Perché leggere questo articolo: I retroscenisti parlano del nuovo ritorno in campo dell’asse Renzi-Calenda. Ma Giulia Pastorella di Azione è perentoria: un percorso comune è finito.
La pacifica conclusione della trattativa per la separazione del Terzo Polo Azione-Italia Viva, che ha assegnato al partito di Carlo Calenda il gruppo alla Camera e a quello di Matteo Renzi la compagine al Senato, ha fatto parlare molti ben informati della possibilità che in realtà il divorzio sia poco più di una separazione temporanea.
Il Centro di Mastella aspetta Calenda?
Nei corridoi dei palazzi romani si sussurra da più parti che da qui alle Europee il percorso comune possa ripartire. E che di fronte alla sfida politica del 2024 e alla necessità di consolidare in Italia il campo di Renew Europe e del centro liberale comunitario futuro kingmaker della nuova Commissione sia necessario unire le forze. Mettendo assieme, magari, Azione, Italia Viva e tutti gli altri centri, centrini, liberaldemocratici e sigle varie in continua moltiplicazione.
La lista di Renzi, Il Centro, sta avendo un suo tessitore nel sindaco di Benevento Clemente Mastella, che a Un Giorno da Pecora ha dichiarato che Il Centro “è una sorta di Margherita, a cui ognuno aderisce e porta il suo affluente. Non escludo di andare alle europee con tutti quelli che staranno al Centro, spero anche Carlo Calenda”. Riguardo al quale ha sottolineato di voler fare un “tentativo disperato” di ricucitura con Renzi.
Pastorella (Azione): “Appena concluso percorso di divorzio”
Il fatto che l’uso lessicale sia quello della “separazione” e non del “divorzio” dice molto. Ma ad oggi sul fronte dei calendiani c’è chi alza muri circa le prospettive di un percorso comune con Renzi in futuro. “Lei la chiama separazione, non è un problema però definire quello tra Azione e Italia Viva un divorzio”, dice contattata da True News l’onorevole Giulia Pastorella, esponente di Azione.
“Dal nostro punto di vista, riteniamo il percorso di divisione dei gruppi parlamentari un nodo politico risolto in maniera civile e chiara con l’uso dei regolamenti delle Camere”, dice a proposito della conclusione del processo.
Sic transit Terzo Polo
In quest’ottica, per Pastorella è bene distinguere tra ciò che è stato e ciò che sarà. “Laddove nei territori esiste una cooperazione attiva a livello politico, faccio l’esempio di Milano e di tutte le amministrazioni e i consigli dove come Terzo Polo ci siamo proposti per condividere il percorso”, sottolinea l’onorevole milanese, “nulla cambierà”. Quello che è finito è “il progetto comune a livello nazionale”, che fino a pochi mesi fa sembrava essersi incamminato verso l’idea di un partito unico. E l’ipotesi di una ripresa del cammino verso le Europee? Pastorella è in controtendenza con le aspettative di Mastella: “abbiamo appena concluso un percorso di divorzio, sarebbe incoerente fare subito marcia indietro. Un percorso comune è finito”. Nella saga del Terzo Polo, questo sembra una chiusura definitiva. Almeno per la stagione 2023.