L’ex assessore all’industria Anita Pili, figura di rilievo che pochi mesi fa ha deciso entrare in Italia Viva mantenendo, però, la sua posizione nella giunta Solinas, ha oggi condiviso le sue riflessioni sulle recenti elezioni regionali. Attraverso un’intervista esclusiva concessa a TrueNews, Pili ha parlato del risultato ottenuto e dell’impatto che questo avrà sul panorama politico locale. Ecco cosa ci ha raccontato.
Come commenta il risultato elettorale di queste elezioni regionali?
Intanto è doveroso congratularsi con chi ha vinto e anche con chi ha perso. L’esercizio della democrazia è sempre da premiare. Rispetto al dato elettorale, invece, è evidente che non sono state le coalizioni a trainare il candidato Presidente ma il contrario. Anche se le forze politiche, tutte, dovrebbero riflettere. Da un lato le liste molto al di sotto del candidato presidente, dall’altro, il peso di un disgiunto contro il candidato leader della coalizione con cui ci si è candidati. Ancora, il centro/terzo polo (caratterizzato dalla presenza anche di forze non centriste) che non ha polarizzato consenso a sufficienza per esprimere eletti in consiglio. Il risultato è che c’è tanto da costruire nei territori per riavvicinare le comunità alla politica, e questo ce lo dice con chiarezza un’astensionismo che, ancora una volta, tiene lontano dalle urne quasi la metà degli aventi diritto.
Cosa pensa che abbia influenzato maggiormente l’esito delle elezioni?
Il risultato elettorale ha vissuto sino alla sua formalizzazione una fase di confusione come quella che si è vissuta nella campagna elettorale per tutti gli schieramenti in campo. L’elemento purtroppo ricorrente è stato l’eccessivo personalismo di alcuni protagonisti politici. In politica, come nella vita, a volte paga di più un passo di lato. E soprattutto non ci si può aspettare risultati complessivi quando si lavora in maniera individuale.
È rimasta sorpresa dei risultati in alcuni territori?
Non sono rimasta sorpresa dei risultati in generale. Nei territori è emerso che chi aveva rappresentanti locali candidati ha premiato loro piuttosto che altri “esterni”. Ma sono dinamiche abbastanza consolidate nel voto. Quello che emerge ancora una volta per l’iniquità della nostra legge elettorale è che alcuni candidati dei collegi minori che hanno registrato individualmente numeri elevati, non saranno eletti per fare spazio ai candidati dei centri più grandi. Ecco, certamente una riforma organica della legge elettorale, per garantire una migliore rappresentanza democratica in seno al nostro consiglio regionale, potrebbe essere il punto da cui partire per la prossima stagione di governo.