di Krystell Lowell
Ora che nascerà il governo Draghi, i parlamentari e i loro entourage possono tirare un sospiro di sollievo avendo lo stipendio assicurato ancora per un po’. Nel frattempo tutti felici con il ritorno dell’Italia in zona gialla che poi significa che a pranzo si possono rimettere comodamente le gambe sotto al tavolo, aspettando che anche a cena si possa tornare a banchettare. Perché si sa, con la pancia piena si ragiona meglio e soprattutto davanti a una gricia o una grigliata di pesce si possono mettere al tavolo insieme amici e nemici poi ridiventati amici.
“Se le mura dei ristoranti potessero parlare… – racconta a True News un noto ristoratore del Centro a pochi minuti da Montecitorio – sicuramente racconterebbero di maggioranze, amori, amanti, alleanze e tradimenti. Come quella volta che il governo Prodi cadde nel lontano aprile del 2008… la sera prima, ai tavoli, c’era un grande movimento, si percepiva chiaramente che qualcosa di grosso sarebbe accaduto…”
Il menù dei big
Diversamente dal passato però, probabilmente con l’avvento degli smartphone e anche per garantirsi una maggiore privacy, i big dei partiti preferiscono cambiare spesso location e depistare i curiosi. E così non esiste più un posto fisso dove mangiare. La presenza poi di tanti giovani peones alla Camera e al Senato, ha sicuramente rivoluzionato le abitudini gastronomiche dei nostri governanti.
Tra le location preferite dai big della terza repubblica c’è però un ristorante che va per la maggiore. Si tratta dell’ “Arancio d’Oro”, a due passi da Piazza di Spagna. Nel primo governo Conte non era inusuale scorgere, nel tavolo riservato in fondo alla sala, l’avvocato del popolo insieme al leader della Lega Salvini e al ministro degli esteri uscente Di Maio. Fra i piatti più apprezzati dai potenti, in questo storico locale, ci sono i filetti di baccalà, i panzerotti alla romana, gli immancabili carciofi alla giudia, di cui l’ex premier pare sia particolarmente ghiotto, i bucatini al ragù di coniglio, i rigatoni alla carbonara, gli spaghetti con gamberi rossi e pomodorini, l’ossobuco alla romana e le immancabili costine e salsicce alla brace. Per i leghisti che vogliono sentirsi a casa ecco pronta la pizza montanara con patate e salsiccia.
Roma, amore mio
Anche i duri e puri alla fine cedono alla bontà della cucina romana. E Roma ladrona diventa, per magia, Roma mangiona. Durante le dure giornate in parlamento gli ex alleati giallo-verdi, ma non solo, amavano spesso rifocillarsi al “Daruma” per gustarsi un ottimo sushi. Tra i piatti più gettonati da condividere – anche delivery – c’è sicuramente il Sushi Royal di 34 pezzi oppure l’Office Lunch Box di 50 pezzi, entrambi intorno ai 45 euro.
Nel locale “PaStation” del figlio di Denis Verdini, Tommaso, e del rampollo Aldo Gucci, in piazza Campo Marzio c’è un via vai di colonnelli di maggioranza e opposizione. La formula di questo locale, nato come replica di quello di Firenze, è quello di unire un servizio innovativo, la tradizione dello slow food e le tecniche di quick cooking. Il menu prevede pasta, le tartare – quelle preferite dal leader della Lega, quando in dolce compagnia va a salutare il cognato in trasferta nella capitale – gli ottimi antipasti, i taglieri… Tra i frequentatori abituali il critico d’arte Vittorio Sgarbi, la forzista Mara Carfagna, i leghisti Claudio Borghi e Armando Siri, l’ex ministro dello Sport Luca Lotti e il potentissimo Giancarlo Giorgetti. Una curiosità, il direttore del locale si chiama Renzi.
Per i carnivori gettonatissimo il ristorante macelleria “Maxela” al 10 di via delle Coppelle o il Laganà di via dell’Orso 44 gestito da Mimmo e Cinzia, a due passi da piazza Navona. Qui i nostri amministratori possono così deliziarsi il palato con dell’ottima frittura di moscardini e lattarini, i polipetti alla Luciana, i carciofi alla romana, le linguine all’astice, i tagliolini al tartufo bianco o l’intramontabile gricia. Il classico che fa impazzire leghisti e grillini, sussurrano i ben informati, è il tagliolino cacio e pepe. Imperdibili anche i secondi che spaziano dalla tagliata di manzo alla trippa.
Ben frequentati da tutto l’emiciclo anche i locali “Da Gino al parlamento”, l’”Enoteca e Taverna Capranica”, l’osteria “Poldo e Gianna”, la “Taverna Antonina” o il ristorante “Settimio”.
Per gli amanti della pizza, va di moda, soprattutto tra i “Grillo boys” il locale “Quelli della Pizza” in via della Stelletta 25 o l’”Osteria del Sostegno” in via delle Colonnelle 5. Una location davvero unica e una cucina al top. Pochi tavoli all’interno della sala, altrettanti all’esterno per un’atmosfera intima. Il menu è quello invitante e garantito dal proprietario Marco Mazzoni, figlio d’arte e patron, che insieme ad Umberto propone quotidianamente il meglio del repertorio romanesco. Dagli antipasti della casa composti da insalatine gustose, ai primi della tradizione romana, per passare per i secondi di carne eccezionali e finire con i dolci fatti in casa.
Il machiavellico Matteo Renzi, insieme al fidato Ettore Rosato, sono invece di casa da “Clemente alla Maddalena” in piazza della Maddalena dove solitamente si dividono il famoso “tagliere di salumi di fassona piemontese e selezione di formaggi di Amatrice”, seguito dagli “gnocchi di patate con burrata, punte di asparagi e pistacchi tostati” e dalla “spigola al cartoccio con vongole veraci, patate, rosmarino e pomodoro”. L’ex premier ama molto anche pranzare dall’amico Farinetti a Eataly o al bistrot trendy “Baccano”, splendidamente collocato nella pittoresca via delle Muratte, che collega Fontana di Trevi a via del Corso. Un bistrot mediterraneo della capitale ispirato alle migliori esperienze internazionali, allure intrigante e avvolgente della Parigi d’inizio secolo e contemporaneità metropolitana del locale newyorkese. Molto frequentato dai deputati di Italia Viva anche il locale glamour “Salotto 42” in Piazza di Pietra al numero 42. Cocktail davvero super, accompagnati da crudi di pesce e ostriche.
Sembrano passati anni luce dal 20 aprile 2013 quando l’ex Ministro della Cultura Dario Franceschini, venne insultato al tavolo di un ristorante da “centinaia di grillini per la marcia su Roma”. Ora invece con i grillini ci va a braccetto e tesse le alleanze per il nuovo governo Draghi. È stato visto spesso all’” Enoteca Spiriti”, ma ultimamente – racconta un suo fedelissimo – preferisce una cucina più leggera e salutare.
Osteria Montecitorio
Per chi non volesse muoversi dal palazzo è sempre disponile, a prezzi davvero vantaggiosi, la bouvette della Camera dei deputati, aperta anche in tempo di lockdown. Pranzo a 6 euro con due menù a scelta.
Il fondatore del M5S, Beppe Grillo, nelle sue trasferte romane, si rifugia lontano da giornalisti e fotografi all’ Hotel Forum, famoso per il fantastico ristorante roof garden con una vista mozzafiato sui Fori Imperiali. Qui l’ex comico può rilassarsi e studiare le strategie migliori. Proprio su questo terrazzo, non a caso, sono nati i governi Conte e Conte bis. Chissà se succederà lo stesso con quello dell’ex governatore della Bce.
Quando era ministro degli interni Matteo Salvini soggiornava nell’appartamento in piazza Grazioli, dove organizzava aperitivi e cene di lavoro con i suoi fedelissimi, per evitare occhi indiscreti. È stato però visto diverse volte alle “Cave di Sant’Ignazio da Sabatino”. Nato all’inizio del ‘900, il locale ha ospitato la prima pizzeria della città. Punto di ritrovo per i romani del centro storico che trovavano nel locale, a conduzione familiare, semplicità e sapori genuini. Col tempo è diventato il luogo di riferimento per i buongustai di ogni nazione ed ha annoverato tra i suoi clienti Winston Churchill, Re Costantino di Grecia, Re Faruk d’Egitto. Dal 1970 è gestito da Sabatino Pantalone e da sua moglie Franca. Alle pareti i ricordi di mezzo secolo di storia del nostro paese: foto in bianco e nero della Roma della dolce vita, degli anni struggenti di musica e teatro fino a notte fonda.
Anche Di Maio ama frequentare i ristoranti attorno ai palazzi del potere. Tra i suoi preferiti c’è i “Maccheroni”, in piazza della Coppelle, tra il Pantheon e Piazza Navona. Con cucina a vista, particolarità che piace molto all’ex premier, è articolato su due livelli. Prodotti freschissimi e di qualità che variano a seconda delle stagioni. Specialità’ della cucina romana come la carbonara, l’amatriciana, il cacio e pepe, la Gricia, i Saltimbocca alla romana e l’abbacchio a scottadito. Il tutto accompagnato da un’ottima selezione di vini.
Roberto Speranza e Pierluigi Bersani frequentano spesso – Covid permettendo – il delizioso locale “Coso” in via Lucina, ubicato all’interno di palazzo “Fiano Almagià”, uno dei più bei palazzi romani. Accanto è ubicata la sede di Forza Italia. Proprio per questo si vedono spesso a pranzo o a cena la capogruppo al Senato Anna Maria Bernini, insieme ai deputati Adriano Galliani, Lucia Ronzulli e Renato Schifani e all’ex presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, mentre il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi preferisce cenare a casa nella sua residenza in via del Plebiscito. Tra i ristoranti preferiti dai forzisti ci sono anche “Il Moro” o lo “Zuma”, a palazzo Fendi, con splendida vista sulla città eterna.
Giorgia Meloni, insieme ai suoi colonnelli, tra cui l’inossidabile Ignazio La Russa, si incontrano spesso nel locale – del deputato ed ex sindaco di Leonessa Trancassini -la “Campana”, a pochi metri da piazza Nicosia, Visti frequentemente anche il senatore Gianluigi Paragone, Andrea Orlando e alcuni leghisti doc.
Mancherà parecchio al dem Paolo Gentiloni la cucina de “Al Ceppo” ai Parioli che frequentava assiduamente prima di andare a fare il commissario europeo. Locale particolarmente gradito anche al candidato per il Campidoglio Carlo Calenda. Zingaretti, Fassino e gli altri big dem bazzicano il “SanLorenzo” in via dei Chiavari al 4. Il menu cambia ogni stagione, con alcune costanti: l’interpretazione del crudo, gli spaghetti di farro con acciughe di Ponza, le briciole di pane e peperoni cotti alla cenere e, in stagione, gli spaghetti con i ricci. Frequentati anche il “Fortunato” o la cantina “Casa Bleve” a Sant’Eustachio nel cuore del Campo Marzio. Le storiche cantine, tra le più belle del sottosuolo cittadino, sono impreziosite da un muro romano di età augustea. Vastissima la scelta di etichette italiane ed estere, per ogni circostanza e ogni abbinamento.
Insomma “ de gustibus non est disputandum”.