Perché potrebbe interessarti? Le Regionali nel Lazio in Lombardia rappresentano un momento importante per la politica, anche sul piano nazionale. Il retroscena su cosa si prospetta quando saranno acquisiti i risultati
Dopo le Regionali nel Lazio e in Lombardia inizia un’altra lunga campagna elettorale, soprattutto nel centrosinistra. Quella che conduce dritti alle Europee. Il clima tra i partiti, infatti, non è quello della tregua e del ragionamento su come provare a tornare insieme. “Se questo dovesse accadere, se ne parlerà dopo il 2024”, spiega un autorevole deputato del Partito democratico.
Regionali, centrosinistra diviso fino alle Europee
“Alle Europee si va con il proporzionale, ognuno sarà tentato dalla corsa solitaria e identitaria”, conclude il ragionamento in un Transatlantico sostanzialmente deserto proprio a causa del voto che assegnerà il controllo del Pirellone e della Pisana. E dopo che accadrà? La risposta sono le mani alzate verso il cielo, come a dire “vedremo” Ma con un’aggiunta: “Il Pd arriverà con la forza della novità di un nuovo segretario, comunque vada il congresso”.
La rotta trova conferme anche in altre fonti dell’area dem. Nessuno si illuda che la battuta d’arresto alle Regionali, dove sono state messe in conto le sconfitte di Alessio D’Amato e Pierfrancesco Majorino, possano provocare un ravvedimento. “Si faranno i conti dei voti delle singole liste, così ognuno cercherà di rivendicare il proprio risultato nonostante il ko”, osserva un altro parlamentare.
Regionali: la sfida di Conte
E non è che dalle parti del Movimento 5 Stelle ci sia tutta la voglia di tornare a braccetto con i vecchi alleati. Il leader pentastellato, Giuseppe Conte, ha già ripetuto che l’asticella delle richieste è alta prima di costruire una coalizione organica. Un modo per lasciare intendere che dopo il Lazio e la Lombardia vinti dal centrodestra non è intenzionato a modificare la strategia.
“Vogliamo dimostrare con la nostra coerenza di ottenere buoni risultati anche alle Regionali, che storicamente sono state il nostro punto debole», dice un esponente di spicco del M5S, che preferisce non essere menzionato: a poche ore dalle elezioni, prevale la cautela in pubblico. Ma il senso è chiaro: Conte vuole fornire una prova di forza per mettere sempre più all’angolo il Pd, sfruttando nel Lazio la lista progressista ed ecologista che ha lasciato i tradizionali di centrosinistra. In tutto questo, come rilevano i “pontieri” (quei dirigenti che preferirebbero un dialogo tra forze alternative al governo) la concorrenza è tutta nello stesso campo.
Derby nel centrodestra
Il centrodestra, già forte di un ampio consenso, in questo senso si limita a tratte tutti i benefici nel campo avversario. E su questo punto l’aria che tira tra i parlamentari è quella di una vittoria annunciata dei propri candidati, Attilio Fontana e Francesco Rocca. “Siamo uniti e compatti“, è il mantra che viene ripetuto. Ma a microfoni spenti c’è la consapevolezza che ogni partito deve portare a casa un buon risultato per continuare ad avere peso nella maggioranza e quindi nel governo. All’interno di Forza Italia la tesi è chiara: “L’obiettivo è quello di mostrare come siamo decisivi. È già accaduto alle Politiche di settembre, in questa tornata puntiamo a ottenere le conferme».
Nella Lega c’è la preoccupazione di un tracollo nella roccaforte lombarda in favore di Fratelli d’Italia. E nei conciliaboli si ragiona sui possibili effetti che le Regionali avranno sugli equilibri governativi. “Nessuno», taglia corto un deputato di FdI. Almeno per ora. “Giorgia (Meloni, ndr) ha interesse a governare senza scossoni e tirare dritto sul programma di governo», sono le parole consegnate a True-news. Ma c’è un “non detto”: si dovranno assegnare le caselle nelle giunte. E là gli equilibri sono tutti da riscrivere. Inevitabile immaginare che l’onda lunga delle ricadute coinvolga pure Palazzo Chigi. Chi invece è alla finestra sono i rappresentanti del Terzo Polo, fiduciosi su un buon esito. Nel senso di una sconfitta onorevole. “In Lombardia ci consacreremo grazie alla buona scelta di sostenere Moratti“, dice un renziano. E nel Lazio? “C’è Calenda…”, è la risposta. Come a dire: la caccia dei voti a Roma spetta a lui.