Sarà il numero uno della struttura IdroMeteoClima di Arpa Emilia-Romagna, Carlo Cacciamani, a guidare la nuova agenzia unica per la meteorologia in Italia. Il nome di Cacciamani è arrivato in consiglio dei ministri il 16 settembre direttamente su proposta dello stesso premier Mario Draghi. L’agenzia si chiama “ItaliaMeteo”. La sua genesi è stato un parto: arriva 25 anni dopo la riorganizzazione dei servizi voluti dall’ora ministro del governo Prodi, Bassanini; nove anni dopo il tentativo del governo Monti di istituire un servizio simile – chiamato Smnd: Servizio meteo nazionale distribuito; e infine cinque anni dopo l’ultimo tentativo: quello di Matteo Renzi e del referendum del 4 dicembre 2016 che avrebbe tolto alle Regioni poteri e competenze, aprendo la strada alla centralizzazione delle funzioni.
Meteo in Italia, la frattura civili-militari
Gli ostacoli lungo questo percorso? Da una parte il Titolo V e l’equilibrio Roma-Regioni. Dall’altra conflitti e contrasti decennali fra mondo meteorologico militare e quello civile. Perché la meteorologia in Italia come sistema nasce nel 1910 ed è sempre stata gestita dai militari, che però nel corso dei decenni hanno privilegiato le previsioni per le Forze Armate a discapito di quelle per i civili. Che significa meno attenzione ad agricoltura, trasporti, turismo, infrastrutture, telecomunicazioni, clima, le stesse rotte aeree dell’aviazione civile e via discorrendo.
Meteorologia, il confronto internazionale
A partire dagli anni ’80 le Regioni si sono organizzate in maniera autonoma creando dei piccoli centri regionali nella pancia degli istituti per la ricerca agricola, prima, e dell’Agenzie per l’Ambiente (Arpa) poi. Un frazionamento e una dispersione di risorse – in un Paese, l’Italia, che in media stanzia la metà dei soldi dei propri partner esteri nel settore – che non ha eguali nei partner europei come Francia, UK, Germania e, dopo la fine della dittatura di Franco anche la Spagna, dove esiste un unico servizio meteorologico nazionale e civile. Per non parlare degli Stati Uniti dove le attività di ricerca scientifica e sviluppo di modelli matematici di previsione sono affiancate da un sistema di allarme e avvisi di sicurezza che coinvolgono la popolazione attraverso le radio, le televisioni e la segnaletica stradale, in caso di catastrofe o disastro ambientale, per limitare i costi umani ed economici.
Le competenze della meteorologia italiana? Spalmate fra almeno 7 enti diversi – Aeronautica, ENAV, ENAC, le Arpa, Istituto Superiore per la Ricerca e Protezione Ambientale (Ispra), Protezione Civile, Cnr, Centro per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura (CRA ora CREA). E un’ulteriore faglia per quanto riguarda i ministeri: Difesa, Infrastrutture, Agricoltura e Ambiente, Miur, Presidenza del Consiglio (per la Protezione civile).
Lungo queste trincee, che vedono da una parte i civili e dell’altra la Difesa e l’Aeronautica, negli anni sono saltate teste di importanti vertici delle Forze Armate dalla formazione più scientifica che militare che volevano almeno collaborare, se non transitare del tutto.
Meteorologia, ecco l’Agenzia unica “ItaliaMeteo”
Ora l’Agenzia unica pare mettere una pezza su un gap storico. “ItaliaMeteo” avrà un ruolo di coordinamento di tutti gli enti meteo del Paese. Obiettivo? Sviluppo, produzione e diffusione di servizi nei settori della meteorologia, climatologia e stato del mare per dare impulso ai settori produttivi e fornire il supporto necessario alle politiche ambientali, alla gestione del territorio, alla riduzione del rischio, alla realizzazione di azioni e politiche di adattamento e mitigazione al cambiamento climatico.
Carlo Cacciamani, da Arpa Emilia alla Protezione civile
La scelta di Carlo Cacciamani? Più “scientifica” che “politica” assicurano nell’ambiente. Esperienza decennale nel settore, dal 2017 è stato responsabile del Centro Funzionale Centrale della Protezione civile: la struttura tecnica nazionale che garantisce il coordinamento del sistema di allerta nazionale, tra Stato e Regioni, per la riduzione del rischio idrogeologico.
Non si può fare a meno però di sottolineare la provenienza di Cacciamani. Emiliano doc, come alcuni dei più pesanti ultimi inquilini del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – da Paola de Micheli a Graziano Delrio.
Bologna, capitale europea della meteorologia
Formatosi a Bologna, una delle capitali scientifiche e morali in Europa. Dove il 15 settembre – non è un caso – è stato inaugurato il nuovo data center del Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (European Center for Medium-range Weather Forecasts – Ecmwf). Il “super computer” ospitato al Tecnopolo, nell’area riqualificata dell’ex Manifattura Tabacchi alle porte del capoluogo emiliano. Uno dei “gioielli” europei, il sistema che entrerà in funzione il 5 maggio 2022, mandando in pensione l’attuale centro di Reading (nel Regno Unito) e con cui le prestazioni di calcolo saranno quasi quintuplicate. L’Ecmwf sarà così in grado di scattare “fotografie” delle previsioni meteo sempre più nitide e tempestive per le decine di Paesi europei membri.