Perché leggere questo articolo? Flavio Tosi, ex sindaco leghista e ora deputato di Forza Italia, è un globetrotter del centrodestra. Di cui ha vissuto quasi tutte la stagioni e di cui conosce pregi e difetti. A True-news.it commenta, senza drammi, il momento della coalizione dopo la sconfitta in Sardegna.
Flavio Tosi non è uno che si butta giù facilmente. Un ritratto del Corriere della Sera lo definiva un highlander. Dopo la sconfitta in Sardegna, quindi, niente drammi. Non sarebbe da lui, un’araba fenice della politica, in grado di rinascere dalle ceneri di una sconfitta – nella sua Verona in cui era candidato sindaco e in Regione contro Zaia – e rinato con le Politiche del 2022. Prima le Lega – da cui viene espulso nel 2015 – una serie di avventura da indipendente e ora Forza Italia, con cui è approdato in Parlamento. Tosi è un globetrotter del centrodestra, perfetto per commentare il momento della coalizione dopo i fatti di Sardegna. Ecco il suo commento a True-news.it.
Onorevole Tosi, come commenta il voto in Sardegna? Un piccolo incidente o c’è un problema strutturale?
Il problema non è strutturale. queste candidature sono prese a livello nazionale ed è sbagliato. Dopodiché la decisione è stata condizionata dalle inchieste che hanno messo fuori gioco Solinas. Non si riteneva avesse operato bene. Il problema è che è stato sostituito con Truzzu. Hanno cambiato un candidato che si pensava non vincesse con un altro candidato che era evidente non potesse vincere.
Come mai?
E’ uno dei sindaci meno amati d’Italia. Ogni voto regionale è un voto a sé. Il popolo sardo è popolo vero, autonomista. Mentre il voto politico nazionale è completamente diverso. Nel voto regionale il centrodestra ha preso comunque più voti, ma ci sono 5000 schede disgiunte. C’è stato un errore sul candidato. La coalizione rimane forte e la più votata.
Ci sono strascichi nel centrodestra dopo questa sconfitta?
No, nessuno strascico. Nelle regioni delicate bisogna scegliere candidati migliori. Sono regioni con equilibri tra le parti. In Veneto e Lombardia il centrodestra vince da decenni e quindi si è più tranquilli. In Sardegna invece se cambi candidato o sbagli la persona perdi. In regioni come la Puglia, Emilia e Campania con governatori di centro sinistra e regioni contendibili. Meglio non avere a che fare con Emiliano, Bonaccini o De Luca.
Il 3,7% in Sardegna è uno dei momenti più bassi della storia elettorale della Lega. Di chi è la responsabilità?
A me spiace perché è stata la mia storia. E’ un dato di fatto, ma è un po’ la storia dei partiti. Quando non va bene e cominci e perdere voti, è difficile cambiare rotta. Mentre noi di Forza Italia – che eravamo arrivati ai minimi storici – ora invece siamo in costante ripresa. La Lega sta vivendo una fase decrescente che fa fatica ad arrestare. Un po’ la storia dei grillini e di Renzi.
Tosi, il centrodestra può quindi riunificarsi e trovare una strada comune?
Si, senza dubbio. Non c’è stata nessuna rottura del centrodestra. E’ stata una scelta unitaria sbagliata e quindi non crea spaccatura. E’ più una lezione ma non porta ad una rottura. Ci insegna a scegliere meglio.
Manca al centrodestra una figura di federatore come Berlusconi?
No direi di no. Tajani, Meloni e Salvini comunque una quadra la riescono a trovare. Berlusconi però come mediatore era irraggiungibile e faceva parte alla sia natura. Lui ha creato il centrodestra.