo e ricordato il risultato positivo del suo governo. Cattaneo si espone sulla Sardegna, mentre i tentativi di “scalare” Lega e Fdi si sono infranti contro l’ermetico silenzio imposto dalle segreterie ai deputati. Giorgia Meloni, grande sconfitta del voto, ha però chiamato Todde per congratularsi.
A sinistra, l’ex deputato Emanuele Fiano ha parlato di un test positivo per il campo largo Pd-M5S. Il quale con Todde, en passant, rompe il sortilegio di sei sconfitte consecutive alle Regionali. Nel Movimento, partito di Todde, si parla di “modello Sardegna” con grande euforia. O perlomeno lo fanno le gole profonde che abbiamo contattato. Per quanto riguarda i Verdi, Angelo Bonelli ci ha rammentato il peso decisivi dell’Alleanza Verdi-Sinistra, che con quasi il 5% è stata la sorpresa del voto. Todde ha vinto, in Sardegna, con una posizione fortemente ecologista. E anche questa è una novità.
Abbiamo raccolto anche voci dal territorio. Fonti del Partito Sardo d’Azione, alleato al centrodestra e che ha visto Christian Solinas disarcionato dal perdente Truzzu, hanno lamentato la visione romanocentrica della campagna. E anche Anita Pili, esponente di Italia Viva e assessore uscente all’Industria con Solinas, ha lamentato l’eccesso di personalismo di molti politici.
Voci e commenti sulla Sardegna
Non solo politica istituzionale, però. Abbiamo parlato con molte voci esterne alla contesa che hanno dato interessanti punti di vista. Caustico e diretto come sempre Vittorio Sgarbi: la colpa della sconfitta di Solinas è di…Mario Draghi. Per l’ex sottosegretario alla Cultura il tema di fondo è “una grossa questione ambientale, con cui i Governatori dovranno fare i conti per molto tempo. Un’autonomia limitata e condizionata, perché a suo tempo il governo centrale tecnico di Mr. Euro ha stabilito una programmazione di rinnovabili“. Che sarebbe vincolo di sviluppo per la Sardegna.
Per Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma ora “a destra della destra” Truzzu paga l’atlantismo radicale del governo Meloni. La quale si trovava di rientro da Kiev mentre si votava nell’isola-poligono per eccellenza dell’Alleanza Atlantica. Punti di vista eterodossi ma degni di ascolto come ogni opinione. Strana, questa Sardegna: non è decisiva ma tutti ne parlano. Sarà il richiamo atavico della Terra dei nuraghi.
Sarà che forse, nel nostro piccolo, siamo malati di politica. Ora però di Sardegna vogliamo sentir parlare solo per le spiagge, almeno per un po’. Se volete, stappate un’Ichnusa e brindate alla nostra sanità mentale: a quella di redattori e collaboratori di True-News che hanno provato a snocciolare il voto sardo nelle sue caratteristiche. Nel nostro piccolo, speriamo di aver lavorato bene. Ai lettori la sentenza. E come dice il motto della Brigata Sassari, Avanti, Fotza Paris!