Perché leggere questo articolo? L’istituto V-Dem ha pubblicato il report annuale sulla “qualità” delle democrazie del mondo. Israele, per la prima volta in cinquant’anni, è stato declassato. Ma apparentemente le motivazioni non riguardano il conflitto in atto sulla Striscia di Gaza. Le ragioni della retrocessione interessano questioni interne dello Stato.
Israele non è più considerata una democrazia liberale. Questo è quanto riportato da un report dell’istituto di ricerca V-Dem. È la prima volta che Israele viene esclusa dalla lista delle “democrazie liberali”. Grande smacco per lo Stato Ebraico che, per la prima volta in cinquant’anni di pubblicazioni, vede declassato il suo stato di democrazia.
Report V-Dem: Israele declassato per questioni interne
“Israele ha perso il suo status di democrazia liberale per la prima volta in oltre 50 anni”. Questo è quanto si evince dal report annuale che ha deciso di declassare lo Stato ebraico per motivi diversi rispetto a quelli riguardanti il conflitto israelo-palestinese. I motivi del declassamento infatti, si allontanano dall’offensiva nella Striscia di Gaza. Riguardano più le questioni interne che sta affrontando il Paese. “La democrazia israeliana ha avuto un declino sostanziale negli indicatori che misurano la trasparenza e la credibilità della legge, nonché gli attacchi del governo alla magistratura”. Questo è quanto emerge dal report.
Israele, una “democrazia elettorale” in cui le libertà civili non sono salvaguardate
La retrocessione di Israele lo porta da “democrazia liberale” – quelle in cui sono presenti tutti i paesi occidentali – a “democrazia elettorale”, insieme ad altri paesi, come Grecia e Cipro. Secondo quanto riportato da V-Dem, tra i diversi elementi che hanno portato al declassamento dello Stato ebraico troviamo anche menzionata la tortura. Il report non specifica effettivamente se la questione riguarda o meno la situazione di Gaza. Per tutti questi motivi, Israele “è ora classificato come democrazia elettorale”. Un sistema quindi in cui le elezioni sono garantite ma le libertà civili e l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge non sono salvaguardate.
V-Dem: cos’è e di cosa si occupa
Cos’è V-Dem nello specifico? V-Dem è un acronimo che sta ad indicare “Varieties of Democracies” (Varietà di democrazie). È un istituto fondato dal politologo svedese Staffan I. Lindberg. L’Istituto V-Dem ha sede nel dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Göteborg e lo scopo è quello di studiare la qualità delle democrazie del mondo. Quello che cercano di fornire è un dataset multidimensionale che riflette la complessità del concetto di democrazia come sistema di governo che va oltre la semplice presenza di elezioni. Il progetto V-Dem infatti distingue cinque principi di alto livello della democrazia: elettorale, liberale, partecipativo, deliberativo ed egualitario, e raccoglie dati per misurare questi principi.
Il colpo basso ad Israele e a Netanyahu
Colpo basso alla reputazione di Israele e del suo primo ministro Benjamin Netanyahu. L’indice V-Dem inoltre ha storicamente collocato Israele al vertice della classifica insieme alle “democrazie liberali”. Il rating aggiornato al 2024, unendo una serie di fattori, tra i quali l’indipendenza del sistema giudiziario, ha deciso di declassarlo. Il passaggio di Israele a una “democrazia elettorale” rappresenta un palese riconoscimento della violazione israeliana dei principi democratici, compresi l’uguaglianza, i diritti delle minoranze e la libertà di espressione. Interessante sarà notare gli sviluppi nei prossimi anni, dove la delicata situazione con la Palestina potrebbe portare lo Stato ebraico ad un’ulteriore retrocessione.